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HOME > Voce Amica > Numero di Aprile 2011 > Intervista al Sindaco, E. Comincini
Dopo la Fiera, intervista a Eugenio Comincini, sindaco della città di Cernusco

PARTENDO DAI PROGETTI PRESENTATI
NELLA VECCHIA FILANDA
AD ALTRE PROBLEMATICHE DELLA NOSTRA COMUNITA’

 

Come si è caratterizzata questa edizione della Fiera di San Giuseppe?

Ormai la Fiera è diventata un appuntamento per tutta la Martesana. E’ un momento in cui tutte le forze vive della città – Comune, scuole, parrocchie, associazioni, volontariato – si mettono in campo per presentarsi, per mostrare i nuovi progetti; ogni anno ci sono proposte nuove, anche da parte dei commercianti, come il concorso vetrine che quest’anno si è svolto sul tema dei 150 anni dell’Unità d’Italia ed ha visto una partecipazione numerosa sia da parte degli esercenti che della tantissima gente comune che ha espresso il proprio voto.

 

Che ritorno avete avuto dall’esposizione dei progetti in Vecchia Filanda?

Molto positivo. Molto interesse sia per la Vecchia Filanda che sul progetto della piscina, osservazioni e commenti sui lavori viabilistici, sulla percorribilità dei marciapiedi, sul taglio delle piante e sulle nuove piantumazioni.

 

A proposito di Vecchia Filanda. Come sarà connotata questa struttura?

La gente ha voluto sapere cosa ci metteremo dentro, al di là dell’aspetto architettonico. La scelta che abbiamo fatto è che in questi struttura ci saranno spazi e servizi dedicati agli anziani, ai bambini e alla famiglia, oltre a un bar ristorante affacciato sul parco Trabattoni. Devo dire che non ho ricevuto nessuna critica circa la destinazione; gli anziani sono contenti perché troveranno degli spazi che da tanto tempo attendevano, adeguati alle loro esigenze. C’è curiosità ed interesse sugli spazi dedicati alla famiglia, sui servizi di baby-parking e “tempo per le famiglie”, sulla possibilità di affittare spazi per le feste dei più piccoli.
Qualche persona ha espresso perplessità sullo spazio per le mostre, ritenuto insufficiente, ma che io considero invece adeguato alle esigenze della nostra città. Quello di destinare tutto l’edificio a spazio espositivo era il progetto della precedente amministrazione, che noi abbiamo deciso di cambiare, non per sfizio, ma dopo una seria valutazione circa l’opportunità di destinare un ambiente così ampio ad una finalità che, seppur bella e interessante e bella, sarebbe poi risultata poco impegnabile e fruibile. Con la destinazione che abbiamo previsto – e con la riqualificazione del Parco Trabattoni – la Filanda sarà il cuore pulsante della città; un cuore che batterà tutti i giorni, non solo al mattino e al pomeriggio, ma anche alla sera se, come riteniamo, si creeranno le condizioni per un pieno utilizzo degli ambienti da parte delle associazioni locali.

 

 

A che punto siamo?

La gara è stata espletata, sono stati aggiudicati i lavori, stiamo procedendo all’apertura del cantiere che presumibilmente sarà avviato prima di Pasqua. Per l’inizio del nuovo anno sarà quindi pronta per essere consegnata alla città.

 

A che punto sono i lavori dell’ex ”Centro sociale” di via Buonarroti? Quando l’apertura?

Si tratta di un progetto interessante, avviato dalla vecchia amministrazione e che noi abbiamo portato avanti;era stato deciso che, una volta riqualificata, la struttura avrebbe ospitato un centro

Un momento dell'intervista. Il Sindaco Comincini 
con la redazione di Voce Amica
 

diurno integrato per anziani, luogo dove persone anziane e con problemi socio-sanitari potranno essere portati al mattino e riaccompagnati a casa nelle ore pomeridiane. Ai piani superiori ci saranno appartamenti comunali: 30 alloggi “protetti” (9 trilocali, 11 bilocali e 10 monolocali) da destinare a chi è in attesa di una casa, con un occhio di riguardo agli anziani. Verranno inoltre allestite alcune sedi per le associazioni e recuperata l’area della ex-cappella


 

A completamento di questa zona, con la sistemazione del verde e dei servizi, l’area di competenza del Contratto di quartiere può diventare una sorta di cerniera verso l’area ex-Gescal. E’ soddisfatto della riqualificazione?

