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HOME > Sguardi, Oltre il Naviglio > 23 Marzo 2015

RATING DI LEGALITÀ: SEMPRE PIÙ IMPRESE LO CHIEDONO

 

La cronaca quotidiana induce purtroppo a pensare che contro corruzione e illegalità ogni arma sia spuntata, sia quelle a disposizione delle istituzioni, sia e a maggior ragione quelle dei cittadini.

 

 

C'è ancora chi crede che la legalità non solo sia possibile, ma anche utile in chiave economica. Al singolo come alla collettività. Che il rispetto della legalità sia insomma un fattore di distinzione, o un fattore critico di successo che per giunta fa girare meglio l’economia nel suo complesso.

 

In vigore da tre anni - A pensarla così sono verosimilmente le imprese e le organizzazioni che hanno chiesto e ottenuto il rating di legalità. Uno strumento introdotto nell’ordinamento ormai tre anni fa nel decreto «Cresci Italia», fra i primi atti dell’allora governo Monti, per stimolare comportamenti più virtuosi negli operatori economici, che sembra però solo ora iniziare a dispiegare finalmente il suo potenziale. È vero, infatti, che le imprese e organizzazioni che hanno finora ricevuto il rating di legalità sono poche centinaia. Ma è anche vero che ciò che più rileva, per uno strumento in pratica appena nato e per il quale solo nella seconda metà del 2014 sono state messe definitivamente a punto normativa e regolamentazione necessarie a renderlo pienamente operativo, sono i dati di tendenza. E quelli resi noti nei giorni scorsi dall’Agcm (Autorità garante per la Concorrenza e il Mercato), che attribuisce il rating, paiono particolarmente significativi.

 

Nel 2014, infatti, le richieste per l’attribuzione del rating pervenute all’Authority sono più che raddoppiate, passando dalle meno di 150 dell'anno precedente a oltre 400, per un totale di quasi 550. Di queste, sono andate a buon fine circa la metà, nel senso che i rating da una a tre stellette effettivamente attribuiti a tutto il 2014 sono stati 271. A fronte di una decina di esiti negativi, di una sessantina di situazioni non valutabili - perché il fatturato dell’azienda non raggiungeva la soglia minima dei due milioni di euro - e di oltre 170 casi che risultavano ancora in corso d’esame.

 

Gli ultimi dati aggiornati sul sito web dell’Authority parlano già di oltre 361 imprese con rating di legalità. Segno che i meccanismi studiati per incentivare la diffusione di questo strumento stanno probabilmente iniziando ad entrare in circolo: del rating di legalità, infatti, è previsto che si debba tener conto nella concessione di finanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, nonché in sede di accesso al credito bancario. (fonte: Avvenire, 6 marzo 2015)

 

 

Cernusco sul Naviglio, 23 marzo 2015

 

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