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Salvare l'anima? Usando bene la libertà
 

Volevo ringraziare il sig. Claudio Gargantini per le riflessioni che ha trasmesso alla Piazzetta la scorsa settimana. Portano alla luce un atteggiamento di profonda ricerca della Verità, del "senso della vita e del mio esistere", come scrive.
 
Volevo anche "tranquillizzare" gli altri lettori che l'inferno e il diavolo esistono, esistono eccome. Non sono "dogmi privi di fondamento", "teorie" inserite ad arte nei catechismi "per dare risposte alle domande di una determinata epoca"; che quindi necessiterebbero di aggiornamento costante, pena l'ideologizzazione.
 
Il "fondamento" di inferno e demonio non è qualcuno dei concili di cui è costellata la storia bimillenaria della Chiesa (sebbene, dai primi secoli al Vaticano II, quello dell'inferno è un tema che i documenti del Magistero non tralasciano mai di ribadire). Bensì, il fondamento è la sacra scrittura. Nientemeno! Dio in persona si è "scomodato" per ricordarci la desolazione eterna cui l'uomo può relegarsi se rifiuta di aderire al Suo disegno d'Amore. Lo ha fatto nell'Antico Testamento. E, soprattutto, per bocca di Gesù, almeno in una decina di occasioni nel Vangelo e un'altra ventina di volte negli altri scritti del Nuovo Testamento.
 
Ne ho cercata qualcuna: le stesse labbra del Figlio, che per tante volte hanno detto parole di mitezza, di perdono, di pace, hanno anche tante volte pronunciato minacce di pene eterne: "andate, o maledetti, nel fuoco eterno" (Mt 25,41); non si scherza pure in Mt 5,22; Mt 18, 8-9; Mt 13,42 e 50; Mc 9, 43-48...
 
Quindi la Chiesa ha semplicemente ripreso quanto Gesù stesso ci ha consegnato. E l'esperienza di tanti battezzati e di tanti santi hanno confermato! La Chiesa istituita da Cristo è degna della nostra massima fiducia: non si occupa di spaventare i cristiani; ma li ammonisce sul fatto che la loro libertà di figli di Dio va usata per cercare il bene. Va usata responsabilmente, in ogni momento, perché "non conosciamo né il giorno né l'ora". Attingendo alla misericordia di Dio con il sacramento del Perdono ogni volta che servisse.
 
Già, la libertà: per un disegno misterioso che la rivelazione aiuta a penetrare, la libertà con la quale Dio ci ha creati può spingerci persino a rifiutare il Suo Amore, anche definitivamente, per l'eternità. Dio la rispetta. Ma, come il padre che all'inizio della parabola lascia andare il figliol prodigo, è pronto a fare festa grande se torniamo alla Sua casa.
 

Enrico Mauri   
 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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