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Federalismo: una leggenda metropolitana?  


Nonostante il federalismo fiscale sia da tempo esaltato da Berlusconi e dai suoi sempre più decisivi e pretenziosi alleati della Lega, sono ancora una volta gli enti locali a pagare il contributo della politica centralista e propagandistica del governo di centrodestra. Il rendiconto di gestione dell’esercizio finanziario 2009 del nostro Comune, vero e proprio bilancio consuntivo dell’ente, mette in luce come per l’attuale governo i sempre più consistenti tagli ai Comuni siano divenuti una vera a propria linea guida. Alla faccia del federalismo e di slogan utili in campagna elettorale ma smentiti dai fatti, quali “Padroni a casa nostra” e “Roma ladrona”. Da Roma, infatti, la Lega e il Pdl, ormai sua costola, hanno tagliato ai ricchi l’ICI, ovvero la tassa federalista per eccellenza, quella che restava davvero sul territorio e veniva gestita in prima persona dai sindaci per fornire servizi e infrastrutture ai propri cittadini. Risultato? I ricchi, titolari di ville e appartamenti di lusso, non pagano più un euro per la prima casa (ricordiamo che l’ICI per i redditi medio bassi era già stata abolita dal Governo Prodi), e i Comuni hanno sempre meno fondi. Il Governo aveva promesso un rimborso per le mancate entrate fiscali, ma ad anni di distanza tale restituzione al nostro Comune non è ancora avvenuta integralmente e c’è da temere che diverse centinaia di migliaia di euro non tornino più sul nostro territorio. Un vero e proprio “scippo di Roma ladrona al Nord che produce”, una “mano nelle tasche dei cittadini”, per dirla in termini leghisti e pidiellini.
Altro vincolo che condiziona pesantemente il bilancio del Comune di Cernusco è il patto di stabilità, che impedisce di spendere in investimenti sul territorio le risorse disponibili. Anche il sindaco Comincini ha partecipato alla manifestazione a Milano promossa da ANCI Lombardia per chiedere di modificare i vincoli del patto. Ma, nonostante il presidente regionale di ANCI sia il leghista Attilio Fontana, sindaco di Varese, anche questa volta Tremonti, da Roma, non ha dato risposte e tempistiche chiare, limitandosi ad accusare Romano Prodi di tali vincoli, forse dimenticando che il governo è cambiato da due anni.
In questo contesto davvero complicato l’amministrazione comunale di Cernusco, ottimamente coadiuvata dagli uffici, ha dato prova di grande capacità.
In primo luogo, si è deciso di non finanziare le spese del Comune attingendo ad oneri di urbanizzazione, frutto di colate di cemento e di consumo del territorio. Si tratta di una linea purtroppo ben nota a Cernusco e in molti altri Comuni, ma rispetto alla quale si è verificata una decisa inversione di tendenza. La maggioranza, in questi anni, ha infatti cancellato due piani di intervento ed è intervenuta anche a Ronco per limitare il consumo di territorio, contenendo un piano di lottizzazione enorme, eredità del vecchio piano regolatore.
Le priorità, nonostante i tagli governativi, restano i servizi alla persona e l’istruzione, che non hanno subito significative decurtazioni percentuali.
Anche quest’anno è stato decisamente contenuto l’avanzo di bilancio: ciò significa che l’amministrazione ha ben gestito il denaro dei cittadini restituendolo al territorio e non lasciandolo inutilizzato nelle casse.
Se tuttavia non si verificheranno svolte significative nel finanziamento degli enti locali le prospettive future restano molto, molto preoccupanti. Il governo deve prendere seri provvedimenti: invece di lamentarsi pretestuosamente dei pochi poteri del premier e di attaccare la costituzione repubblicana, Berlusconi dovrebbe prendere il toro per le corna. Nel frattempo, i sindaci devono continuare a far sentire unitariamente la loro voce, per difendere gli interessi dei cittadini al di là di ogni colore politico.

Marco Erba
Capogruppo consiliare Partito Democratico
 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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