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 Seminario sui Diritti Umani

 

La Provincia di Milano ha organizzato, venerdì 27 giugno 2008, un seminario, tenutosi a Palazzo Isimbardi, su «Diritti umani per tutti. La Convenzione ONU sui diritti umani delle persone con disabilità. Metodi e strumenti per la pianificazione locale delle politiche per la disabilità», un percorso informativo che prevede altri incontri di approfondimento sull’applicazione dei temi contenuti nella Convenzione ONU sui diritti della persona con disabilità a livello territoriale. Quattro incontri si terranno fra ottobre e novembre 2008 con una «Introduzione al tema dei Diritti Umani», cui seguiranno tre laboratori su «Servizi alla persona», «Mobilità» e «Educazione», e si concluderanno il 28 novembre con un altro seminario, «Empowerment del territorio».

Ombretta Fortunati, Consigliera alla Partecipazione e Tutela dei Diritti delle persone con disabilità della stessa Provincia, ha ricordato che è necessario partire subito, dopo che è stata firmata anche dall’Italia la Convenzione internazionale, e bisogna lavorare insieme, istituzioni e associazioni, poiché i temi da affrontare sono tanti. Gli stessi Comuni hanno stimolato l’adozione della Convenzione ONU, e ora che la legge c’è, è necessario attuarla, facendo tesoro delle esperienze di ciascuno, che è un «valore in più» per promuovere lo sviluppo del sociale, per cui è urgente che il Governo adotti la Convenzione ONU, e a questo proposito la consigliera provinciale Fortunati lancia la provocazione di un passaparola affinché il Governo si affretti ad adottare quanto imposto dalle Nazioni Unite.

Giampiero Griffo, per DPI – Disabled Peoples International - espone sull’«Impatto delle politiche italiane sulla disabilità» in conseguenza della Convenzione ONU e racconta, con documenti esposti a video, delle varie tappe iniziate dal 1948 (prima non c’erano leggi per disabili e invalidi) e le suddivide in tre fasi: dal 1948 al 1955 si fecero dei tentativi di assistenza, poi dal 1955 al 1970, si arrivò alla Dichiarazione dei Diritti della persona con disabilità, e dal 1970 ai giorni nostri, passando per l’Anno Internazionale del Disabile 1981, si è giunti all’attuale Convenzione ONU sui Diritti delle persone con disabilità, che consta di 50 articoli, dove il primo comma precisa che «Scopo della presente Convenzione è promuovere, proteggere e garantire il pieno e uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità», per cui, dopo aver sintetizzato gli articoli più significati, conclude affermando che il Governo italiano deve approvare urgentemente la Convenzione, come hanno fatto le altre nazioni evolute, per sancire la non discriminazione, l’eguaglianza e il rispetto di tutti i cittadini.

Francesca Ortali, Project Manager AIFO, che ha curato con Griffo il «Manuale di formazione sui Diritti umani delle persone con disabilità», edito dalla Provincia di Milano e distribuito ai partecipanti al seminario, ha fatto proiettare un filmato girato in Mongolia – dove si vedono anche alcuni sordi locali conversare in una Lingua dei Segni non molto dissimile da quella italiana – ha impostato il suo intervento sul fatto che bisogna garantire la tutela dei diritti umani e civili, promuovendo la partecipazione diretta delle persone disabili, valorizzando la disabilità in quanto ordinaria diversità.

L’ultimo relatore, Fulvio Santagostini, presidente LEDHA, affrontando il tema «Dalla conoscenza del territorio all’empowerment della comunità» ha riferito che in Lombardia ci sono 12 ASL, 98 piani di Zona, 154 Comuni e circa 500 mila persone disabili per le quali sarebbe necessaria una politica sociale uguale mentre, invece questa non è omogenea; inoltre, molti disabili vivono in solitudine e faticano per avere informazioni, e senza di queste vengono a mancare la consapevolezza e la libertà di scelta.

Il termine del seminario era già proseguito oltre il limite, ma gli interventi sono stati concessi ed io ho potuto leggere il comunicato predisposto dall’ENS provinciale, dove ho fatto presente che lo stesso ENS è sempre stato in primo piano, con il presidente nazionale Ida Collu, per arrivare alla stesura della Convenzione ONU, ove si nota l’affermazione che per linguaggio s’intendono sia le lingue parlate, sia quelle dei segni o altre forme di espressione non verbale, ed è doveroso garantire ai sordi l’apprendimento anche con la LIS, senza imporla, ma solo riconoscendola ufficialmente come lingua propria della comunità, per garantire pure ai sordi il godimento e l’esercizio dei Diritti umani, le pari opportunità nello studio e nel lavoro, e chiedendo con forza alla Provincia di Milano di pianificare, «partendo da oggi» il trattato umano della Convenzione ONU.

Altre due sorde – Mara Domini e Martina Gerosa – hanno dato man forte alla visibilità dell’ENS, asserendo la prima che la sordità è una minorazione invisibile, sottovalutata dai media con le implicazioni connesse, la seconda facendo presente che lei, sorda e cresciuta oralista, ora condivide appieno, «… con i suoi amici Marco e Mara» la necessità che il Governo, con la Convenzione ONU, dia riconoscimento ufficiale alla Lingua dei Segni.
 

Marco Lué


 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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