Si, il quartiere ha cambiato faccia anche grazie alla riqualificazione dei condominii Aler (ex-Gescal); restano da sistemare le facciate a nord, che saranno completate al termine dei lavori di cantiere per il palazzo adiacente. Ma il Contratto di quartiere ha permesso la realizzazione anche importanti azioni sociali: il corso “Fata Turchina” per baby sitter, gli interventi al centro di aggregazione giovanile, i corsi sulla genitorialità.


 

Anche i lavori della Piscina Comunale proseguono regolarmente?

Il nuovo centro natatorio garantirà a Cernusco un’offerta straordinaria: non ci saranno soltanto una vasca grande e una piccola per le attività agonistiche, ma ci saranno una vasca dedicata alla riabilitazione di persone con problemi motori, una vasca dedicata alle future mamme e ad attività in acqua per neonati, oltre a una piscina scoperta per l’estate. Saranno dunque 5 le vasche di questo nuovo centro. In più ci saranno una palestra, un punto ristoro, uno spazio per bambini, una sala riunioni; sarà insomma una sorta di centro sportivo all’interno del centro sportivo stesso; è inoltre prevista l’attivazione di un servizio di attività riabilitativa presidiata da medici.
Ci sarà quindi la possibilità di far ritornare i nostri ragazzi disabili, accompagnati dai volontari che da anni dedicano tempo a questa attività, ragazzi che qualche anno fa hanno dovuto trasferirsi in un’altra piscina. A giugno sarà pronta la piscina scoperta, a ottobre cominceranno i corsi in quella interna: verso fine aprile si potranno già fare le iscrizioni..


 

Nella mostra c’era un pannello dedicato ad un nuovo asilo nido in via De Gasperi, non era indicata la data d’inizio…

Questo asilo era previsto inizialmente in zona Negri, inserito nel progetto Ex-Lanar approvato nel 2004. Noi abbiamo operato una modifica alla convenzione urbanistica, previa valutazione del fatto che, essendo l’insediamento ex-Lanar a sud della città, fosse meglio realizzare l’asilo in Via de Gasperi, a fianco alla Casa delle Arti, nello spazio verde del vecchio asilo. La nuova scuola dell’infanzia, molto vicino alla metropolitana, sarà costruita e gestita da un operatore privato per alcuni anni, poi diventerà comunale. Abbiamo concordato che sarà costruito in classe A (basso consumo energetico), e pensiamo possa già essere pronto per l’inizio del 2012.


 

Un altro stand era dedicato all’energia rinnovabile e al risparmio energetico. Cosa possiamo fare?

Ci sono due discorsi da fare: uno culturale e uno operativo. Partiamo dal culturale. Se uno è convinto dell’importanza di fare certe cose, perché capisce che è per il suo bene, le fa; un po’ come per la raccolta differenziata. La nostra città ha la sensibilità per capire l’importanza di questo salto culturale e lo sta dimostrando nei fatti. Lo dicono i dati che abbiamo presentato al convegno di qualche settimana fa. Se nel 2005 la potenza elettrica generata da pannelli fotovoltaici era pari a zero e dopo cinque anni siamo a quasi 950 Megavatt ore prodotti all’anno, vuol dire che qualcosa si è mosso; andando in giro per la città vediamo tante abitazioni con pannelli solari e fotovoltaici. Ricordo che col nuovo regolamento edilizio abbiamo imposto modalità di costruzione molto rigide orientate al risparmio energetico. A Cernusco si può solo costruire in classe B o A; gli operatori immobiliari inizialmente hanno mugugnato per l’obbligo di costruire in classi energetiche così elevate, con costi maggiori quindi; hanno però in breve tempo capito che, in un momento di crisi immobiliare come questo, la qualità fa la differenza anche sul mercato. Quasi tutte le ultime DIA rilasciate sono per case costruire in classe A o A+. Ciò dimostra che si è compresa la convenienza di vendere ed acquistare una casa in classe energetica elevata. Il discorso culturale è fondamentale e sta alla base di qualsiasi altra scelta.
Cosa operativamente e quotidianamente si può fare? Per esempio usare lampadine a risparmio energetico, spegnere qualche luce in casa, spegnere le lucine degli elettrodomestici, usare di più la bicicletta, usare di più le scale e meno gli ascensori. Alla fiera di S. Giuseppe è stato distribuito un volantino, una specie di decalogo di piccoli suggerimenti sul come risparmiare energia. La nostra città partecipa alle giornate di “Mi illumino di meno” e “L’ora della terra” e siamo andati anche nelle scuole a spiegare come poter risparmiare: l’educazione dei più giovani al rispetto dell’ambiente è fondamentale per un futuro maggiormente sostenibile.


