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La bontà del Natale

Ho chiesto un giorno a dei bambini cosa occorre fare per essere considerati buoni:

mi hanno risposto serenamente che basta rispettare le regole e fare buone azioni.

E’quello che gli adulti da sempre hanno saputo solo in teoria, ma non in pratica,

forse ogni tanto sarebbe utile rimembrare con umiltà il tempo di quell’età magica.

Uno dei dieci comandamenti ricorda ad ognuno di amare il prossimo come se stesso.

Ce ne ricordiamo a malapena ogni tanto perché nella memoria non è bene impresso.

Per ottenere buoni risultati sarebbe conveniente partire comunque dalle piccole cose:

con la buona volontà senza essere eroi o superuomini si raggiungono vette grandiose.

Nessuno ha la pretesa di essere un santo, vivendo nella sua abituale normalità;

ci sarà pure qualcuno più buono di un altro, ma lontano anni luce dalla santità.

Il messaggio del Santo Natale non ci dice di privarci del necessario e sacrificarci,

ma ci ricorda che c’è qualcuno che soffre e ci chiede solamente di immedesimarci.

Si dovrebbe accettare con onestà che molto spesso ci si fa condizionare dall’avarizia,

ma il  vivere è diventato una fatica e mettere le mani in tasche vuote non è pigrizia.

Ciò che conta non è tanto il valore puro del dono, bensì la sincerità del nobile pensiero,

specialmente se le parole raccomandate dal Natale giungono a segno in modo veritiero.

Ormai chiedere alla gente di essere più buona a Natale è diventata una consuetudine,

ci sarà anche qualche distratto, ma i più conoscono, se vogliono, la giusta rettitudine.

Se pensassimo in positivo solamente in questo periodo è come se facessimo un fioretto,

mentre le morali umana e religiosa ammoniscono che fossimo buoni sempre per concetto.

Non esiste uno strumento per rappresentare su una scala il sentimento della bontà,

sono le circostanze dipendenti ed indipendenti a stabilirne il grado di obiettività.

In ogni caso tutti siamo liberi di mettere in pratica i consigli e gli ammonimenti,

sebbene un’opera di persuasione non guasti mai a modificare i nostri ragionamenti.

Il letterato puro interpreta il significato del termine bontà in modo molto astratto,

non può stravolgerne il giusto senso per non essere tacciato o additato come matto.

Sa, però, che cosa bisogna fare per mettere in evidenza l’aspetto nobile che racchiude

ed accantonare tutti i motivi personali per dare più spazio ad un cuore meno rude.

Osservando un presepe si nota un mondo umile fatto di personaggi ormai tramontati,

i tanti mestieri rappresentati e trasbordati nel nostro vivere tecnologico sono superati,

ma ciò che resiste egregiamente al tempo è il loro messaggio esplicito che sprigiona bontà

e soprattutto l’armonia della convivenza e la felicità del donare fatto con semplicità.

La calda atmosfera dei canti natalizi ci porta sempre sul binario giusto l’attenzione,

si respira nell’aria il dolce profumo di festa che solo chi è ricettivo ne trae esortazione.

In questo meraviglioso ambito anche un cuore arido può attingere energia positiva

e ritrovare l’entusiasmo di mettere a disposizione degli altri ogni amorevole iniziativa.

Sembra strano, ma sono proprio questi messaggi i piccoli miracoli che può fare il Natale,

quando riesce a risvegliare l’istinto bonario e far  vedere il mondo più unito e solidale.

A volte i buoni sentimenti sono solo assopiti ed hanno bisogno della sveglia di un richiamo

e può essere considerato un Grande solo colui che compie il gesto di scendere dal suo ramo.

Buon Natale!

