CernuscoInsieme

Condividi il contenuto di questa pagina con i tuoi amici:

Torna alla pagina precedente

comunità pastorale

voce amica agorà oasi cVillage

piazzetta

dalla città

CernuscoInsieme.it - Il Portale della tua Città

Stai navigando in
HOME > Sguardi, Oltre il Naviglio > 16 Marzo 2015

PROFUGHI CHE DIVENTANO VOLONTARI

 

Sono in atto diverse esperienze che vedono gli immigrati impegnati in piccoli lavori di utilità sociale: ripulire sentieri di montagna e parchi, di svolgere piccole attività di manutenzione.

 

 

Ci sono esperienze che permettono di leggere "l’e­mergenza" immigrazione sotto una luce diversa. In un’ottica di re­stituzione, di dono di sé e del pro­prio tempo come primo passo per una vera integrazione attraverso la costruzione di legami, amicizie, condivisione di valori e impegni per una città che - in futuro - po­trebbe anche diventare la propria casa. Capofila nel proporre queste esperienze è stata la Caritas di Ber­gamo: sul territorio sono presenti circa 400 profughi e la metà è im­pegnata in attività gratuite a favo­re del territorio. Il tutto grazie a un protocollo firmato lo scorso otto­bre con la Prefettura e i Comuni del territorio per strutturare que­sto tipo di attività, all’interno di u­na "cornice" amministrativa e le­gislativa ben definita. Che forni­sce anche una copertura assicu­rativa. «Ero preoccupato per i lun­ghi tempi di attesa necessari a ot­tenere i documenti. Non fa bene a ragazzi di venti, trent’anni restare tutto il giorno senza far nulla», ha spiegato don Claudio Visconti, di­rettore della Caritas diocesana. Da qui l’idea di coinvolgere i giovani ospiti, prevalentemente africani, in attività di volontariato. Un’e­sperienza nuova, dal punto di vi­sta amministrativo, che è stata poi presa a modello da altri Comuni in giro per l’Italia.

 

«I profughi hanno apprezzato questa iniziativa perché ha permesso loro di restituire la gratuità ricevuta con l’accoglienza», ha aggiunto don Claudio. E il loro lavoro ha consentito di ripuli­re sentieri di monta­gna e parchi, di svol­gere piccole attività di manuten­zione negli oratori, nelle parroc­chie e in vari edifici pubblici di al­cuni centri della bergamasca. L’impegno volontario dei giovani profughi permette anche di spe­gnere i brontolii di chi vede nel­l’accoglienza solo uno spreco di risorse: «Vederli lavorare per il be­ne comune rende migliore l’acco­glienza», ha proseguito il sacerdote. I profughi, dunque, possono di­ventare una risorsa per il territo­rio. In modo particolare per quei Comuni che - di fronte ai conti­nui tagli e alla carenza di risorse - devono contenere il più possibile le spese.

 

Altre esperienze hanno interessato, per esempio, nell’estate del 2014, il Co­mune di Sesto Fiorentino, che ha ac­colto una sessantina di persone, che sono adesso impegnati in piccoli lavori di utilità socia­le: manutenzione, tinteg­giature, pulizia dei canaletti e cu­ra dei giardini e delle aree verdi. Piccoli lavori, assolutamente non pericolosi. Un’altra esperienza vede coinvolta la Comunità di Sant’Egidio al Cara di Mineo con un’esperienza di preghiera co­munitaria, organizzata una volta alla settimana, e il coinvolgimento dei profughi nelle attività a favore dei più deboli: anziani, bambini e senzatetto. (Fonte: Avvenire, 8 marzo 2015)

 

Cernusco sul Naviglio, 16 marzo 2015

Sito continuativamente attivo dal 1 gennaio '01    Best View:  800x600  IE 6