 

Tenendo conto che Cernusco è una città “medio-vecchia”, escludendo gli insediamenti periferici di questi ultimi 20 anni, ci sono delle iniziative per la revisione o riconversione di “abitazioni datate” almeno nel nucleo centrale?

Ci sono situazioni diverse: dai condomini di 60 anni fa a casi più recenti. Ci sono gli incentivi del Governo e ne hanno beneficiato anche nostri cittadini che ne hanno fatto richiesta. Però esistono anche condomini vecchi, dove tecnicamente ci sarebbe la possibilità di fare interventi di riqualificazione energetica, ma sono abitati da persone anziane che faticano a trovare le risorse per spese condominiali straordinarie.
Data la criticità sulla qualità dell’aria che respiriamo, con la Provincia è stato aperto un tavolo di lavoro: “Tavolo Aria”. Nella prima riunione, con tutti i Sindaci della Provincia, abbiamo bocciato la proposta del Comune di Milano di fare il blocco del traffico, ritenendola una misura tampone, inefficace per la soluzione del problema. Successivamente il Presidente della Provincia, Podestà, ha convocato questo tavolo con 11 Comuni: anche Cernusco è stato invitato. Stiamo ora valutando una serie di proposte da sottoporre a tutti i Sindaci: ad esempi intendiamo definire la data oltre la quale tutti gli impianti a gasolio dovrebbero essere messi fuori uso. Il Presidente Podestà ha riferito che sta lavorando con alcune banche ad una proposta di finanziamento per consentire interventi di riqualificazione energetica anche su stabili molto vecchi, a favore di persone anziane e che non possono permettersi grandi spese.


 

A proposito di aria, viene confermato che su alcuni varchi elettronici verranno posizionate centraline di rilevazione dell’aria?

Si, chiaramente non saranno come le centraline ARPA, ma permetteranno di avere delle costanti rilevazioni: dovrebbero essere tre.


 

Villa Alari: ma è così difficile trovare una soluzione accettabile, anche temporanea, per un suo riutilizzo? Magari anche parziale o pianificato in diversi tempi?

Villa Alari è sicuramente un bene storico e architettonico importante per la nostra città. Il problema della villa oggi è questo: quando venne fatta l’operazione immobiliare, la villa venne spezzettata, per cui la proprietà, dai cancelli in ferro battuto al Naviglio, non era interamente del Comune. Altro problema è stato quello di non considerare cosa sarebbe successo quando sulla parte messa a disposizione al privato sarebbe stato avviato il cantiere. Così è accaduto che la centrale termica fosse nella parte del privato, quindi il privato ha (conformemente ai suoi diritti) tagliato i tubi eliminando la caldaia: quindi oggi la villa è senza riscaldamento. C’è poi da considerare che la villa ha la sua storia - e la sua età - e necessita non soltanto della sistemazione della facciata o del recupero degli affreschi, ma del rifacimento dell’impianto termico, dell’impianto elettrico, di alcuni infissi, della sistemazione di parte del tetto: operazioni che, in parte, stiamo provvedendo ad eseguire, ma la valutazione di spesa che l’Ufficio Tecnico comunale ha fatto andando a verificare di cosa c’è bisogno è una cifra improponibile per le casse del Comune: circa 6 milioni e mezzo di euro. Quant’anche il Comune avesse questi soldi, per i vincoli del “patto di stabilità” (che impone limiti alla spesa dei Comuni, anche quando i soldi sono in cassa) non potremmo spenderli in una sola volta e andrebbero quindi fatti degli interventi diversificati.
L’Amministrazione però in questi anni si è mossa: prima con la Facoltà di Scienze Motorie, che avrebbe voluto insediarsi ma poi ha deciso si rimanere a Milano; poi con un fugace interessamento da parte di due società di alberghi di lusso. C’è stato anche un interessamento della Banca di Credito Cooperativo della nostra città, ma al momento tale possibile intervento necessita di alcune verifiche di carattere tecnico.
Quando venne fatta al FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) la proposta di valutare l’acquisizione della villa al loro patrimonio, nel 2007 mi risposero che Villa Alari è una bella villa, ma vuota e abbandonata come ce ne sono tante altre in Italia. Secondo il FAI è una “villa morta”, di difficile utilizzo, non avendo più arredamenti né un bel giardino.
Con le scelte fatte dal’Amministrazione comunale in questi anni abbiamo comunque ricomposto l’unitarietà della villa: dai cancelli in ferro battuto al Naviglio, la corte d’onore, il primo piano delle ali e tutto il parco sono ora di proprietà comunale. Stiamo facendo interventi di sistemazione interna su alcuni infissi ammalorati, stiamo attendendo l’autorizzazione della Sovrintendenza per poter intervenire su alcuni affreschi che già ai tempi dei Fatebenefratelli erano stati intaccati da infiltrazioni. Il distacco dell’affresco che c’è stato sullo scalone d’onore è dovuto ad una vecchia infiltrazione ed è stato probabilmente accelerato dalle vibrazioni generate dal vicino cantiere privato.


