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 A “ furia “ di seminare odio


 

Per giorni e settimane, i mass media non hanno fatto che parlare di caccia ai rom, di blitz notturni della polizia nei luoghi dove vivono accampati gli extracomunitari, hanno continuato a diffondere immagini raccapriccianti di campi nomadi messi a fuoco, di volti smarriti e spaventati di uomini, donne e bambini; hanno divulgato i risultati di numerosi sondaggi, tutti concordi nell'attribuire ai clandestini la colpa principale dell'insicurezza che oggi affligge il nostro Paese. Sembra che oggi in Italia quasi un cittadino su due si sente insicuro, diffida e ha paura degli «extracomunitari», mettendo confusamente tutti insieme con questo termine (usato ormai in senso dispregiativo ), rom e sinti, immigrati regolari e clandestini. Sembra che il 75% degli italiani reclama affinchè siano sgomberati i «campi nomadi» e le case illegalmente occupate da stranieri; che oltre il 90% chiede che sia rafforzata la presenza della polizia sulle strade e nei quartieri (e il Governo ha pensato di inviare addirittura l'esercito a potenziare il presidio del territorio); che oltre il 60% si dice favorevole alle «ronde cittadine» e alla giustizia «fai-da-te». Sono dati che devono far riflettere, soprattutto perché appaiono chiaramente condizionati dal pregiudizio che immigrato sia sinonimo di delinquente e irregolare equivalga a criminale

Certo, l'immigrazione porta con sé dei problemi, anche gravi; ma non la si può affrontare lasciandosi guidare dalla paura e dall'emotività, che sono sempre irrazionali, bestiali e cattive consigliere. Bisogna prendere coscienza della natura strutturale del fenomeno, valorizzarne le opportunità positive, e superarne con coraggio le difficoltà.

Con ciò non si vuol negare affatto che esistano ostacoli da superare, timori e inquietudini da vincere; anche perché il fenomeno migratorio è in sé difficilmente controllabile, e l'incontro tra diversi crea sempre delicati problemi di integrazione culturale, sociale, politica e religiosa. Nessuno, perciò, nega che i flussi migratori vadano regolati, nell'interesse stesso di chi è disperatamente alla ricerca di lavoro e di una vita libera e degna.. La nostra coscienza di cittadini deve ribellarsi di fronte allo «spirito mercantile» del legislatore, non meno che di fronte a norme razziste e discriminatorie. L'immigrato è una persona, non è mera forza-lavoro da sfruttare finché è utile, e da buttar via quando non serve più. Ciò è indegno se la si rapporta alla tradizione di alti valori morali di cui l'Italia andava giustamente fiera.
Gli immigrati sono uomini e donne con la nostra stessa dignità perciò, una politica che criminalizza gli immigrati è del tutto inconciliabile  con tutta la tradizione occidentale dei diritti dell'uomo. È necessario, dunque, che il problema dell'immigrazione sia affrontato con coraggio e risolto non solo attraverso un'adeguata regolamentazione giuridica, ma anche in modo umano, attraverso una progressiva integrazione sociale.

Così moriranno altri Abdul Guiebre, cittadino italiano oltre che Cernuschese, originario del Burkina Faso ( quanti sappiamo dove si trova questo paese? ) ammazzato dalle spranghe cariche di odio e dalle parole cariche di razzismo. Cara Italia capace di inorridire alla pratica (forse anche in Burkina Faso) del taglio della mano per una persona trovata a rubare, che paese stai diventando se non estirpi da questo semenzaio i semi dell’ odio copiosamenti profusi durante la scorsa campagna elettorale?

Gianni Zanini  Vivere Cernusco

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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