Carissimi……… Buon Natale e Felice Anno Nuovo 2009…,( rileggetela con più calma!)

ogni Natale vissuto sembra uguale all’altro, ma se sollecitiamo la memoria vengono a galla le diversità: gli stati d’animo, le situazioni e gli elenchi mutati delle persone. Restano identiche e resistono al tempo la magia che emana ed il calore umano che diffonde. Assume, però, sempre le Sembianze Infantili perché solo con l’innocenza si percepisce il sapore della bontà, fatto di gesti semplici e spontanei e per sfatare il detto che si è buoni solo quando non ci costi nulla e fatica. Molte volte il cuore comanda, ma la mente frena e dirotta i buoni propositi verso la direzione opposta. Quando si allunga la mano non facciamoci tante domande: la pioggia quando cade non si chiede se sta bagnando l’erba buona o quella cattiva, cade e basta con la convinzione di fare la cosa più giusta. Piuttosto che assecondare il dubbio sulla finalità della bontà, è meglio donare e non tentennare, a meno di casi eclatanti. Quando si fa di tutte le erbe un fascio, ne paga il prezzo anche quella innocente, solo perché c’è di mezzo lo scorretto di turno che disorienta le buone intenzioni. Il Natale che è anche messaggero di Amore porti nei cuori di tutti la serenità di trovare l’armonia nelle famiglie, sui luoghi di lavoro, nelle comunità in genere affinché si abbassino i toni e si dia il giusto e corretto senso alle situazioni di conflitto o alle incomprensioni. Spesso si confondono lucciole con lanterne! Molte volte si sbatte una porta in faccia per un torto subito o presunto tale e non si analizzano le probabili cause che l’hanno scatenato. Nonostante le buone ragioni, si poteva fare diversamente? Esisteva il presupposto di un punto d’incontro con la controparte? Abbiamo riflettuto abbastanza sul nostro comportamento? La ragione e l’orgoglio giustificano tutto? Ci sono tante pietre libere intorno, si possono mettere sopra e cancellare ogni traccia di rancore? Mi dispiace pensare che spesso quando l’istinto rinnega il buonsenso si distrugge in un attimo quello che si è costruito sapientemente in tanti anni. Essere buoni non vuol dire solo fare la carità al povero o ubbidire alla coscienza, vuol dire anche saper vivere in armonia col creato e con coloro che ci circondano, non seminare discordia, mettere pace nei rapporti incrinati, aiutare chi è rimasto indietro, sollevare chi è caduto ed ha bisogno di una spinta per rialzarsi, dare ancora fiducia a chi ha sbagliato involontariamente e soprattutto inculcare nelle coscienze che sulla terra si vive a contatto con tanti fratelli fortunati ed altri ignorati dalla buona sorte. Quando il Natale dà questi suggerimenti impegnativi diventa antipatico per qualcuno perché viene a scuotere la sua coscienza e lo mette in imbarazzo se gli chiede il coraggio di guardarLo in faccia. Ma il Natale non pretende nulla che non sia spontaneo, deve assecondare il Suo ruolo e guai se avesse il timore di riferire il Suo pensiero per evitare un torto. Il Natale è come il buon seminatore che sparge i semi della bontà e questi cadono nei posti più impensabili: sul terreno fertile nascono piante robuste, sul terreno povero le piccole, sulla roccia non nascerà nulla, sul sabbioso restano in attesa per lungo tempo finché la pioggia li farà germogliare. Se osserviamo i bambini capiamo da loro molti concetti interessanti e riflessivi, ad esempio: che giocano e convivono pacificamente insieme al di là di tanti fattori discriminanti all’occhio dell’adulto, che se uno di loro ha pochi giochi ne presta uno all’altro, che se ne ha tanti gliene regala uno in segno di amicizia, che non hanno l’arroganza e la cattiveria di fare del male, anche se c’è l’istinto naturale e conservatore del proprio bene. Con la loro intelligenza i più cresciuti capiscono che certi adulti si comportano peggio delle bestie quando il forte sopprime il debole e pensano: “dov’è il confine tra l’istinto e la ragione? Il Natale per quanto sia grande diventa piccolo davanti all’indifferenza umana, ma non perde mai la speranza perché crede nella nostra intelligenza. Aiutiamolo!

Carmine Scavello

 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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