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UNIONI CIVILI: PERCHÉ NO? 

 

Siamo – e non da oggi - favorevoli al riconoscimento giuridico di diritti, prerogative e facoltà delle persone che fanno parte delle unioni di fatto. Riteniamo inoltre che al fine di definire natura e qualità di tali unioni non debba essere dirimente il genere dei conviventi né l’orientamento sessuale; va considerato, piuttosto, quale criterio qualificante il sistema di relazioni (sentimentali, assistenziali, di solidarietà, mutualità e reciprocità), la loro stabilità e volontarietà.

Crediamo tuttavia che l’istituzione di un registro delle unioni civili ed ancor di più l’improbabile “censimento delle coppie di fatto esistenti sul territorio comunale” proposto dalla mozione presentata dal Consigliere Cassamagnaghi, non possano sostituire il necessario avvio di una legislazione nazionale contro ogni forma di discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale, né tanto meno il riconoscimento giuridico della forma di relazione delle unioni civili 

Il voto contrario del gruppo di Rifondazione Comunista alla mozione va però al di là della proposta avanzata, sostenuta in altri contesti dal nostro partito proprio per il suo significato prevalentemente politico. Molte amministrazioni comunali hanno infatti istituito tali registri, assumendosi l’onere e l’onore di battaglie di grande valore politico ed etico. A loro va sicuramente il merito di aver posto, anche a livello amministrativo, un problema che tocca ormai milioni di persone, private di fatto di diritti fondamentali.

A distanza di alcuni anni dall’introduzione di questi provvedimenti e, soprattutto, a quadro legislativo immutato, crediamo però si debbano fare delle riflessioni sulla loro efficacia e sulla reale incidenza nella vita delle persone. Senza parlare di fallimenti, ci troviamo tuttavia di fronte all’esigenza di ricercare altre strade, a partire da un’urgente e rinnovata richiesta di iniziativa parlamentare, abbinata ad un’analisi e ad una sperimentazione di percorsi nuovi di cui le amministrazioni, ma soprattutto la società civile, le associazioni, i movimenti, i partiti, dovrebbero farsi promotori e sostenitori.

A Cernusco è successo però un fatto a nostro avviso molto grave, che rischia di minare alla base la credibilità di alcune questioni e della politica stessa. È accaduto infatti che i paladini di una lotta senza quartiere contro i DICO (Diritti e doveri delle persone stabilmente Conviventi) e le unioni civili in genere, additate come un pericolo per l’istituto della famiglia, siano ad un tratto divenuti difensori dei diritti civili delle coppie di fatto, con uno sconvolgente cambiamento di casacca da far rabbrividire i più incalliti trasformisti!

Cassamagnaghi folgorato sulla via di Damasco? Sarebbe molto difficile da credere… piuttosto si dovrebbe parlare di un tentativo impacciato di mettere i bastoni tra le ruote alla maggioranza, sfruttando l’atteggiamento ambiguo di chi, autoproclamandosi come unico detentore dell’attestato di laicità, si presta ad interventi pubblici puramente strumentali che poco o nulla hanno a che fare con l’impegno in difesa dei diritti civili e con alcune posizioni espresse nel corso della recente campagna elettorale.

Messo da parte questo spiacevole inconveniente, riteniamo allora opportuno restituire dignità e serietà al tema dei diritti sociali e civili, della libertà, delle pari opportunità. Rifondazione Comunista è sempre stata e vuole ancora essere parte di questa battaglia che sarà tanto più grande e significativa se ci sarà una Sinistra unitaria e plurale che sappia fare suoi i principi dell’uguaglianza, della libertà, del  valore del lavoro, della centralità dell'ambiente, della laicità dello Stato e della critica dei modelli patriarcali e maschilisti.

Cernusco s/N, 24 gennaio 2008

Ermes Severgnini
Consigliere Comunale PRC-SE

Luca Forlani
Segretario Circolo PRC-SE Cernusco s/N


 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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