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UNA RONDA NON FA PRIMAVERA 


 

Nuova emergenza, nuova decretazione d’urgenza. In Italia sembra sia normale l’uso di misure straordinarie per affrontare qualsiasi problema posto all’ordine del giorno da TV e giornali. Un meccanismo vizioso che rischia di mettere in pericolo la convivenza civile e le stesse regole alla base del sistema democratico. 

L’ultimo caso è quello dell’ennesimo “pacchetto sicurezza” approvato dal Governo lo scorso 20 febbraio, per far fronte all’”emergenza stupri”. La giustificazione presentata dal Governo? Occorre far fronte al “clamore” suscitato nell'opinione pubblica dai tre episodi di metà febbraio. Che cosa ha prodotto quel clamore? Il fatto che per tre giorni tutti i media hanno riempito trasmissioni televisive e pagine di giornali sui tre episodi, dando all'opinione pubblica l'impressione di un'emergenza che invece non c'è. Perché, come ha chiarito lo stesso Governo, nell'ultimo anno gli stupri sono diminuiti e comunque la violenza del maschio sulla femmina è quanto di più tragicamente cronico e meno emergenziale si possa trovare nel catalogo dei reati contro la persona.

Eppure quel decreto oggi esiste ma non contiene nessuna misura destinata ad affrontare alla radice questo problema. Il decreto contribuisce invece a rafforzare l’assurdo e intollerabile binomio straniero=criminale, istituzionalizzando di fatto un clima razzista e xenofobo ormai troppo diffuso.

Il “pacchetto sicurezza” contiene in particolare alcuni provvedimenti che meglio di altri rappresentano questo sguardo emergenziale e virtuale sulla realtà. Il caso più eclatante è rappresentato dalle cosiddette “ronde” o, come recita il testo del decreto, associazioni tra cittadini non armati” finalizzate a segnalare agli organi di polizia “eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale”. A prescindere dal nostalgico ricordo del pattugliamento urbano eseguito dai Fantastici Quattro, l’Uomo Ragno e gli altri supereroi delle serie Marvel, che fanno rivivere in noi lo spirito adolescenziale di un tempo, qualcuno pensa veramente che si possano dormire “sonni tranquilli” con quattro volenterosi giustizieri della notte che girano sotto casa, armati di torcia e telefonino? Oppure che la sicurezza urbana ottenga maggiori benefici dalla presenza di ex-carabinieri a far attraversare i bambini in uscita dalle scuole?

Chi è dotato di buon senso, capisce che queste misure sono parte della medesima strategia da “fabbrica della paura”, con una pericolosa aggravante: dividere i cittadini in controllori e controllati, costruendo una nuova società ulteriormente disgregata, in cui ognuno diffida dell’altro ed è legittimato dallo Stato a farsi “delatore”.

A Cernusco però c’è chi la pensa così e non si fa il minimo scrupolo di raccontare enormi bugie pur di portare acqua al proprio mulino (col sostegno di certa stampa locale). Ad esempio, non è affatto vero che il Presidente della Provincia di Milano ha approvato un finanziamento per le cosiddette “ronde provinciali”, non tanto perché Penati abbia accantonato il suo spirito securitario - sebbene alle dichiarazioni non siano mai seguiti atti amministrativi… - quanto perché il solo annuncio di un possibile provvedimento, ha suscitato una tale indignazione (CGIL, PRC, associazioni di medici, migliaia di persone in piazza il 21/2 a Milano) da farlo recedere da questo proposito.

Ma il vero problema non sono certo i prorondisti cernuschesi, quanto i ben più pericolosi provvedimenti approvati o ancora in discussione in Parlamento. Ci riferiamo in particolare al Disegno di Legge n. 733 “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”, approvato il 5 febbraio dal Senato ed ora fermo alla Camera. Il DDL prevede infatti alcune misure che oltre a ridurre i migranti a persone di serie B o addirittura a cose, metterebbero a repentaglio i diritti di tutti. Reato di immigrazione clandestina, tassa sul permesso di soggiorno, eliminazione della gratuità delle prestazioni sanitarie urgenti ed essenziali per gli stranieri, con facoltà ai medici di segnalare gli utenti irregolari alla polizia: provvedimenti che cancellerebbe d’un colpo decenni di conquiste sociali e civili, minando alla base la costituzione morale e materiale del nostro paese.

Basti pensare a cosa sta già accadendo a causa del solo annuncio della legge: mentre l’articolo 32 della Costituzione - “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti” – viene messo in discussione, centinaia di immigrati privi di permesso di soggiorno, bisognosi di cure mediche, preferiscono non accedere alle strutture sanitarie, creando così condizioni di salute particolarmente gravi per se stessi e ripercussioni sulla salute collettiva.

Di fronte a questi gravi provvedimenti, è necessaria una netta presa di posizione delle istituzioni locali, oltre che delle forze politiche democratiche e di tutti i cittadini che hanno a cuore la difesa dei diritti e il rispetto della dignità umana, affinché il clima d’odio e razzismo non venga ulteriormente legittimato e incitato da misure irresponsabili come quella avanzata da Lega e PDL. Per questa ragione è nostra intenzione chiedere al Consiglio comunale di esprimersi chiaramente contro i contenuti discriminatori e incostituzionali del DDL sulla sicurezza.

Allo stesso tempo, pensiamo che vadano maggiormente valorizzate le esperienze esistenti a livello locale che provano a fornire una risposta concreta ai veri problemi sul tavolo. Nel caso specifico delle violenze, andrebbe ad esempio ribadito che Cernusco ha già fatto qualcosa di molto concreto: nell’ambito dello Sportello Donna, è stato infatti attivato un servizio psicologico e legale di sostegno alle denunce di maltrattamenti in famiglia, prima causa di violenza sulle donne in Italia indipendentemente dalla nazionalità delle persone coinvolte.

Per garantire il rispetto dei diritti, la crescita civile e culturale della comunità e la fuoriuscita dal clima di paura, pensiamo inoltre che possano essere messe in campo anche altre semplici iniziative:

-         sostenere quei progetti promossi da associazioni, gruppi ed enti che vanno nella direzione dell’integrazione sociale, dell’incontro tra culture, della lotta al razzismo e dell’incremento dei momenti di socialità;

-         nell’ambito delle relazioni tra amministrazione comunale, ASL, Azienda Ospedaliera e Piano di Zona, attivare un adeguato monitoraggio delle situazioni a rischio, per evitare che la paura o la diffidenza tengano lontani i migranti dalle strutture sanitarie;

-         nell’ambito degli interventi di riqualificazione previsti dal Piano Municipale dell’Illuminazione, dare priorità alle aree “sensibili” (stazione MM2, parcheggi), perché “sicurezza” non fa necessariamente rima con “repressione”.

Non vogliamo una città di “angeli custodi” a protezione degli “angeli del focolare”, ma un luogo accogliente e vivo in cui le iniziative culturali e gli spazi di socialità siano il migliore antidoto ad un brodo di coltura fatto di prevaricazione, sessismo, paura del diverso, sopraffazione e chiusura; solo una città aperta, che viva di rispetto, contaminazioni, libertà, fiducia e autodeterminazione può sperare di combattere la violenza ed il razzismo.

Luca Forlani Segretario PRC-SE Cernusco s/N
Ermes Severgnini
Capogruppo PRC-SE Cernusco s/N

 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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