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Il mio si alla coppia

 

La mozione presentata questa sera a sostegno del riconoscimento di diritti alle persone che vivono convivenze non matrimoniali, è per me motivo di piena soddisfazione per l’attenzione che questo consiglio comunale pone alla tematica trattata e per l’impegno che il Sindaco e la Giunta Comunale si apprestano a prendere a sostegno delle coppie e delle famiglie tutte.

Quello di stasera è un importante gesto non solo amministrativo. E’ un gesto, a mio parere simbolico, che và nella direzione del riconoscimento di quei diritti fondamentali che spettano a tutte le  coppie, in particolar modo a tutte quelle oggi discriminate, in particolar modo le coppie gay.

Persona e coppia, spesso possiamo racchiudere in questo binomio il senso di una vita.

Non sempre le leggi si trovano a rispettare il corretto desiderio di tanti cittadini e cittadine che chiedono parità di trattamento nei diritti. C’è bisogno di continuo aggiornamento affinché La legge dia risposta al qui e ora, rispondendo in tal modo alle reali esigenze della società e dei suoi cittadini.

Il diritto di famiglia codificato nel 1942 ha subito parecchie variazioni che hanno avuto il merito di migliorare la situazione di vita delle coppie e delle famiglie in Italia.

Nel 1942 lo stesso concepiva una famiglia fondata sulla subordinazione della moglie al marito.

Nel 1975 venne riconosciuta la parità giuridica dei coniugi, e venne riconosciuta ai figli naturali la stessa tutela prevista per i figli legittimi.

Nel 1970 venne introdotto il divorzio

La legge 54/2006, ha istituito l’affidamento condiviso,

In questi ultimi 65 anni si sono fatti progressi nel riconoscimento dei diritti delle persone che si trovano a scegliere una vita famigliare.

In ogni modo non potremmo dirci soddisfatti finchè ogni singola persona non vedrà riconosciuti i pieni diritti non solo individuali ma altresì  di coppia.

Mi riferisco in particolar modo a quelle persone che dichiarano il proprio affetto e la propria intenzione di costruire una famiglia con persone dello stesso sesso.

Qual è la prima cifra su cui si fonda una coppia, da cui nasce la richiesta dei relativi diritti civili?

Non è la diversità sessuale, perché ci si può innamorare con immensa felicità di una persona dello stesso sesso.

Non è la prole, perché tantissime coppie scelgono di non avere figli o non possono averne.

Cos’è allora? Credo sia la matura, consapevole, responsabile  ed esclusiva dichiarazione di reciproco affetto che sfocia nella scelta di condividere con un’altra persona un tempo della vita.

Queste è la prima cifra della coppia.

E non parliamo di coppia come esclusività di unione tra uomo e donna richiamando il diritto naturale.

Nella storia erano considerate espressione di diritto naturale situazioni di negazione di umanità. Vedi schiavitù e monarchia.

Il diritto naturale attribuito solo all’unione tra uomo e donna crea disparità di trattamento rispetto ai diritti civili per le coppie innamorate dello stesso sesso, siamo in una condizione di disumanità.

Il cammino di questi ultimi 30 anni ci dice che se le leggi sono cambiate è perché la legge esistente non sempre rispecchiava le reali esigenze dei cittadini. Ciò che non era neppure concepibile, es. il divorzio, è diventato legge e regola rispettosa della salvaguardia del benessere della persona.

Siamo perciò fiduciosi che nuove leggi arriveranno a riconoscere piena cittadinanza attraverso il pieno sviluppo della personalità.

Non dimentichiamoci mai l’art. 3. della Costituzione che nei  compiti principali della Repubblica richiama quello di rimuovere ogni ostacolo di ordine economico e sociale che limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana.

Oggi nelle nostre città esistono famiglie di serie A e famiglie di serie B.  E’ per questo che stasera noi facciamo la nostra parte, nell’attesa che il Parlamento faccia la sua. 

Termino citando uno scritto di Pier Paolo Pisolini tratto dagli Scritti Corsari.

“E’ significativo che Hitler abbia mandato nei campi di concentramento tre categorie di minoritari col fine di sterminarli, con la stessa motivazione di salvaguardia della difesa della razza: gli ebrei, gli zingari, gli omosessuali ( gli omosessuali distinti da un triangolo rosa, erano oggetto di trattamenti abominevoli. Sono tuttavia i soli a non aver mai ottenuto dopo la guerra il diritto a un indennizzo). Anzi possiamo aggiungere, sono gli unici per cui le cose sono sostanzialmente continuate come prima, senza il minimo accenno a qualsiasi forma di riabilitazione.”

Ricordiamo che ad oggi solo gli ebrei sono stati pienamente riabilitati, mentre con la caccia alle streghe in corso, gli zingari fanno buona compagnia agli omosessuali.

E io non vorrei mai trovarmi in compagnia di Hitler nel  condividere il concetto di razza umana.       

 

Claudio Gargantini
Consigliere comunale Partito Democratico

 


 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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