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Caro Presidente...

 

Caro Presidente,
ti scrivo in qualità di socio della nostra Banca.

Ho letto con piacere che molti semi ben gettati stanno dando buoni frutti e la Banca sta riposizionandosi in una posizione di leadership nel nostro territorio.

Mi è piaciuta molto la campagna pubblicitaria, che tutte le banche di credito cooperativo hanno lanciato da ormai qualche anno, sul valore della “differenza”. E’ vero, le BCC sono banche diverse, e in meglio, attente al territorio, vicine ai soci, sagge nell’uso del denaro, più orientate alla creazione di valore che alla speculazione.
Leggo con una certa inquietudine in questi giorni dell’iniziativa governativa sullo scudo fiscale e mi chiedo cosa farei se fossi un amministratore della banca nella tua posizione.
Assecondare il rientro di capitali accettando depositi degli evasori graziati oppure no ?
Se dicessi no, in nome di quali ragioni lo farei ? Vale la pena correre il rischio di apparire ingenuo, o poco diplomatico con qualche cliente ?

Domande scomode, non ti nascondo che preferisco stare seduto qui a scrivere questa lettera, che al posto tuo.
Tuttavia è necessario dare delle risposte e per parte mia ti chiederei di approcciare la questione dal lato dei valori, che la nostra Banca afferma di voler perseguire nel “fare banca”, e che, ne sono convinto, le appartengono da sempre.
Si tratta di valori molto ben descritti nella Carta dei Valori del Credito Cooperativo e che mi sembra possano stridere gravemente con l’intero apparato normativo di cui si compone il rientro di capitali dall’estero.
Banca Etica ha fatto sapere che non accetterà capitali rientrati in Italia grazie allo scudo fiscale, "sarebbe una violazione del nostro DNA e un tradimento dei clienti che ci scelgono quotidianamente in nome di un uso responsabile del denaro". Non sono socio di Banca Etica, e ritengo finanche eccessive alcune prese di posizione di tale banca, ma il nostro DNA di “cooperatori del credito” può, forse, farci dare una risposta diversa alla domanda di senso, che questa operazione dello scudo fiscale, porta con sé ? Io non lo credo.

Proprio la passione che porto nel sentirmi parte della “nostra” Banca mi fa dire che non possiamo dimostrarci insensibili alla provocazione. E dobbiamo dire no. Anche per i nuovi soci giovani che si stiamo cercando di coinvolgere (io oramai sono già vecchio) ritengo che vi sia l’opportunità di dare un segnale chiaro.
So già che, così facendo, temi di portare la Banca nel dibattito politico, ed è una preoccupazione che tutti condividiamo.
Tuttavia, tu, molto più di me, conosci da vicino la politica, e sai che su questo tema entrano in gioco valori e considerazioni molto più che partitiche o di mero schieramento.

In particolare mi preme sottolineare il tema del pagamento delle tasse. Sai da amministratore che incentivare l’aspettativa di andare esenti da sanzioni ed essere condonati è il modo migliore per far morire sul nascere la “coesione sociale”, che è fatta soprattutto dal riconoscimento dei propri doveri verso la comunità. Noi cooperatori del credito affermiamo, invece, di voler concorrere al perseguimento di questo valore nel tempo.
Senza contare tutti i problemi etici di riciclaggio, che voglio sperare non ci sfioreranno neanche lontanamente.
Spero capirai che l’importanza di questo tema mi impone di non lasciare riservato questo mio scritto.
Confido, infatti, in una discussione che tra i soci si possa aprire su tale questione. Conoscendoti so che non ti tirerai indietro e spero capirai le mie buone intenzioni.

Un caro saluto

Paolo Della Cagnoletta
 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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