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PUNTI DI VISTA 



Abbiamo letto con grande stupore l’intervento dell’Assessore Della Cagnoletta su cernuscoinsieme.it.

Stupore prima di tutto per un titolo che riprende un’affermazione che abbiamo già giudicato volgare e offensiva quando venne pronunciata dall’ex presidente della Provincia di Milano. Oggi come allora pensiamo che la scelta di inseguire Lega e Berlusconi sul loro terreno sia perdente in partenza e i risultati l’hanno dimostrato in modo evidente. Penati infatti non ha perso al secondo turno, dopo un’entusiasmante quanto illusoria volata finale, ma quando ha imboccato la strada del securitarismo e dell’autosufficienza dalla sinistra, gettando alle ortiche punti qualificanti del programma con cui era stato eletto nel 2004.
Il risultato di questa strategia è sotto gli occhi di tutti: le destre hanno vinto in Provincia di Milano, Berlusconi è risorto nonostante tutti i guai giudiziari e gli scandali, la Lega sfiora risultati imprevedibili fino a qualche tempo fa.
Ma il problema evidentemente non è solo di natura elettorale. Quel titolo e altre affermazioni simili vanno valutate piuttosto per le pesanti conseguenze che hanno avuto sul piano politico e culturale. In poco meno di due anni è stato distrutto tutto quello che la Provincia di Milano aveva pazientemente costruito in ambito sociale ed educativo, producendo sconcerto e disaffezione nell’elettorato, e soprattutto è stata sdoganata la peggiore cultura delle destre, che individua nel diverso, nello straniero e nel più debole il principale pericolo per la società, scatenando una vera e propria guerra dei penultimi contro gli ultimi. Non c’è lavoro?

Non si arriva a fine mese? Aumentano affitto e mutuo della casa? Colpa degli stranieri!
Siamo di fronte a un merito da cui ripartire oppure ad un errore intorno al quale aprire una seria riflessione?
Se vogliamo avviare un dibattito su sicurezza e legalità, è necessario capire cosa è stato sbagliato ed entrare nel merito dei contenuti. Perché non esistono temi scandalosi o questioni da nascondere sotto il tappeto, ma un’unica discriminante, abbondantemente superata da certe affermazioni: il rispetto della dignità umana e la necessità di perseguire il bene comune per assicurare a tutte e tutti il pieno rispetto dei diritti e dei doveri costituzionalmente garantiti.

Di fronte alle destre che affrontano i problemi sociali solamente come questioni di ordine pubblico, il nostro compito dovrebbe essere ben diverso, a partire dalla definizione di pilastri di cultura politica e di civiltà giuridica e morale alternativi. Se manca questa chiarezza, si finisce per far cadere ogni argine alla cultura xenofoba, permettendogli di diventare senso comune e facendo prevalere ogni sorta di egoismo.
Le istituzioni locali possono fare molto in questa direzione e Cernusco potrebbe rappresentare un importante laboratorio politico-culturale per sperimentare proposte alternative per uscire da una crisi che non è più esclusivamente economica, ma anche di valori. Per farlo, il primo obiettivo da perseguire dovrebbe essere il rilancio della fiducia nell’utilità della politica e delle istituzioni democratiche, proprio a partire dalla realizzazione dei programmi che hanno ricevuto il consenso dei cittadini e aprendo il “palazzo” alla partecipazione delle forze vive della società. Le scorciatoie demagogiche sono già state bocciate dal voto, che le ha consegnate alla storia come “onorevoli sconfitte”.
Per aprire la discussione, un buon punto di partenza potrebbe essere una seria valutazione sulle iniziative intraprese fino ad oggi dall’Amministrazione Comunale per la ricerca del dialogo e la costruzione di percorsi di convivenza pacifica tra culture diverse, piuttosto che insistere ancora con l’affermazione che “l’insicurezza percepita è più importante della realtà, qualunque essa sia”. Un metodo di lavoro molto semplice, trasparente, efficace, che potrebbe, anzi, dovrebbe essere applicato anche a tutti gli altri ambiti di intervento dell’Amministrazione, nessuno escluso.
Chi fa politica deve sempre fare delle “distinzioni sottili”. Deve saper distinguere le cause dalle conseguenze, la percezione dalla realtà, i soldi ben spesi dagli sprechi. Deve saper riconoscere chi è responsabile dei mezzi pubblici allucinanti, delle code perenni, della maleducazione e dell’ignoranza del senso civico. Ma soprattutto dovrebbe evitare di fare del populismo sulla pelle delle persone, quelle in carne ed ossa, che subiscono due volte gli effetti della crisi: perché già ai margini della società e perché indicati come capro espiatorio di ogni male. Per questo non vorremmo più dover leggere titoli come quello in testa all’intervento dell’Assessore Della Cagnoletta. Il nostro augurio è che questa sia solo una sua posizione personale e che molti condividano il nostro appello al confronto.

Luca Forlani
Segretario PRC-SE Cernusco s/N
 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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