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 A PROPOSITO DELL'ASSEMBLEA BCC

 

Su alcuni media locali con tempestività è stata data notizia dell’assemblea annuale della BCC di Cernusco sul naviglio tenutasi domenica 4 maggio.  Con grande rammarico non vi  ho potuto partecipare, pur avendone diritto in quanto socio, poichè sono stato informato della convocazione da amici, soltanto due giorni prima; l’avviso non mi è mai arrivato. Un caso isolato? No, è successo anche a tanti altri soci. Che dire poi della data fissata? Si è trattato semplicemente di una scelta scellerata? Anche questo è un caso? O forse si voleva semplicemente scoraggiare la partecipazione? L’On. G. Andreotti disse: “Non bisogna pensare male perché è peccato ma, spesso, ci si azzecca”.

Sono stato comunque relazionato ampiamente da amici e colleghi, e vorrei quindi fare qualche riflessione a voce alta, visto che mi è stata negata la possibilità di farlo nella giusta sede.

In primo luogo mi preme precisare che quanto dichiarato dall’ex Presidente Angelo Melzi a proposito dei rientri è stato da me controllato e condiviso, non si tratta di asserzioni generiche ed opinabili, si tratta di numeri; a tal proposito allego alla presente  il  dettaglio per consentirvi tutti i controlli e le verifiche del caso.

In assemblea il Direttore Generale ha asserito che alcune cifre andavano compensate.  Una persona che riveste un tale ruolo come può confondere “rettifiche con riprese”. Come se non bastasse il  Presidente Protto ha invitato a recarsi in sede per un confronto diretto: inaudito. Le risposte si danno in assemblea, tutto ciò equivale ad una non risposta.  Ribadisco quindi che in questi ultimi due anni sono rientrati  proventi straordinari relativi ad accantonamenti fatti in passato per €. 15.748.000,00.

In qualità di socio vorrei inoltre sfruttare l’opportunità che mi viene data per invitare tutti a riflettere su un altro evento che “grida vendetta”: la vendita delle filiali.

Recentemente la stampa specializzata, e non solo, ha dato notizia della vendita di alcune filiali da parte di primarie banche: Intesa San Paolo, Unicredit, UBI Banca, Antonveneta  e altre.

Incuriosito, ho cercato di capirne di più.

Per prima cosa mi sono preoccupato di individuare il o i  parametri  utilizzati per la valutazione dei “rami di azienda” (tali sono le filiali) ceduti.
In internet ho trovato informazioni interessanti grazie alle quali ho capito che il parametro di riferimento più utilizzato per le valutazioni è la raccolta diretta; sostanzialmente essa rappresenta per le banche quello che per le aziende è il fatturato.
Su tali basi ho appurato che le operazioni di compra-vendita di filiali fra le varie banche si sono concluse con una valutazione media pari al 60% della raccolta diretta.
I Commissari che hanno gestito la nostra Banca a quanto hanno venduto le filiali ?

Basta un rapido sguardo ai bilanci per evincere che le otto filiali sono state cedute a  €. 17.203.000,00, mediamente €. 2.150.000,00  ciascuna, pari al   13% della raccolta diretta. Non meno importante il fatto che insieme ad alcune filiali sono stati ceduti gli immobili di proprietà, inoltre il prezzo pagato è stato abbondantemente annacquato dai recuperi di quelle partite cedute che, a detta dei commissari, erano irrecuperabili.   

Riepilogando:
- cessione di  oltre 1.500 filiali da parte delle altre aziende di credito: prezzo medio €. 8.000.000,00;  
senza immobili; percentuale sulla raccolta diretta 60%;
- cessione delle otto filiali della BCC di Cernusco:  €. 2.150.000,00;
compreso gli  immobili; percentuale sulla raccolta diretta 13%.

Utilizzando i parametri delle altre banche avremmo potuto incassare  una cifra compresa fra  i 64 milioni e i 78 milioni di euro.

Qualche dubbio sorge spontaneo.
Che responsabilità hanno i commissari per queste differenze così clamorose ?
E la Federazione? Che ruolo ha avuto? Che responsabilità?
La società che ha effettuato la perizia è una società che lavora abitualmente per la Federazione ?
Perché non sono state interessate tutte le banche alla vendita  ma solo le BCC della Lombardia ?
Perché si è privilegiato lo spezzatino anziché la soluzione di vendita in blocco? Per accontentare più banche e quindi “gli amici degli amici”? Perché la  BCC di Pompiano che dapprima era  interessata a tutte le filiali ed era disposta a pagare anche un premio supplementare per la totalità poi si è ritirata ? Chi l’ha scoraggiata? La Federazione ?
Non era forse il caso di chiedere il parere anche dei soci?
E’ ipotizzabile una denuncia penale per turbativa d’asta ?
La Banca d’Italia si è resa correa di questa rapina ?
E’ possibile intraprendere una “Class action” per essere ristornati dei danni?

Ritengo che con un esposto alla Magistratura si possa dare una risposta almeno ad alcune di queste domande, nelle more io una risposta me la sono data:

CARI SOCI DELLA B.C.C.  CI HANNO RUBATO 50 MILIONI DI EURO !

Grazie

 

 

 

Dettaglio rientri anno 2007

DESCRIZIONE

RIFERIMENTI

IMPORTO

- da fondo rischi e oneri

voce 160 - pagina 114

€. 1.520.000,00

- da revocatorie

voce 160 - pagina 114

€. 361.000,00

-  riprese di valore 

voce 130 - pagina 111

€. 1.276.000,00

-  variazione imposte di precedenti esercizi*

pagina 117

€. 656.000,00

TOTALE

 

€. 3.813.000

* Non di competenza dei vecchi amministratori ma errore nel 2006.

 

Dettaglio rientri anno 2006

DESCRIZIONE

RIFERIMENTI

IMPORTO

-  da fondo per oneri del personale

 

€. 404.000,00

-  da revocatorie e legali

voce 160 - pagina 138

€. 1.266.000,00

-  riprese di valore 

voce 130 – pagina 136

€. 10.385.000,00

-  rivenienti dalla chiusura di una operazione di copertura del rischio tassi di interesse

 

€. 536.000,00

TOTALE

 

€. 12.591.000,00

 

Totale dei rientri
anno 2006 – 2007
€. 12.591.000,00 + €. 3.157.000,00 = €. 15.748.000,00


 

Dott. Michele Checola

 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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