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QUESTIONE RIINA




“Non trasformeranno la Martesana in un mandamento dei corleonesi” così il Segretario Provinciale della Lega Nord, On. Marco Rondini, commenta la notizia secondo cui il figlio di Totò Riina avrebbe chiesto al Tribunale di Palermo di potersi trasferire a Cernusco sul Naviglio.

“Abbiamo presentato un’interrogazione al Ministro della Giustiza per sapere se intenda modificare la disciplina del soggiorno obbligato, per impedire che si ripetano gli errori commessi negli anni Sessanta e Settanta, quando i boss mafiosi venivano mandati al confino nei comuni del Nord, e ne approfittavano per impiantare nel nostro territorio le loro reti criminali. Adesso basta. Riina stia a casa sua. In Sicilia non trova lavoro? Gli abitanti di Corleone lo vorrebbero cacciare dalla loro città? Sono problemi solo suoi, doveva pensarci prima di intraprendere la carriera di delinquente che si è scelto. I cernuschesi in ogni caso non si meritano cotanto vicino di casa.”

Rondini richiama l’attenzione anche sulla presunta offerta di lavoro che Riina avrebbe ricevuto. “E’ forse l’aspetto più inquietante della vicenda. Riina non è un delinquentello comune che tenta di reinserirsi nel mondo del lavoro. E’ un autentico simbolo della mafia. E’ impossibile che l’offerta di assunzione che avrebbe ricevuto sia solo un caso. Se davvero qualcuno lo vuole assumere, allora è chiaro che a Cernusco Riina ha qualche “amico di famiglia”. E’ chiaro che sul nostro territorio non ci sono solo bande di poco conto, ma persone che hanno contatti con i più alti vertici della mafia. E’ auspicabile e doveroso che i magistrati ora guardino alla Martesana con un’attenzione maggiore di prima”.

On. Marco Rondini
Segretario Provinciale della Martesana

 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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