 

Nel PGT sull’Albergo Melghera è prevista una possibile riconversione a residenziale. E’ una possibilità per sbloccare quell’edificio?

Il meccanismo funziona così: un operatore potrebbe proporre un parziale abbattimento a fronte del quale ottiene la possibilità di costruire abitazioni residenziali. Ma quello che viene ricostruito non compensa la quota di edifici abbattuta Si potrà arrivare fino ad un 30% in meno del volume complessivo.
Il volume resta invariato se si mantiene la destinazione d’uso originale. Vedremo se si muove qualche proposta…


 

Passiamo alla scuola. Una delle cose che la gente si chiede è la questione del terzo polo scolastico, c’è preoccupazione sull’incrocio con la scuola paritaria, questa non parte, non parte l’altra, le due cose sono collegate…

Le cose stanno in questi termini: la scuola paritaria Aurora-Bachelet doveva iniziare la costruzione dei propri nuovi edifici qualche mese fa, ma i lavori non sono stai avviati a causa di problemi insorti sulla compravendita delle aree oggetto del piano; finalmente nelle scorse settimane è stato raggiunto l’accordo definitivo e la convenzione sarà firmata nei prossimi giorni; il progetto partirà quindi nel giro di poche settimane.
E’ chiaro che la scuola non sarà pronta per il settembre 2011 come era previsto, ma sarà realizzata per essere fruibile nel settembre 2012. Nella convenzione è scritto però che l’Aurora-Bachelet dovrà comunque liberare due aule in Via Mose’ Bianchi: stiamo valutando con loro quale attuazione dare a questo passaggio, poiché è fondamentale che ci siano gli spazi utili per tutti.


 

Avete deciso la localizzazione del terzo polo scolastico?

A giorni verrà pubblicato il bando per la progettazione preliminare del nuovo polo in via Goldoni, vicino alla Cascina Galanta, adiacente al campo da hockey; si dovrebbero avviare i lavori nella prossima primavera, con previsione di fine lavori per l’avvio dell’anno scolastico 2013-2014.


 

Sulla scuola si vocifera che ci sarà comunque una serie di tagli statali sui finanziamenti…

Noi ce la siamo cavata quest’anno e ce la caveremo anche il prossimo. Ci sono colleghi Sindaci che stanno chiudendo a fatica in questo mese il bilancio del proprio Comune; noi l’abbiamo approvato a dicembre. Si fa fatica a chiudere un bilancio quando sai che avrai a disposizione 2.200.000 in meno... Partendo da questi presupposti siamo però riusciti a fare un’operazione credo non molto dolorosa; non abbiamo cancellato nessun servizio, tagliando un po’ in ogni settore e continuando, come ormai facciamo da tre anni, nella politica di risparmio su molte spese. L’aspetto più delicato ha riguardato l’assistenza ai ragazzi disabili; qualcuno si è arrabbiato, ma la grande maggioranza dei genitori ha capito il problema. Il nostro Comune da sempre, non solo in questi ultimi anni, sulla disabilità fa davvero tanto; i ragazzi accreditati non sono pochi, anche in relazione alle statistiche di altri paesi vicini. A Cernusco ci sono tante organizzazioni che fanno da valido supporto ai genitori ed aiutano a far emergere questi casi così da poterli far certificare e ricevere la dovuta assistenza.


