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DON GIUSEPPE ORA CI GUARDA DAL CIELO
CON SGUARDO TENERO E PROFONDO
 

Don Giuseppe Cazzaniga, domenica 13 aprile, è tornato alla Casa del Padre. In tantissimi hanno visitato la camera ardente allestita nella Cappella dell’Oratorio Paolo VI: uomini e donne da tempo non più visti in Parrocchia; giovani e bambini; gente di ogni età, con gli occhi tristi e il cuore colmo di preghiera, gratitudine, dispiacere.

 
don Giuseppe Cazzaniga

Il cimitero di Sovico, paese natale di don Giuseppe Cazzaniga, è incorniciato dalle montagne del Lecchese e in questo pomeriggio ventoso di martedì 15 aprile, il profumo della neve, che ancora imbianca le cime, giunge fino alla verde Brianza. Il sole è ancora alto quando arriviamo al cimitero; gli alberi sono scossi dal vento, quel vento che proprio non piaceva a don Giuseppe; il cielo terso sembra “accogliere” come in un abbraccio la chiara bara del nostro don, mentre il rumore delle foglie accompagna lungo i vialetti la piccola processione. Don Giuseppe ora riposa accanto ai suoi genitori e al fratello Ettore.  L’uscita dal cimitero ha il sapore di un addio e, rivolgendo alla tomba un ultimo sguardo , le lacrime, nuovamente, riempiono  gli occhi.

La giornata è iniziata molto presto e tutti i minuti di questo giorno sono scolpiti nella memoria con i loro suoni, i loro movimenti, le loro forti emozioni e le indimenticabili sensazioni.

In tanti hanno fatto visita al nostro “don” - Domenica 13 aprile, domenica delle Palme nella Passione del Signore, ha segnato la nascita al cielo di don Giuseppe; una telefonata inaspettata, quando ancora non albeggiava, ha dato la notizia della morte di un pastore vero, umile, caro. Per tutto il pomeriggio e la sera di domenica e lungo tutto il lunedì un susseguirsi continuo di persone hanno fatto visita al nostro don; uomini e donne da tempo non più visti in Parrocchia; giovani e bambini; gente di ogni età, con gli occhi tristi e il cuore colmo di preghiera, gratitudine, dispiacere.

Al martedì mattina si è compiuto il gesto più “crudo”: la bara viene chiusa, nessuno più vedrà il suo volto; il corteo funebre, pregando, cammina verso la chiesa di san Giuseppe Lavoratore, il tesoro di don Giuseppe; sicuramente è stato felice di “vederla” così: colma di persone capaci di un silenzio orante, di viva partecipazione, di palpabile rispetto per quel Dio per il quale lui ha dato tutto se stesso. Una schiera di sacerdoti, quasi una ventina, concelebra la Santa Messa presieduta dal delegato dell’arcivescovo, mons. Angelo Mascheroni, vescovo ausiliare di Milano, e da mons. Piero Cresseri, vicario episcopale della nostra zona pastorale.

Mons. Cresseri legge il messaggio del card. Scola, parole vere, semplici e sincere per un breve ricordo di don Giuseppe, strettamente legato alla vita della parrocchia di San Giuseppe; al suo essere schivo, riservato, silenzioso nel lavorare per il bene della sua comunità.

E’mons. Mascheroni a donarci un’omelia molto bella, incentrata su una lettera di San Paolo come fosse un riassunto della vita di don Giuseppe. Cita la buona battaglia della fede, condotta anche da don Giuseppe insieme al suo Signore; la verità, la corazza della giustizia, lo scudo della fede, l’elmo della salvezza, la spada della Parola di Dio. L’Eucarestia con la fedeltà alla celebrazione quotidiana e la consapevolezza di dover tradurre quanto celebrato nella donazione e  nell’impegno pastorale. Tante le sfaccettature proposte dal Vescovo, una più bella dell’altra, tutte molto vicine alla vita, semplice, di don Giuseppe che ora ha ricevuto la corona di giustizia che il Signore gli ha concesso.

Al termine un ringraziamento della Comunità, preceduto da alcuni piccoli pensieri scritti da don Giuseppe, colmi di tenerezza, di gioia, di amore per Gesù, Figlio di Dio, che ci hanno svelato un volto inedito di questo nostro umile pastore.

Sulle note di “Quando busserò” il feretro esce dalla nostra chiesa; immediato il pensiero che questa è proprio l’ultima volta che don Giuseppe “percorre” la navata della nostra chiesa, l’ultima volta che è con noi. Sul piazzale, affollato di persone, s’innalza il canto di montagna per eccellenza: Signore delle cime; un brivido percorre la schiena  e gli occhi  si riempiono di lacrime che scendono copiose sui volti di tantissimi fra i presenti.  Sappiamo che don Giuseppe ha cantato con noi e che ora ci guarda dal cielo con quello sguardo tenero e profondo, capace di dire tutto senza pronunciar parola.

MA

Cernusco sul Naviglio, 16 aprile 2014

 

 

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