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ANCHE LA VITA DEI FRATELLI MIGRANTI E' SACRA

Il Senato ha approvato il decreto che prevede il pagamento delle prestazioni sanitarie pubbliche (compreso l’accesso al pronto soccorso) per gli immigrati irregolari  e l'abolizione del divieto di segnalazione all'autorità dei cittadini stranieri irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie.

A seguito di questi provvedimenti riteniamo che il  diritto alla salute non sia più un diritto assoluto e fondamentale, preminente e indipendente rispetto alla condizione giuridica relativa della persona e la discriminazione, ormai, sia all’ordine del giorno e nulla sembra più fermarla. La Costituzione (che sancisce l’uguaglianza di tutti i cittadini) e la Dichiarazione dei diritti dell’uomo (che celebra l’uguaglianza di tutti gli esseri umani) sono documenti senza alcun significato: sempre più numerosi saranno quelli che non potranno (per motivi economici) o non vorranno (per timore di essere denunciati alle autorità di polizia) bussare alla porta di ospedali o di ambulatori con le conseguenze che si possono immaginare riguardo ai livelli di salute.

Se (e sottolineiamo SE) la politica può sentirsi autorizzata a distinguere tra cittadini e non cittadini, residenti e clandestini, amici e nemici la medicina non lo può fare: quando una persona è malata, si annullano tutte le differenze, anche quelle che legittimamente consideriamo tra gli esseri umani. Non solo la coscienza morale, ma anche le regole deontologiche della professione,il giuramento di Ippocrate, impongono ai medici di orientarsi al bene del paziente, superando ogni discriminazione: da quelle che nascono dalle diverse possibilità economiche a quelle per meriti e demeriti sociali, per comportamento virtuoso e delittuoso. Sarebbe una prospettiva davvero infelice se i medici, per comportarsi correttamente, dovessero mettersi contro le leggi. Questa è, invece, la brutta strada su cui  ci incamminiamo.

E’ inoltre alquanto  triste vedere la promulgazione di decreti che considerano alcune vite meno tutelabili di altre proprio quando gran parte della società civile si mobilita per proclamare la sacralità della vita.  Per il cristiano ogni uomo è fratello, ogni vita è sacra: è bene ricordarlo anche davanti alla vita dei fratelli migranti.

Come associazione che da anni riflette e si interroga sui temi della mondialità, dell’educazione  interculturale e dell’integrazione, non possiamo che denunciare tale situazione e appellarci a tutti i medici che, siamo certi, grazie alla loro professionalità, salvaguarderanno, in tutte le occasioni,ogni vita umana.

ASS. KEM KOGI – CUORE UNICO ONLUS


 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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