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 ABDUL, UCCISO PER AVER RUBATO DEI DOLCI?

 

Appena ho letto i giornali in Internet, stamattina, un tuffo al cuore per la notizia del ragazzo prima in coma, e poi morto per le ferite al capo. Due italiani, padre e figlio, lo hanno ucciso a sprangate accusandolo di aver rubato dolci al loro bar.  Ho pensato subito al ragazzino che avevo conosciuto.

Era proprio lui, Abdul Guiebre, cittadino cernuschese, originario del Burkina Faso.
L'ho conosciuto quando, preadolescente, frequentava il CAG"Friends". E l'ho rivisto tante volte in giro per la città. "Come va , Abdul?" Sorridente con i suoi occhi espressivi, a volte ironici.
Non era un ragazzo facile,  generoso e insofferente nello stesso tempo. Un ragazzo che stava cercando la sua strada, e non è mai semplice per chi è immigrato, trapiantato in una cultura così diversa da quella di origine. In fondo noi sappiamo ben poco delle difficoltà che gli stranieri vivono nel loro intimo, siamo così  pieni di noi stessi  da credere di avergli dato il massimo delle possibilità . Che cosa vogliono di più?

Io dico che è orrendo anche solo pensare di ammazzare una persona per un furto. E mi turba profondamente immaginare la violenza bestiale di un uomo ( ma è ancora uomo?) nel calare una spranga di ferro su un ragazzo che potrebbe essere suo figlio. Ma in più quel ragazzo è nero, e si merita  anche parolacce e insulti razzisti prima di essere fatto fuori.

Sarà la polizia a chiarire la dinamica dell'accaduto. Ma non posso accettare che un furto, se davvero lo è stato, possa giustificare un simile odio.
In quale società viviamo? Non la riconosco, non mi riconosco in chi  ritiene giusto uccidere per salvare la sua proprietà ( e in questo caso ben misero il bottino del ladro!).

Sono convinta che ad armare le mani insensate dell'uccisore italiano sia stato anche il clima sociale, culturale che si respira in Italia contro gli immigrati.E l'attuale politica del governo Berlusconi rafforza gli atteggiamenti di intolleranza.
Ci dicono che gli stranieri vengono da noi per derubarci, del lavoro, dei soldi,della cultura. Ci fanno pensare che la maggior parte di loro sono delinquenti.
All'inizio molti non concordano con questo sentire, ma poi il martellamento della TV e dei giornali è tale che ci si comincia a credere e dalla diffidenza si passa alla paura e dalla paura si può arrivare all'odio, come in questo caso.

Caro Abdul, compiango i tuoi anni troppo brevi. Nessuno doveva permettersi di toglierti , con la vita, ogni speranza.
Perdona la disumanità di chi lo ha fatto. Perdona anche la vigliaccheria e il perbenismo di tutti noi se staremo solo a guardare.

Ernestina Galimberti

 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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