 

I tagli di bilancio hanno limitato anche le iniziative culturali?

La cultura ha subito in questi anni tagli in linea con quelli operati sugli altri settori. Abbiamo però avuto la capacità di riorganizzare le proposte, contenere alcuni costi ed ottenere il consenso di molti sponsor che in questi anni hanno garantito il sostegno a manifestazioni specifiche, come quelle del Natale o quelle estive: senza l’apporto dei privati non sarebbe stato possibile offrire quanto abbiamo proposto alla città. In questi anni è nata la prima stagione sinfonica cittadina (“Armonia”) ed il Comune è tornato ad organizzare insieme all’Agorà e alla Banca di Credito Cooperativo la stagione teatrale, che anche quest’anno ha avuto grande successo. Le iniziative primaverili ed autunnali a favore delle famiglie, come pure le proposte della biblioteca sono valide e partecipate. Infine va sottolineata la capacità di collaborare con le associazioni locali che organizzano importanti appuntamenti che vengono patrocinati od organizzati insieme al Comune.
Tutto ciò ha consentito di ampliare l’offerta culturale della città.


 

Lei che ha ben conosciuto l’esperienza della Cooperativa Intermedia; non si è riusciti a far decollare qualche nuova iniziativa che ne raccogliesse l’impegno concreto?

Sì, questo era un nostro impegno: supportare la nascita di una nuova cooperativa di lavoro. Ci sarebbe sicuramente bisogno di questa opera; supportare però non vuol dire gestire direttamente.
Noi non abbiamo una cooperativa in questo momento, ma ci siamo inventati altre modalità per supportare alcune persone che hanno difficoltà,: siamo riusciti a dare sostegno ad alcune di queste persone con “borse-lavoro” e inserimenti mirati in alcune attività promosse dai servizi sociali. Sulla cooperativa abbiamo abbozzato qualche ragionamento, senza arrivare però a passaggi operativi. Prima, ad esempio, sarà necessario arrivare alla definizione dei nuovi assetti della Cernusco Verde (che per legge dovrà “sposare” un socio privato operativo) e poi si potrà pensare di coinvolgere una cooperativa che potrebbe gestire alcuni servizi della Cernusco Verde ed inserire alcune persone che diversamente non avrebbero accesso al mondo del lavoro. E’ comunque difficile oggi mettere in piedi una cooperativa di tipo B che dia lavoro a persone svantaggiate e riesca ad avere la capacità di stare in piedi dal punto di vista economico. Il mercato oggi è molto severo e la crisi economica non aiuta.


 

In questo clima generale di difficoltà economica, dove anche il Cardinale Tettamanzi ha mobilitato con raccolte di fondi le parrocchie per la creazione del Fondo di Solidarietà, in che modo vi siete mossi come Amministrazione Comunale?

Nonostante la nostra sia una città ricca – siamo la 41ª città italiana per reddito lordo procapite –, ci sono anche da noi sacche di povertà: persone povere, sfrattate, che perdono il lavoro, che non riescono a pagare il mutuo. I servizi sociali, dall’inizio della crisi economica, iniziata 3 anni fa, hanno registrato il raddoppio delle persone che chiedono aiuto al Comune. E’ un segnale tangibile di difficoltà anche in realtà belle o ricche come la nostra. Alcune azioni importanti intraprese meritano di essere sottolineate: la creazione di una rete sul territorio ha visto collaborare l’assessorato ai servizi sociali a tavoli congiunti con la Caritas e le ACLI e poi allargare questa collaborazione ad altri partner istituzionali, con la creazione – dopo la firma di apposito protocollo d’intesa – di un tavolo “crisi-lavoro” con rappresentanti anche dei sindacati e delle aziende; è la prima volta che Assolombarda firma un accordo cittadino con i sindacati. Questa cosa non porta un aiuto immediato, ma consente almeno di monitorare meglio alcuni fenomeni, di avere anticipazioni sui trend per meglio organizzarsi. Altra cosa che qualifica il nostro operato è – alla luce dei tagli governativi di questi anni – non aver falcidiato il settore dei Servizi Sociali; anzi in questi anni, pur di poco, è andato crescendo percentualmente nel bilancio complessivo di spesa: questo settore impegna infatti circa un quarto nelle voci del bilancio comunale. Abbiamo fatto partire in questi due anni tre “bandi crisi”, mettendo a disposizione risorse straordinarie dedicate espressamente a chi ha perso il posto di lavoro, a quelle nuove povertà che sono emerse a seguito della crisi economica, tre bandi che hanno consentito di consegnare decine di migliaia di euro a persone e famiglie; sono consapevole che anche queste risorse non vanno a risolvere il problema, ma almeno tamponano le situazioni più gravi. La cifra complessiva di questi bandi è stata di 200mila euro in 2 anni. Tutti, comunque, speriamo che ci sia a breve una ripartenza economica.


