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Constantes e PGT 



Lo scorso giovedì, 13 maggio, si è svolta l’assemblea dei soci della Cooperativa Edificatrice Constantes nel corso della quale si è anche discusso del PGT, appena adottato dal nostro consiglio comunale. Al dibattito ho portato anche il mio contributo, che mi è sembrato ampiamente condiviso dai soci presenti, con l’intervento che segue.

Dalle prime indicazioni emerse dal PGT, che è stato adottato dal nostro Comune lo scorso 5 maggio, devo dire che, come socio della Constantes, non sono contento. Io sono certamente meno prudente del presidente e del consiglio d’amministrazione e dirò con estrema franchezza quello che penso.
Mi sembra che sia chiaro per tutti che la nostra cooperativa non si aspetta favori da nessuno e quindi neppure dall’amministrazione comunale, ma essendo noi soci consapevoli e fieri della funzione sociale a cui la Constantes ritiene di poter continuare ad assolvere nell’ambito della città, ci si attendeva, quantomeno, una diversa valutazione delle proposte che, sin dal giugno 2006, la nostra cooperativa (come ha illustrato il presidente nel corso dell’assemblea) aveva presentato.
Ciò che sembra emergere dal PGT, a mio giudizio, è una nuova idea di città, in cui si intende salvaguardare il territorio a verde rimasto, valorizzare le sue risorse ambientali e promuovere una migliore qualità della vita. Obiettivi sui quali si può anche essere d’accordo, e io lo sono, ma si vorrebbe anche capire come è stato conciliato tutto questo con il bisogno di casa per i Cernuschesi che non sono in grado di acquistare un alloggio sul libero mercato.
In questo ultimo decennio è vero che a Cernusco si è costruito tanto e in modo un po’ disordinato (anche l’ex sindaco Cassamagnaghi si è dichiarato pubblicamente pentito per il PII Alberti, quello di via Cavour, vicino al cimitero), ma lo si è fatto soprattutto per rispondere alla domanda di nuovi alloggi da parte di famiglie provenienti da altri Comuni.
Il ruolo delle cooperative, a partire da metà degli anni ’90, è stato certamente marginale, perché è stato dato ampio spazio all’edilizia libera e poco a quella convenzionata.
Una possibile conseguenza del PGT appena adottato - che prevede limitati interventi di edilizia residenziale - potrebbe riguardare la difficoltà per i Cernuschesi del ceto medio (che per la maggior parte non hanno villette da sopralzare) di acquistare un alloggio: l’acquisto di una casa sul libero mercato potrebbe essere per loro molto difficile, per i prezzi troppo elevati, benché si dica che ci sono molti alloggi invenduti; sì vedrebbero altresì esclusi dalla possibilità di rientrare, per i limiti di reddito imposti, nell’edilizia sociale. Che è, invece, sostenuta dall’attuale amministrazione comunale. Personalmente, sono d’accordo che vada incentivata l’edilizia sociale, anche se poi non condivido le modalità con le quali l’amministrazione comunale intenderebbe gestirla: far costruire a imprese o cooperative e poi assegnare gli alloggi con la graduatoria comunale. Se così fosse, perché la cooperativa dovrebbe impegnarsi in questa iniziativa?
Il principio di sussidiarietà e quello di mutualità, fondamento dell’esperienza cooperativa, sarebbero qui completamente dimenticati!
A mio parere, non si è ancora capito, o meglio si fa finta di non capire, che le assegnazioni della Constantes sono fatte tutte a favore dei Cernuschesi (34 su 36 in via Vespucci residenti in città; 2 nati a Cernusco che vogliono ritornarvi).
Non si è ancora capito che la gestione della graduatoria comunale provoca, nei fatti, un allegamento nei tempi di assegnazione degli alloggi e, in tanti casi, non incontra neppure le esigenze dei richiedenti. Come l’esperienza dal 2003 ad oggi insegna!
Vorrei poi aggiungere qualche considerazione sull’area ex Garzanti. Con il PGT adottato, su quest’area potrà essere realizzato tutto quanto non rientra nella residenza e nella grande distribuzione, in sostanza rimane com’è adesso.
