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Al Gentile architetto Margaria

 

Abbiamo letto con attenzione la civica lettera dell’architetto Margaria incaricato dall’amministrazione comunale a determinare le future sorti di Filanda e Biblioteca.

Premettiamo che in tutta questa vicenda era nostra attenzione:

Ø   censurare chi  ha preso l’inopportuna decisione  di un  incarico inutile (perché lo stesso lavoro poteva essere fatto con professionalità interne) e al contempo delicato (si sta discutendo da mesi sulla Filanda e il sindaco sul più bello schiera un architetto membro del suo partito come giudice “terzo”…)

Ø   non attaccare  il professionista incaricato che è simpatica e piacevole signora

Ø   rendere tutti consapevoli che debba essere  la politica e non  i tecnici  a decidere quale debba essere la destinazione di un bene pubblico, seguendo prioritariamente bisogni e richieste della gente e solo dopo adeguare tecnicamente le strutture

Ma ora il professionista si chiama in causa e a questa stregua  non possiamo non rispondere adeguatamente, sperando di far cogliere al lettore non tanto la voglia di  una polemica personale, quanto l’inopportunità  del suo atto d’incarico.

Prendiamo atto che l’architetto Margaria afferma di non voler fare politica, cosa che evidentemente dalle sue parole ritiene una cosa sporca o disdicevole.

Ma la storia politica cernuschese ce la consegna  inopinatamente ben in vista nell’ultima competizione elettorale cernuschese, nella  lista Margherita ( partito del Sindaco per intenderci) .

Prendiamo atto che l’architetto Margaria ripete di non voler fare politica.

Intervenendo pubblicamente e spaziando in argomenti non certo  tecnici, l’architetto a nostro avviso trascende dal suo compito di tecnico e si cimenta  in una goffa discesa nel campo politico (tutt’altro che professionale peraltro) avvalorando la nostra tesi: il suo è stato un’ incarico principalmente  al servizio della politica  e non dell’amministrazione, con lo  scopo di agevolare, incentivare, avvalorare, incensare con  tesi tecniche azzardate e precostituite, delle  decisioni che devono essere invece esclusivamente sostenute da ragioni politiche.

 (NB : nulla di male per l’incarico politico in sé  se conferito legittimamente e con meriti professionali, quello che  chiediamo è che almeno l’incaricata non faccia  l’ipocrita  verginella…).

Crediamo di non aver mai visto un tecnico difendere (e male) le ragioni del suo incarico professionale,  schierandosi in un dibattito politico da cui, in qualità di  tecnico, dovrebbe saggiamente astenersi (come cittadina la  signora Margarina, ex candidata consigliere per “spirito civico”, dica pure tutto ciò che vuole ma allora rinunci alla lauta parcella !).

Non ci sottraiamo comunque al dibattito ed entrando  nel  merito dello studio dell’arch Margaria riteniamo che  per quanto ad oggi protocollato lo stesso sia lacunoso ed incompleto. Ma  non si preoccupi architetto,  stiamo predisponendo una ricca e pubblica relazione sulle sue conclusioni che sicuramente   discuteremo in chiave politica, evitando accuratamente di polemizzare con lei, in qualità di tecnico incaricato, perché lo riteniamo cosa inutile e scorretta.

Quanto al fatto che noi non si legga gli atti, caro architetto, lei commette anche qui una profonda imprecisione. Gli atti li leggiamo e molto bene. Li abbiamo letti già da tempo e siamo stati zitti sino ad oggi per carità di patria.

Ma visto che lei insiste….

Proprio  come i salmoni  siamo risaliti dalla celeberrima delibera di giunta, sino a giungere alla determina dirigenziale (che fatica per averla !!!) e al suo contratto\disciplinare.

Dall’esame di detti documenti emergono  stupefacenti e irrituali le ragioni, le motivazioni e le modalità di affidamento del suo incarico che lei oggi  ci confessa di aver accettato per puro  “senso civico”(ah che bei sentimenti !….ce ne fossero di anime pure come lei!)

Modalità così atipiche da richiamare forse un intervento della corte dei conti che pensiamo abbia molto da obiettare sull’opportunità dell’incarico  conferitole.