 

I “progetti di solidarietà internazionale” sono anche una modalità di coinvolgimento dei giovani. Che ritorni avete avuto?

Abbiamo avuto dei buoni risultati; anche su tali temi avevamo preso un preciso impegno in campagna elettorale e lo abbiamo mantenuto. Abbiamo creato una specifica struttura di cooperazione internazionale, con la quale il Comune va a finanziare progetti presentati da associazioni locali. Prima dell’istituzione del fondo sono stati consegnati 20.000 euro a Sara Alba e a Padre Emilio Spinelli, poi sono stati proposti due bandi da 20.000 euro l’uno e quest’anno ci sono 15.000 euro a disposizione. Abbiamo creato una struttura, un ufficio vero e proprio e abbiamo partecipato con Segrate e Pioltello al bando della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento delle Politiche Giovanili, teso a finanziare progetti di mobilità internazionale dei giovani legati proprio a progetti di cooperazione internazionale. Abbiamo vinto il bando ed abbiamo avuto un finanziamento messo a disposizione dei giovani delle nostre tre città per sostenere economicamente viaggi nello Zambia, in Marocco, in Brasile, in Ecuador, in Repubblica Dominicana, per andare in loco a vedere e a seguire i progetti di cooperazione internazionale avviati dai nostri Comuni. Sono contento del fatto che la maggior parte dei ragazzi che si sono iscritti sono della nostra città. Hanno risposto 3 ragazzi di Segrate, 11 di Pioltello, e 18 di Cernusco. Questo vuol dire che i nostri giovani sono attenti a queste problematiche: la ricchezza sociale, la storia, tanti missionari, un associazionismo vivo che ha saputo seminare bene, sono alla base di questo successo ed è bello vedere questa risposta.

 

 

La partecipazione: abbiamo visto qualcosa di nuovo, il bilancio partecipato, le consulte, i canali diversificati di informazione. Ne è valsa la pena?

Voglio precisare questo concetto, per il Sindaco di Cernusco “partecipazione” non vuol dire che io faccio “l’amministratore di condominio”, cioè: non faccio riunioni nelle quali mi si dice cosa devo fare… Sono stato eletto con una maggioranza e sulla base di un programma specifico che mi sono impegnato a realizzare. La partecipazione è da intendersi come coinvolgimento della città, sia come cittadini che come associazioni, nel processo decisionale, che non parte da zero ma che ha già un percorso in parte disegnato, perché altrimenti – a mio giudizio – verrebbe proprio meno il concetto della democrazia rappresentativa. Se chi viene eletto per rappresentare i cittadini è senza idee o non ha la possibilità di concretizzarle, si indebolirebbe proprio la rappresentatività elettorale. Però la democrazia rappresentativa ha il limite di concretizzarsi ogni 5 anni, e in 5 anni tante cose possono cambiare. Il farsi invece affiancare nei processi decisionali da organismi rappresentativi e partecipati consente di mantenere sempre aperto un dialogo costante con le realtà da servire e si possono ascoltare suggerimenti che a volte contribuiscono a riorientare le scelte. Questo processo consente anche di allargare la consapevolezza del corpo sociale circa le scelte che si compiono.
Abbiamo costituito in questi 5 anni la Consulta dello Sport, la Consulta del Sociale, la Consulta della Cultura, la Conferenza permanente della Scuola: l’aver riunito i rappresentanti di queste realtà, ci ha permesso di fare scelte condivise, orientate, meglio spiegate e quindi meglio recepite dagli interessati.
Sul Bilancio partecipato devo dire che si tratta di un grandissimo sforzo, perché avviato in un momento di crisi come questa: non puoi dire ai cittadini “ti do un milione di euro: dimmi come spenderli”. Abbiamo quindi lavorato su quote piccole, però siamo stati attenti a spiegare, anche con un’informazione specifica, come i soldi vengono spesi, quanti soldi ci sono e dove vanno a finire.. La trasparenza e la comunicazione sono aspetti fondamentali per una partecipazione consapevole alle scelte per la città..


