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PANE A CENTO ALL’ORA CONTRO IL CAROVITA! 



Oltre 10 quintali di pane fresco al prezzo di un euro/kg “andati via” in un’ora soltanto. Questo dato è già sufficiente a dimostrare il successo dell’iniziativa organizzata sabato 4 ottobre da Rifondazione Comunista in dodici piazze di Milano e provincia.

Anche a Cernusco i 100 Kg di pane in distribuzione si sono letteralmente volatilizzati, lasciando sul tavolo poche briciole e una certezza: di iniziative concrete contro il carovita ce n’è bisogno… come del pane!

Come dimostrano anche i dati del Ministero per lo Sviluppo economico, nei primi sei mesi dell’anno il prezzo della pasta è salito del 30,4%, il pane del 13,2% e il latte dell’11,8%. Sono aumentati anche i prezzi di carne, trasporti, luce e gas. Un terzo delle famiglie fa fatica ad arrivare a fine mese e in sei anni il reddito pro capite degli italiani è crollato del 13% rispetto ai paesi europei.
In un contesto di evidente crisi economica e finanziaria, con sempre più persone che faticano ad arrivare alla fine del mese, il governo Berlusconi ha pensato bene di lanciare un durissimo attacco contro salari e pensioni, servizi pubblici, sanità, scuola e contratto collettivo nazionale.
Un disegno organico di società sempre più diseguale, gerarchica e autoritaria, in cui aumentano l’isolamento, la sofferenza e l’insicurezza sociale. Quale terreno migliore per far dilagare la “guerra tra poveri” e nuovi provvedimenti incivili e razzisti?
Con l’iniziativa di sabato abbiamo invece dimostrato che esiste un’altra via d’uscita, che punta in primo luogo a salvaguardare i cittadini attraverso il contenimento dei prezzi dei generi alimentari di largo consumo, ma che potrebbe essere estesa anche a tariffe, mutui e affitti.  Nulla di nuovo, verrebbe da dire, se si pensa che in tante parti d’Italia sono stati stipulati accordi tra istituzioni locali, produttori e grande distribuzione per la vendita di pane a un euro/kg (vedi Provincia di Milano e Regione Emilia-Romagna). Ma proprio la “semplicità” dell’iniziativa e il largo successo che ha riscosso, devono indurre ad una analisi più approfondita di alcune questioni che reputiamo centrali.
1. La necessità di ricostruire un’ampia e vera opposizione al governo Berlusconi, a partire dalla questione dei salari e delle pensioni. La manifestazione nazionale di sabato 11 ottobre è un primo segnale positivo in questa direzione e Rifondazione Comunista sarà presente per chiedere misure di controllo dei prezzi e dell'inflazione, la detassazione dei salari medio bassi e
delle pensioni, la difesa del contratto nazionale.
2. Senza alcuna pretesa di supplenza del governo nazionale, la questione del carovita interroga anche le istituzioni locali. I comuni possono infatti mettere in campo alcune iniziative che garantiscano in modo particolare le fasce più deboli della popolazione, senza prevedere particolari esborsi per le casse comunali già messe a dura prova da Tremonti e Berlusconi. In particolare pensiamo che si possano sperimentare, anche a Cernusco, accordi con i commercianti e i produttori locali per l’offerta di alcuni generi alimentari a prezzi calmierati; il sostegno ai redditi più bassi (ad es. innalzamento fascia esenzione addizionale IRPEF); l’istituzione di un osservatorio locale sui prezzi al dettaglio.
3. Infine la crisi economica e la pesantezza delle sue conseguenze sulla vita delle persone, impongono una riflessione sui limiti dell’attuale modello economico e la ricerca di nuove forme di economia più attente ai diritti delle persone, all’ambiente e ai beni comuni, così come la ricerca di pratiche alternative e concrete per conciliare prezzi e qualità. Termini come decrescita, filiera corta, consumo critico cominciano ad entrare nel linguaggio quotidiano e nell’esperienza di molte realtà locali grazie al ruolo attivo e propositivo di tante associazioni, comitati e di alcune amministrazioni comunali. L’ esempio dei gruppi d’acquisto solidale (GAS) è significativo perché, oltre a ridurre i passaggi tra produttore e consumatore, contribuiscono alla valorizzazione dei prodotti locali, alla difesa di importanti risorse naturali e alla ricostruzione di un rinnovato tessuto di mutualità sociale, di solidarietà e reciprocità.
Il nostro pane a un euro non è quindi “la” soluzione ai gravi danni provocati da anni di speculazioni economiche e finanziarie che stanno mettendo in ginocchio ampi settori della popolazione, ma l’esempio di cosa sia possibile fare, qui ed ora, richiamando le istituzioni alle proprie responsabilità politiche. Una battaglia politica e sociale che intendiamo proseguire nei prossimi mesi insieme a tutte le forze politiche, le associazioni, i comitati che vogliono impedire la distruzione di decenni di conquiste democratiche, di giustizia e di civiltà.

Prossimo appuntamento: sabato 25 ottobre, Piazza Matteotti. Perché di pane ce n’è bisogno… come dell’opposizione!

Partito della Rifondazione Comunista
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