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 Ma chi votare?

 

Desidero condividere alcune riflessioni nate all’interno della lista civica Obiettivo Cernusco, in cui milito da diversi anni, relativamente al significato e alla portata politica delle prossime elezioni politiche.

Le prossime elezioni politiche non mi scaldano il cuore e penso di non essere il solo perché la classe politica che ci rappresenta non ha ecceduto in questi anni in qualità e credibilità.

Intanto ci tocca ritornare a votare dopo soli due anni, e lo rifacciamo con la stessa legge elettorale “il porcellum” che ha già fallito nelle precedenti elezioni.

Quindi la possibilità di un nuovo fallimento esiste e il problema della governabilità potrebbe ripresentarsi con l’aggravante di aver speso tempo e denaro inutilmente.

Analizzando la situazione politica attuale trovo, di positivo, la riduzione del numero dei partiti (o almeno di quelli che, secondo i sondaggi, godono del maggior consenso) e lo spostamento politico del Pd verso il centro dopo il divorzio con la sinistra radicale (nelle amministrazioni locali però il matrimonio regge), divorzio reso necessario dopo il fallimento del governo Prodi.

Sul fronte opposto, di altrettanto positivo, c’è stata l’aggregazione del partito Forza Italia con Alleanza Nazionale che ha dato vita al nuovo PDL che si richiama al PPE europeo, mentre l’Udc di Casini, alleato con la Rosa Bianca, si pone come alternativa di centro.

Dall’analisi dei sondaggi sembra non esistano dubbi: la partita si gioca tra PD e PDL ed i rispettivi candidati Veltroni e Berlusconi.

L’Udc di Casini e la sinistra Arcobaleno di Bertinotti cercheranno di ottenere il maggior numero di consensi e di eletti ma  non hanno probabilità di vittoria.

Entrambi i candidati delle forze politiche più rilevanti (Veltroni e Berlusconi) hanno programmi abbastanza simili che contengono grandi promesse elettorali difficilmente realizzabili perché prive di adeguata copertura finanziaria.

Delle promesse elettorali il quotidiano economico “Il sole 24 ore” ha pubblicato un interessante articolo (pag. 5 del 2 marzo) in cui evidenzia che il PDL fa promesse da 72-87 miliardi di euro mentre il PD tra 19 e 28 ma con copertura finanziaria di 33-35  per il PDL e di circa 18 per il PD.

Quindi è del tutto evidente che il voto si posizioni sul lato della credibilità dei candidati.

Capisco che è difficile per un candidato dire che dovrà fare una politica di rinnovamento e di riforme che richiederà dei sacrifici, ma questa è purtroppo la triste ma non detta verità.

Il nostro Paese ha il debito pubblico che è circa il 104% del PIL, ogni anno brucia, per spesa per interessi, circa 70 miliardi di euro e sono anni che non si fanno più privatizzazioni dedicate all’abbattimento del debito.

I nostri vicini hanno il debito pubblico che è vistosamente inferiore al nostro: francesi (66% del PIL), inglesi (42%) e tedeschi (66%).

Ogni anno noi italiani abbiamo circa 25-30 miliardi in più, di spesa per interessi sul debito, dei nostri vicini, che potremmo invece dedicare alla riduzione delle tasse, ad incentivare la ripresa economica, a recuperare quel vantaggio competitivo che anche l’euro forte contribuisce a ridurre.

Inoltre siamo dipendenti dal petrolio perché non abbiamo attuato una politica di diversificazione delle fonti energetiche, non abbiamo il nucleare e le energie alternative sono ancora troppo esigue rispetto al fabbisogno, mentre il prezzo del petrolio continua la sua inarrestabile corsa verso nuovi traguardi e le riserve di greggio, in prospettiva,  tendono a ridursi.

Infine viviamo una situazione congiunturale difficile di forte rallentamento economico con previsioni di crescita molto contenute, prossime allo zero (media delle previsioni OCSE e FMI circa 0,5 sul Pil 2008) che metterà in maggiore evidenzia la nostra situazione di carenze strutturali, di mancate riforme e di distanza sempre più accentuata tra nord e sud del nostro Paese.

‘La verità mi fa male…’ cantava un po’ di anni fa Caterina Caselli, ma le bugie sono peggio perché illudono la gente e contribuiscono ad allontanare i cittadini dalla politica.

Probabilmente, in queste elezioni, vince chi perde. Sì, perché una volta al governo, la forza che uscirà vincitrice dalla competizione elettorale non solo non manterrà quanto promesso in campagna elettorale ma sarà costretta a imporre sacrifici e leggi impopolari che ridurranno il consenso e aumenteranno la litigiosità nella maggioranza.

In assenza di sacrifici c’è il rischio di una emarginazione dall’Europa o peggio ancora di un “default” del debito pubblico italiano al pari di quello argentino.

Non credo sia corretto contare sempre e solo sul paracadute dell’Europa  perché l’apertura del paracadute funzionerà solo se saremo virtuosi con politiche di bilancio conseguenti.

Non è escluso che al Senato si ripresenti la stessa situazione precedente, ovvero un risicato numero di senatori a supporto della maggioranza con il problema dei senatori a vita “ago della bilancia”.

In caso di pareggio è del tutto evidente che non sarà possibile un nuovo ricorso alle urne, la gente non lo accetterebbe e sarebbe la fine di questa classe politica. Ritengo molto più probabile, in caso di pareggio, un accordo per un governo di larghe intese.

 

Chi dunque votare?

Beppe Grillo suggerisce di non andare a votare; la tentazione è forte e molti probabilmente lo seguiranno, ma non penso sia questa la soluzione ai  problemi che affliggono il nostro Paese.

Una democrazia imperfetta è sempre meglio di una dittatura perfetta ed il voto rappresenta un’espressione di democrazia.

La nostra lista civica, come sempre fa in occasione delle elezioni politiche, non dà indicazioni di voto, lascia libertà di voto ai suoi elettori.

Certo sarebbe stata una competizione migliore se al posto di Veltroni ci fosse stato Letta piuttosto che Franceschini, che al posto di Casini ci fosse stato Tabacci, che al posto di Berlusconi ci fosse stato Formigoni, ma le scelte su cui esprimere il nostro voto sono quelle che sono.

Perciò, escludendo da una parte la “sinistra arcobaleno” e dall’altra la “destra” perché distanti anni luce dal nostro pensiero politico moderato, liberista e di centro, fate la scelta che riterrete più opportuna sapendo a priori che nessuno degli eletti sarà, purtroppo, in grado di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale.

 

Buon voto.

 

                                                                                                    

                                                                                                                              Vittorino Cazzulani


 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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