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Tibet, Tibet, quanta demagogia!

 

Il signor Frigerio ha scritto:

1) mettere al bando (leggasi “sequestrare come da legge vigente”) con intense misure di controllo tutte le merci illegali in vendita sul territorio comunale di prodotti cinesi (vedi vari abusivi, negozietti e bancarelle varie)

1b) Se questa è una proposta amministrativa, significa che il signor Frigerio è dell’idea che gli addetti ai lavori (Carabinieri, Guardia di Finanza e Vigili Urbani) fino a qui non hanno fatto il loro dovere, cioè non hanno prodotto quelle operazioni di controllo “come da legge vigente”. La prima domanda è se questi organi, secondo il signor Frigerio, non hanno fino qui controllato i prodotti cinesi o non controllano proprio. Nel primo caso ci fa pensare che gli agenti in questione siano stati corrotti dalla temibile mafia cinese e questa sarebbe un’affermazione gravissima di cui l’autore dovrebbe prendersi le responsabilitá. Nel secondo caso, cioè se il signor Frigerio intende dire che i controlli non ci sono proprio, le olimpiadi e il Tibet non c’entrano, poiché, se la sua affermazione fosse vera, starebbe parlando di un problema tutto italiano. Inoltre l’autore cita “vari abusivi, negozietti e bancarelle varie”. Ció vuol dire che egli conosce bene dove trovare i colpevoli dei misfatti elencati. Non gli resta quindi che fare una circostanziata denuncia alle forze di pubblica sicurezza e il caso è chiuso. Ah giá, questi non controllano i cinesi, o non controllano affatto …

2) Controllare con assiduitá i lavoratori cinesi presenti sul territorio comunale ed espellere i numerosi clandestini presenti in centrali di lavoro cinesi.

2b) Vale lo stesso discorso. Pare che il signor Frigerio sia a conoscenza di fatti e luoghi dove sono posti in essere reati che vanno dalla clandestinitá all’impiego di lavoratori illegali evadendo le norme amministrative, sindacali e probabilmente anche di sicurezza vigenti. Essendo quello del lavoro nero, di contributi non pagati e di incidenti sul lavoro una piaga nazionale che desta profondi turbamenti in tutta la popolazione, vorrei raccomandare al signor Frigerio di aggiungere a quella sopra, anche una seconda circostanziata denuncia alle autoritá competenti, aggiungendo, se ne ha altrettanta conoscenza, alla lista dei centri di lavoro cinesi nei quali si commettono i reati di cui sopra, anche quelli di eventuali centri di lavoro italiani, ché quando un operaio muore è comunque una tragedia, sia che si tratti di padre di famiglia cinese o italiano.

3) verificare il rispetto delle norme di somministrazione di cibi e bevande dei numerosi locali di ristorazione “made in Cina” che non appaiono solidamente in regola con le basilari norme d’igiene.

3b) Qui sono perfettamente d’accordo! Anzi, quando il signor Frigerio fará la sua denuncia circostanziata, verró ad aggiungere l’indirizzo di alcuni locali (anche non cinesi) che non mi appaiono solidamente in regola con le basilari norme d’igiene. Anzi, alcuni locali associativi non mi appaiono nemmeno in regola con la licenza commerciale obbligatoria.

Non mi soffermo sulle proposte politico-simboliche, poiché queste non sono né politiche né simboliche. La profonda delusione della “nostra comunitá” è un’invenzione dell’autore. La gran parte della comunitá mi sembra indifferente alle decisioni di un Governo che c’è ma non si vede e il nome di CONI ricorda ai piú scandali e scandaletti del massimo organo sportivo. Non confondiamo le acque. Il signor Collio decida quello che vuole. A me piacerebbe vederlo correre a Pechino coi colori dell’Italia. Quanto a S.S. il Papa e al marito di Carla Bruni, invito i lettori a trovare in internet un articolo di “Le Figaro” del 19 marzo scorso dal titolo: “Le Tibet gêne la diplomatie chinoise du Pape ».

 

Buon proseguimento

Stefano Comi


 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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