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Ciò che nessuno vi dirà mai sul PGT – Seconda parte

 

Dopo l’analisi sullo sviluppo demografico-edificato dei PRG precedenti comparato alle identiche previsioni del nuovo PGT (già apparsi su questo sito – prima parte - art. 1 delle Disposizioni del Documento di Piano) proseguo con l’art. 2. Non senza far notare che questi primi articoli, per collocazione ed importanza, dettano le derivate del quadro generale del PGT.

Si afferma pubblicamente che col PGT si costruirà meno del PRG precedente: una nuova leggenda metropolitana? Le mie analisi, sempre fondate sui dati previsionali dell’art. 1 proprio dello stesso PGT quindi non inventate, dicono esattamente il contrario: tremila abitanti in cinque anni è la massima previsione ch’io conosca e ricordi da sempre per gli strumenti generali.

Personalmente non mi scandalizzo per questo; mi da tremendamente fastidio il maldestro tentativo di sottacere la verità e di coprire il tutto facendo finta di nulla, in totale assenza di comparazioni ufficiali fra previsioni e concesso. Un PGT serio non poteva non farlo e non analizzarlo.

 

Art.2 - Monitoraggio

Ogni venti mesi, a partire dalla data di approvazione del DdP, l’Amministrazione Comunale provvede ad accertare,con riferimento al tempo trascorso, il conseguimento degli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo di cui al precedente art.1 e ad adottare le necessarie o comunque opportune misure correttive. Dette misure consisteranno nella riduzione dei menzionati obiettivi ove risulti che lo sviluppo già realizzato abbia determinato o stia determinando effetti negativi non previsti con la valutazione ambientale strategica; tale riduzione sarà operata a carico delle previsioni relative alla nuova edificazione nel tessuto urbano consolidato. Anche ove il monitoraggio evidenziasse il sovradimensionamento degli obiettivi di cui al precedente art.1 in relazione alla domanda ed alla capacità effettive di sviluppo, le misure correttive consisteranno nella riduzione degli obiettivi medesimi. Per ogni operazione di accertamento viene prodotta apposita relazione da diffondere anche a mezzo del sito WEB del Comune.

In buona sostanza, il Comune controlla lo sviluppo programmato e se si splafona introduce misure correttive, come obbligo non come possibilità. Già detta così ci si chiede, come si possa splafonare o risultare sovradimensionati gli obiettivi se sono stati fatti bene i conti: edificato/stato di fatto, previsione/stato di progetto con relativi delta. Evidentemente si ha timore non averli fatti bene o di non averli analizzati affatto mettendo avanti le mani. Dette misure correttive non sono altro che il blocco dell’attività edilizia. Dove? Non nella zona libera come parrebbe più logico, ma proprio nel tessuto urbano consolidato, stimato in queste zone dal PGT in quasi mille abitanti.

Ovvero, proprio la zona di completamento per sopralzi e ampliamenti famigliari, ora impossibilitati a fare ricorso. Una furbata tecnico-amministrativa ipocrita. La gente comune, ma nemmeno gli addetti, l’hanno osservata perché sottaciuta nei fatti o nebulosamente distorta da quel famoso 40% in meno di edificabilità che il PGT prevederebbe nelle zone di espansione rispetto al PRG precedente. O perché deviata dal quell’altrettanto famoso spauracchio del “milione di mc.”: un dato questo sparato e mai rivisto nonostante l’abbia messo in crisi con le mie argomentazioni teoriche. Le bugie hanno sempre le gambe corte, soprattutto in politica, senza scomodare Collodi.

Dopo che si è dichiarato che gli ampliamenti famigliari si potranno fare anche coi “sottotetti” (un’enunciazione che non vale la pena commentare) evidenzio che anche i semplici sopralzi potranno essere diniegati proprio laddove c’è il tessuto consolidato e le esigenze reali e dove non si consuma suolo! Incredibile! Un passo indietro inammissibile. Una retromarcia senza averla innestata.

