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VECCHIA FILANDA: IL PUNTO DELL’ARCHITETTO

 

Non faccio della politica né il mio primo lavoro, né il secondo, né un’attività retribuita (magari lautamente come un city-manager).

Quando mi sono resa disponibile ad appoggiare una proposta di governo della città, l’ho fatto per senso civico. Per lo stesso motivo ho accettato l’incarico di effettuare uno studio di fattibilità. Ovvio che come architetto sarebbe stato più “conveniente” tenermi fuori da questo vespaio e strizzare invece l’occhio all’unione dei costruttori, o associarmi a qualche “gruppo famigliare”. Proprio perché da sempre estranea a logiche di questo tipo, sono rimasta amareggiata e stupita per i pesanti attacchi e le allusioni che qualche esponente politico ha fatto su carta stampata e web a proposito dell’incarico che ho ricevuto dal Comune. Partendo dalla totale ignoranza (della delibera, dell’incarico e dello stato dei fatti) esse non appaiono solo pretestuose, ma soprattutto – ed è il motivo che mi spinge a questo comunicato – sembrano piuttosto volte a manipolare l'informazione ai cittadini.

Come in ogni città o consorzio civile, noi cittadini chiediamo ai governanti di seguire l'evoluzione dei nostri bisogni sociali e culturali. Si tratta infatti di impegnare risorse comuni con l’intento d’un giovamento complessivo nei riguardi dell’intera comunità. La difficoltà, come sempre, sta nel trovare un punto di equilibrio. Lo studio di fattibilità che ho eseguito e consegnato si è mosso in questa direzione.

La ormai famosa delibera di Giunta n°237 del 14/07/2008 da tanti citata, ma evidentemente da pochi letta, stabilisce obiettivi precisi, puntuali e univoci, che prevedono la ricerca di spazi opportuni per le attività sociali legate alle famiglie, ai bambini ed agli anziani, ed il potenziamento/ammodernamento della funzione biblioteca con un suo sviluppo come luogo centrale della cultura e dell'informazione (tra l'altro trattasi d’una tendenza in atto a livello mondiale, ed indicata nelle linee guida Ifla/UNESCO per lo sviluppo).

La stessa delibera individuava come luoghi deputati a contenere tali funzioni la Vecchia Filanda e l’attuale Biblioteca di via Cavour. Entrambi gli edifici non sono evidentemente liberi da vincoli architettonici, impiantistici, ambientali, monumentali, normativi, strutturali e quant’altro. La richiesta era quella di verificare due soluzioni per ogni edificio, dove nella “soluzione A” la biblioteca rimanesse nella sua sede, nella “soluzione B” la biblioteca venisse trasferita all’interno di un più complesso centro d’informazione e cultura. Le altre funzioni prendevano posizione di conseguenza.

Lo studio da me elaborato permette un confronto sull'uso degli spazi per le quattro diverse ipotesi in termini di funzionalità, di costi e di tempi per la realizzazione.

In aggiunta, è stato fatto uno studio/riflessione sul consumo energetico di entrambe gli edifici ed è stata elaborata una proposta per un utilizzo della Filanda anche come fabbrica di energia pulita, mediante pannelli fotovoltaici sulla copertura, in modo da auto-alimentare l’edificio stesso ed ammortizzarne i costi nell’arco di 12 anni.

A me non spetta andare oltre. Resto però pronta e disponibile a qualsiasi confronto tecnico sui risultati del lavoro. I “desideri” sono giustamente tanti, e gli spazi disponibili possono rendersi sufficienti solo previa organizzazione ragionata. Da professionista e da cernuschese, mi auguro che le tensioni politiche e le voglie di parte di far prevalere posizioni di principio, non rovinino la possibilità, per la nostra Città, di dare più sostegno ad anziani, famiglie, bambini, e ad una vita culturale sempre più attiva e moderna, atta a coinvolgere tutti, compresi i nostri giovani, sui quali dovremmo puntare forse di più per il prossimo futuro.

 

   Francesca Margaria
Architetto

  

 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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