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La Piazza: verso la fine di un mito
o la riscoperta delle nostre radici?

 

Agorà (in greco γορά) è il termine con il quale nella Grecia antica si indicava la piazza principale della polis. Con l'andare del tempo l'agorà divenne il centro della polis sia dal punto di vista economico (in quanto sede del mercato) che dal punto di vista religioso, poiché vi si trovavano i luoghi di culto del fondatore della città o della divinità protettrice, che politico, in quanto era il luogo della democrazia per antonomasia, dato che era sede delle assemblee dei cittadini. Questa innovazione fu inserita grazie alle grandi modifiche urbanistiche iniziate durante l'età di Pericle intorno al V secolo a.C.

Attualmente, dopo oltre XXV secoli dalla sua introduzione, il ruolo della PIAZZA, della Agorà, viene messo in discussione da nuove dimensioni e logiche sia sociali che economiche. Si ha la sensazione che, ancora una volta, si confrontano due approcci: quello che potrebbe essere definito tradizionale che identifica la piazza come il centro della Comunità e quello, innovativo, tipico delle realtà del nord  america in cui la dimensione economica prevale su quella sociale per cui il punto di aggregazione coincide con il momento dell’acquisto: il MALL (centro commerciale).

Questa seconda logica ben si correla con le dinamiche sociali odierne: rapide, superficiali, spesso egocentriche. Forse si potrebbe quasi affermare che risponde ai bisogni di base del cittadino che afferma la propria esistenza in quanto consumatore (il classico GOOD DAY SHOPPER che ci si sente dire nei centri commerciali americani). Ad una riflessione maggiormente approfondita si evidenzia come in realtà le due logiche non siano necessariamente in contraddizione né in conflitto. Esse rispondono ad esigenze differenti: il cittadino /consumatore la prima, il cittadino/ cives (cioè inserito in una comunità sociale) la seconda.

Pare quindi di capire come allora il problema sia più grave: non siamo chiamati ad interrogarci se sia meglio proteggere il negozietto sotto casa o preferire il centro commerciale dove si trova tutto ma ad evitare che i nostri bisogni, presi da un’insopportabile pigrizia, si appiattiscano sull’offerta grigia ed indifferenziata di un MALL dove passare il fine settimana. L’agorà e le sue espressioni politiche, economiche, sociali devono quindi puntare ad iniziative di rilievo, di prestigio che vadano a soddisfare quegli appetiti che non trovano risposta altrove: la promozione delle tipicità del territorio, la presentazione di iniziative mirate (dibattiti, incontri) che stimolino il senso di appartenenza ad una comunità ed alle sue logiche. L’alternativa è un grigiore indifferenziato che, alla fine, obnubila la mente.

Emanuele Vendramini
 

CernuscoInsieme non si assume nessuna responsabilità legata al presente comunicato

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