Una NORMA ingannevole e capestro. Una NORMA irragionevole che contraddice nei fatti, enunciazioni politiche di tutt’altra natura malamente rassicuranti. Una NORMA beffa. Una NORMA che nessuno che ne ha il dovere, ha letto davvero e che fa parte del sempre più voluminoso fascicolo delle NORME DORMIENTI dei Consiglieri Comunali Cernuschesi. Nessuno escluso! Nessuno se ne accorge!

Confesso e ammetto la mia ignoranza: non ho mai visto nessuna regola come questa così indefinita e involuta del tutto senza “la certezza del diritto”. Spero che sarà ritenuta NORMA ILLEGITTIMA e/o comunque da rivedere, indipendentemente da tutte le assicurazioni “politiche” sui sopralzi e ampliamenti che restano sotto la forca del “blocco”. Con che faccia?

Quella dell’art. 2 è una disposizione che se fosse stata frutto di vera PARTECIPAZIONE e CONOSCENZA in quanto DIRETTIVA ed incidente, sarebbe stata sommersa da osservazioni. Ecco che ritorna il mancato anello della vera presentazione pubblica ed ILLUSTRATA di taluni atti cogenti. Ora, purtroppo, siamo al: “ciapa su e porta a cà”. Per inciso, le misure correttive altro non dovrebbero significare che “varianti” al PGT per bloccare formalmente l’edificazione.  

Ho atteso a denunciare questi due fatti (art. 1 e art. 2) a PGT approvato avendo già previsto la fine INGLORIOSA delle “mie” osservazioni: se non hanno capito quelle, figurati queste due. Ora il PGT c’è: positivo e tiepido, pavido e contraddittorio, senza infamia e senza lode a parte gli sbrodolamenti. Evviva il PGT dunque…

Dopo la maratona consigliare, vedremo se c’è qualcuno che ha il coraggio di presentare qualche interrogazione sui problemi sollevati esaminando a fondo i due articoli-base. Non si schioderà nulla ma testimonieranno un valore di politica-amministrativa incompiuto.

Si dirà che la previsione quinquennale è larga (tremila abitanti) e che non succederà mai di splafonare e che la disposizione resterà inapplicata nei fatti. Allora perché introdurla? Mi auguro davvero che non si raggiungano i limiti prefissati: resta il fatto che solo l’averla pensata e prevista è sinonimo di miopia, palese contraddizione e di presa in giro.

Una NORMA quanto e tanto pari ai famosi volantini anonimi che “derubavano” le volumetrie dei Cernuschesi per i quali, giustamente ci si scandalizzò. Qui i cittadini non rischiano d’essere ugualmente “derubati” (in un secondo tempo) di un diritto minimo e rasicato come disposto dall’incredibile parcellizzazione degli indici edificatori ingabbiati al massimo e che si distinguono per uno 0,1 / 0,2 / 0,3 % scambiando l’urbanistica per farmaceutica. Una normativa assegnataria di indici cervellotici e soggetta a variabili di misure infinitesimali oltre che di tempistica attuativa. Una contro-deregulation dispositiva inutile, difficile da capire applicare controllare e gestire.    

Nessuno si chiede come mai, 25 anni fa, si è riusciti a dare uno sviluppo equilibrato e sostenibile alla Città con tre -  soli tre – semplici indici edificatori? 

E’ facile prevedere che nei primi venti mesi assisteremo alla “guerra dei bottoni” fra poveri. La gente comune correrà all’accaparramento del bonus edilizio contingentato. E coloro che non piglieranno il “codino” di premio per il giro gratuito sulla giostra del cal-cin-culo, dove lo prenderanno (il volume)? 

Come riuscirà poi il Comune a controllare, sempre fra venti mesi (utilizzando il criterio ISAT o quello edificatorio?) con semplici somme lo sviluppo anagrafico-edilizio diventa difficile crederci visto che NON SI RIESCE A PRODURRE UNA STATISTICA DECENTE CHE E’ UNA da quindici anni a questa parte. Dovranno fermare gli Uffici per controllare o si farà finta di niente e di tutto?

Seguirà terza parte.

Sergio Pozzi
 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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