Sono ormai passati più di tre mesi da quando, a causa del grave infortunio di nostro figlio Andrea, dividiamo il nostro tempo tra casa e ospedale. In questo tempo abbiamo incontrato tante persone, tanta sofferenza, un pozzo di sofferenza, ma anche tanto amore, tanta speranza, tanto coraggio, tanta professionalità, passione e dedizione per il proprio lavoro. Parlando con parenti e amici degli altri degenti, ma anche con i nostri, ogni tanto si è “cascati” su discorsi  di questo tipo: “guarda purtroppo quando certe cose devono accadere, non c’è nulla da fare, accadono,  è il destino”, oppure “coraggio, il Signore a qualcuno manda queste prove, il perché è un mistero, bisogna avere fede”, oppure “il Signore vi ha mandato questa prova perché sa che siete in grado di superarla”.

Se noi credessimo a queste cose probabilmente l’Avvento per noi avrebbe perso ogni significato, non avremmo preparato il presepe come tutti gli anni e non staremmo ad aspettare e a contare, con i nostri figli, i giorni che mancano al S. Natale.

Il tempo della sofferenza è un tempo di grande combattimento spirituale. I fatti della vita accadono perché siamo esseri umani, fallaci, perché compiamo imprudenze, perché il nostro organismo è debole. Non c’entra il destino ne tantomeno il “Volere di Dio”. Però nel momento della prova siamo liberi di decidere a quale spalla appoggiarci, dove appoggiare in nostro capo, quali piedi lavare con le nostre lacrime. Possiamo vivere nell’oscurità, con la rabbia nel cuore, oppure vivere nella Luce, nella Speranza, con il capo appoggiato sul Cuore di Gesù.

Questo è ciò che abbiamo nel cuore mentre aspettiamo anche quest’anno con gioia la nascita di Gesù, Lui che ha voluto condividere la nostra natura umana, che con la Sua sofferenza ci ha donato la vita eterna.

Buon Natale!

Valeria, Davide, Andrea e Luca