 

Perché è stato impiegato cosi tanto tempo per pubblicare la graduatoria del bando per l’acquisto delle abitazioni comunali in edilizia convenzionata? E dove verranno edificate?

E’ vero, il bando ha avuto tempi lunghi, ma non perché abbiamo voluto tirare in lungo. Questa considerazione vale anche per altre situazioni: il vero problema è determinato dalle risorse umane a disposizione, dal fatto che gli uffici, oltre un certo carico di lavoro, non possono fare di più. L’Ufficio Urbanistica è stato oberato per lungo tempo dal grande lavoro relativo al Piano di Governo del Territorio e questo ha rallentato altre operazioni. Mi scuso con i cittadini che attendevano una risposta, ma la priorità del PGT, che ha una cadenza decennale e scadenze precise, è stata determinante. E’ stato impegnativo mettere insieme e verificare i dati delle 320 persone che hanno fatto richiesta per il bando e stilare una graduatoria. In ogni caso ora la graduatoria c’è, e posso anticipare che le prime abitazioni costruite saranno in zona Castellana.


 

I lavori di sistemazione di alcune strade, nonostante i disagi che si sono registrati, hanno dato una svolta alla viabilità interna? Ne è valsa la pena?

Cantieri importanti ora non ce ne sono più. Sì, ne è valsa la pena. Non abbiamo ancora dati precisi però se pensiamo alle code che c’erano prima in Via Fontanile, in Via Colombo, in Via Marcelline/Biraghi, bisogna convenire che la situazione è decisamente migliorata: il traffico è più fluido e – sui tratti interessati dai lavori – non ci sono più code persistenti.
Da poche settimane è inoltre stata aperta per intero la Mirazzano-Cologno Monzese che, grazie al ponte di Cascina Burrona, consente di giungere fin sulla Padana: stiamo aspettando che la Provincia perfezioni la cessione al Comune del pezzo di Via Vespucci (dalla rotonda di via Fontanile fino alla rotonda dell’ITSOS), perché allora potremo pensare di mettere limitazioni al traffico passante negli orari di punta, dirottandolo proprio sulla Mirazzano-Cologno Monzese.
E’ difficile far cambiare le abitudini agli automobilisti ma bisogna lavorare su questo tema per decentrare il traffico su strade esterne con scorrimento più veloce.


 

C’è in previsione la riqualificazione di Piazza Stefano Ghezzi?

E’ certamente una sistemazione che deve essere fatta, ma non c’è al momento un progetto. Però – come per Piazza Pirola ed altre piazze con box sottostanti che hanno una serie di problemi di infiltrazioni d’acqua – occorre intervenire non solo nella parte esterna della piazza, ma pure nelle parti sottostanti: si tratta di interventi di non poco conto e – tenuto conto della mole di investimenti che si stanno attuando – si non si potranno dovranno effettuare prima del prossimo mandato.


 

Tre cose che reputa tra le più significative tra quelle fatte?

La riqualificazione che sta per partire della Vecchia Filanda: sono più di vent’anni che si aspettava una soluzione a questo simbolo della città.
La riqualificazione viabilistica di alcuni assi stradali della città, non solo per quanto riguarda il miglioramento della viabilità, ma anche per l’arredo urbano.
Nel campo scolastico il nuovo polo scolastico di via Goldoni, anche se di prossima realizzazione, e la possibilità data alla scuola paritaria Aurora-Bachelet di realizzare il loro nuovo plesso scolastico: dopo venticinque anni di convivenza con la scuola statale avrà la possibilità di avere un futuro indipendente e la scuola statale potrà recuperare importanti spazi.


 

Intervista a cura della Redazione di Voce Amica

 

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