Noi vorremo crederle e vorremmo con lei condividere lo “spirito civico” che l’ha spinta ad accettare (sembra quasi…suo malgrado..) l’immenso fardello.

Ci sono però aspetti in questa vicenda di cui l’architetto non è principale attore, ma che non può non conoscere (in quanto professionista incaricato da una PA) e che  stridono  con il suo sbandierato civismo:

1)      non si capisce come mai sembra  NON esserci in comune un suo Curriculum appositamente protocollato per procedere all’incarico, documento che ricordiamo è  fondamentale per valutare le sue indubbie esperienze professionali, doti peraltro necessarie  per ricevere l’incarico in questione

2)      non si capisce attraverso quale metodologia e valutazione  lei sia stata individuata nel grande, immenso mondo dei tecnici\professionisti visto che antecedentemente all’incarico, agli atti  non risulta alcuna corrispondenza ufficiale e protocollata  tra  l’ufficio tecnico (che le ha conferito l’incarico) e la sua persona  (in pratica  ci racconti  la scena:…dopo averla scelta tra mille per la sua professionalità, ma stranamente senza conoscere il suo curriculum, come  l’ha contattata l’UT ? Per strada? Con un fischio e lei il 10 dicembre ha spedito il contratto? O forse è più giusto dire che qualcuno l’ha voluta a tutti i costi e il suo incarico è passato attraverso modalità “atipiche”?)

3)      non si capisce come mai, trattandosi di lavori pubblici (lei stessa ci parla di vincoli tecnici e architettonici) il suo incarico non sia transitato più correttamente attraverso i meccanismi di pubblica evidenza  e di competizione  economica che la legge sui LP richiede.

4)      come mai si è  scelta la strada di un incarico diretto (senza neppure le classiche tre proposte comparative !!!) sfruttando un regolamento quantomeno irrituale per incarichi professionali di questo genere (quello sull’acquisto di beni e servizi in economia, che “casualmente” è stato modificato ad hoc   poco prima da questa amministrazione proprio per integrare studi di questo tipo)

5)      ci domandiamo come mai nonostante la determina lo prescriva, il suo incarico è stato pubblicato con fortissimo ritardo (quasi 3 mesi dopo!!) nell’apposita sezione web comunale, a incarico ormai espletato e dopo la consegna dei lavori

6)      ci chiediamo poi attraverso quali procedure-modalità sia stato esperito un importantissimo obbligo di legge ante affidamento di incarico esterno:  cioè come è stata accertata la carenza in organico di personale tecnico qualificato per la redazione di tale studio che è tipica materia di dirigenti\funzionari comunali? Ce lo domandiamo  perchè diversi e capaci tecnici comunali, da noi direttamente interpellati, sarebbero stati ben felici di svolgere lo studio a lei conferito e avrebbero avuto tempo e voglia per svolgerlo, facendo risparmiare un po’ di soldini alla nostra comunità (a  proposito di senso civico…)

7)      ci domandiamo  quali competenze lei abbia maturato nella sua carriera professionale per svolgere da sola, non solo uno studio di fattibilità “tecnica”….ma anche “economica” così come prescritto dalla determina dirigenziale ( a questo proposito la sua valutazione  sull’incremento del “valore immobiliare” dello standard pubblico “Filanda” a seguito di soppalcamento  ha dell’incredibile!)

8)      ci domandiamo chi ha determinato la scelta di effettuare lo  studio su due soluzioni (A e B) e in particolare chi le ha fornito le due quantificazioni economiche di spesa di dette soluzioni citate nel suo contratto (da lei inusualmente redatto e preso per buono dall’UT!!). Quantificazioni, badate bene,  che non sono  mai  state citate prima in alcun atto pubblico.

9)      Ci domandiamo perché nella determina o nel suo contratto\disciplinare  non vengano citate e\o allegate le obbligatorie  tabelle ministeriali relative alla quantificazioni degli  incarichi professionali utili a determinare la congruità del corrispettivo garantitole a fronte del suo impegno

Crediamo che a queste domande vada data una risposta nel merito.

 FEDERALISTI CERNUSCHESI


 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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