Per il polo tecnologico l’amministrazione comunale ha individuato un’area pubblica attorno a Villa Fiorita: vedremo così che cosa concretamente riuscirà a fare, visto che in alcune occasioni il Sindaco ha pubblicamente detto che sinora non si è potuto realizzare il polo tecnologico perché la proprietà dell’area ex Garzanti non è interessata a una simile proposta.
Più che la mancanza dell’interesse della proprietà alla proposta a me è parso chiaro che in tutti questi anni non ci sia stato un interesse delle imprese, delle società di consulenza immobiliare e degli operatori al riguardo. Indicazione che mi sembra emersa anche dal qualificato studio che la proprietà dell’area ha fatto fare negli scorsi mesi da una società specializzata, con docenti e ricercatori del Politecnico di Milano.
Dobbiamo anche dire con estrema chiarezza che l’idea sbandierata in campagna elettorale dall’attuale amministrazione comunale di un polo tecnologico sull’area ex Garzanti si è presto dimostrata vuota di contenuti. È stato istituito un assessorato apposito, è stato siglato un accordo con un’agenzia di sviluppo ma, per quanto ci è stato dato modo di vedere, si è brancolato nel buio più profondo.
Dalle dichiarazioni fatte dal Sindaco in consiglio comunale, la scorsa settimana, mi è parso di capire che l’area ex Garzanti è dismessa da troppo poco tempo, rispetto ad altre (Supercash, Albergo Melghera …), per poter già sperare in un cambio di destinazione d’uso; ma devo anche rilevare, salvo essere poi smentito da un più attento esame della documentazione, che forse un trattamento diverso è stato riservato ad altre aree.
La trasformazione, in parte a residenziale e in parte a produttivo, pensata per il comparto compreso tra via Pasubio e via Verdi indica che non sono proprio del tutto incompatibili le abitazioni con le attività produttive, artigiane e commerciali; quindi la costruzione di alloggi sull’area ex Garzanti non sarebbe incompatibile con il contesto circostante.
Non ho alcuna difficoltà ad ammettere che io non ero d’accordo con la tipologia di costruzione prevista dall’ex PII Garzanti (due torri) e ritenevo possibile anche una destinazione ad attività produttive dell’area ex Garzanti; ma con tutto quello che è successo in questo ultimo triennio (crisi economia e finanziaria, innanzitutto) quell’idea ora non appare più concretamente realizzabile.
A proposito dell’acquisto dell’area ex Garzanti, nel febbraio 2007, l’allora candidato a sindaco Eugenio Comincini scriveva: “La Constantes ha la comprensibile necessità di rientrare da un investimento finanziario che l’ha seriamente impegnata per venire incontro ad esigenze sociali.”
L’amministrazione comunale non si dovrebbe dimenticare proprio di questo: non stiamo parlando di un’operazione fatta a fini speculativi, ma di un intervento deciso per motivazioni sociali.
Ritengo, quindi, che la Constantes debba insistere in tutti i modi per conseguire in futuro, che spero prossimo e non lontano, la possibilità di costruire sull’area ex Garzanti alloggi per i Cernuschesi: almeno qui non si consumerà nuovo territorio e si potranno assegnare alloggi a valori inferiori a quelli del libero mercato..

Carlo Guzzi
(socio della Cooperativa Edificatrice Constantes)
 

Un altro socio intervenuto nel dibattito ha invitato i presenti a riflettere sul perché, “quando a livello politico locale si parla della Constantes, si riscontra sempre un atteggiamento ostile alla Cooperativa.”
Per me la risposta, sulla base dell’esperienza di questi ultimi vent’anni, è da ricercare nel suo rifiuto ad accettare logiche di schieramento politico, mentre ha sempre rivendicato con forza la sua ispirazione ideale e la sua funzione sociale.

 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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