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 RIFLESSIONI A PROPOSITO DELL'ASSEMBLEA BCC

Ho riflettuto a lungo circa l’opportunità di dare risposta all’intervento comparso su questo sito a firma Michele Checola e concernente l’assemblea della Bcc tenutasi nello scorso maggio.

Alla fine, non occupando più un ruolo istituzionale che mi costringeva a sorvolare su alcune “sparate da bar”, ho deciso di rispondere almeno alle più elementari assurdità che emergono nel documento pubblicato in quanto per esperienza ho capito che ci sono due cose che non possono essere attaccate frontalmente: l'ignoranza e la ristrettezza mentale. L’unica possibilità per affrontarle è il semplice sviluppo delle qualità opposte, perché in genere non tollerano la discussione.
Cercherò di andare con ordine.

1)    convocazione dell’Assemblea dei Soci.

Prescindendo dal fatto che, come mi pare naturale, la Banca aveva rispettato il dettato statutario in tema di convocazione dell’Assemblea (deliberato dagli stessi soci all’unanimità nel maggio del 2006); per incentivare la partecipazione del massimo numero di soci, 15 giorni prima della riunione erano stati pure esposti manifesti presso tutti gli sportelli, anche presso i bancomat. Inoltre, a tutti i soci, era stato spedito un avviso di convocazione.
Vero è che, in relazione a quest’ultimo, si sono riscontrati numerosi casi di ritardo nelle consegne da parte del servizio postale ma, seppure se spiacevole, il fatto non è imputabile alla Banca e, come ho comunicato in Assemblea, era già stata avviata una procedura di contestazione al riguardo nei confronti del servizio di distribuzione.

2)    risultati di bilancio

Nel suo intervento sul sito il signor Checola riprende le linee guida di quello del socio rag. Angelo Melzi in tema di recuperi sui crediti svalutati, affermando di averne controllato personalmente i numeri e condiviso le conclusioni.
A rischio di essere ripetitivo insisto che i dati, così come interpretati, risultano evidentemente distorti (non so se i soggetti in questione facciano finta di non capire ……).
Comunque, i principi contabili IAS sulla base dei quali vengono redatti i bilanci dall’anno 2006 determinano specifiche modalità di rappresentazione delle operazioni concernenti i crediti deteriorati, tali che anche in presenza di un peggioramento della situazione di rischio del credito (ad esempio: classificazione che passa da incaglio a sofferenza) il passaggio genera contabilmente una contemporanea ripresa di valore ed una nuova svalutazione.
In questi due anni la Banca ha dovuto prendere atto, sulla base di nuovi fatti emersi, che in taluni casi le valutazioni dei commissari straordinari erano risultate troppo ottimistiche e ci si è trovati nella necessità di operare di conseguenza .
Per queste ragioni i dati esposti nel commento del sig. Checola e nell’intervento del socio Melzi risultano profondamente distorti non tenendo conto della parte negativa (peraltro la questione era stata ben illustrata in sede assembleare dal Direttore Generale).
Ma poi, Vi prego, applichiamo semplicemente un minimo di logica.
Il rag. Angelo Melzi ha più volte affermato che il Credicoop è una “macchina organizzativa” che grazie al lavoro del passato (lui sostiene) era in grado di produrre svariati milioni di euro di utili.
Al tempo stesso, lui ed il sig. Checola, affermano che in questi ultimi due anni oltre 15,7 milioni di euro di reddito sono derivati da ricavi di natura straordinaria.
Da tutto ciò conseguirebbe che la gestione nel biennio 2006-2007 avrebbe prodotto perdite effettive per oltre 8 milioni di euro. Ora, se così fosse, c’è qualcuno che crede veramente che questa banca esisterebbe ancora?

3)    cessione delle filiali

Innanzitutto il sig. Checola afferma che il parametro della raccolta diretta rappresenta una unità di misura parificabile al fatturato per le aziende.
Sono perplesso, perché il sig. Checola è stato per lungo tempo amministratore di una banca e quindi un’affermazione così approssimativa da parte sua è quantomeno imbarazzante.
Come infatti è certamente a lui noto, almeno tre sono i parametri che danno la misura dimensionale di una filiale (oltre alla raccolta diretta, quella indiretta e gli impieghi). Quindi se si vuole calcolare l’incidenza del prezzo su di un parametro di riferimento occorre considerare il montante delle tre voci e, al riguardo, è bene ricordare che, al momento della loro cessione, gli sportelli avevano sostanzialmente azzerato i loro impieghi ed il valore della raccolta diretta risultava anche inquinato da quello delle obbligazioni Credicoop (il cui controvalore è rimasto nella raccolta diretta della nostra Banca anche dopo la cessione).
Inoltre è bene considerare che gli sportelli ceduti (ad esclusione di quelli di Lodi e Cinisello) erano nella maggior parte dei casi allocati in piccoli comuni di campagna, con poche migliaia di abitanti, il cui interesse commerciale non è raffrontabile con quello di prestigiose sedi di banche che operano in città commercialmente sviluppate.

 

Comunque, per concludere, invece di domandarci “chi ha rapinato il Credicoop?” forse sono maturi i tempi perché si discuta del perché Credicoop è stata sottoposta alla procedura di Amministrazione Straordinaria, che non dimentichiamoci è stato l’effetto e non la causa della questione.

In un mondo come l’attuale, dove ho imparato a mie spese a capire che si applica la regola del “Chi vusa pusè la vacca l’è sua” ho cercato di mantenere uno stile moderato, convinto potesse risultare vincente. I fatti sembrano dimostrare il contrario.

Solo questa volta, e credo sarà l’unica, ho deciso di uscire per una volta dalle righe.

Peraltro, mi pare paradossale la citazione dell’On. Andreotti, utilizzata dal sig. Checola: “non bisogna pensar male perché è peccato ma, spesso, ci si azzecca“ perché confesso che la condivido pienamente e che anch’io l’avrei utilizzata, anche se in relazione ad altri comportamenti che hanno caratterizzato il passato della banca.

Visto che comunque siamo nel campo delle citazioni ne utilizzerò anche io una per sintetizzare il mio pensiero su questi anni: “Il sapere e la ragione parlano, l'ignoranza e il torto urlano”.

Grazie per l’attenzione.

Roberto Protto


 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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