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HOME > Papa Francesco > 4 Maggio 2015

FRANCESCO: “FARE POLITICA È IMPORTANTE”

Un cattolico “deve” fare politica, “deve immischiarsi in politica”. “Lottare per una società più giusta e solidale”: questo il mandato assegnato dal Papa ai politici.

 

Papa Francesco, durante l’udienza concessa alle Comunità di Vita Cristiana (Cvx) e alla Lega Missionaria Studenti d’Italia, svoltasi lo scorso giovedì 30 aprile, in Aula Paolo VI in Vaticano, rispondendo ad una domanda dei presenti, ha ripreso quanto sovente si sente dire: “Noi dobbiamo fondare un partito cattolico!: quella non è la strada”, le parole del Pontefice: “La Chiesa è la comunità dei cristiani che adora il Padre, va sulla strada del Figlio e riceve il dono dello Spirito Santo. Non è un partito politico”. “No, non diciamo partito, ma … un partito solo dei cattolici”, ha proseguito il Papa: “Non serve e non avrà capacità convocatorie, perché farà quello per cui non è stato chiamato”. “Ma, un cattolico può fare politica?”, la domanda successiva di Francesco: “Deve!”, la risposta. E ancora: “Ma un cattolico può immischiarsi in politica? Deve!”, perché la politica, ha spiegato il Papa citando Paolo VI, “è una delle forme più alte della carità, perché cerca il bene comune”. 

“Ma, Padre, fare politica non è facile, perché in questo mondo corrotto … e alla fine tu non puoi andare avanti?”. Questa l’altra obiezione ipotizzata dal Papa, che ha risposto affermando che la politica “è una sorta di martirio, ma è un martirio quotidiano: cercare il bene comune senza lasciarti corrompere. Cercare il bene comune pensando le strade più utili per quello, i mezzi più utili. Cercare il bene comune lavorando nelle piccole cose, piccoline, da poco … ma si fa”. “Fare politica è importante”, ha ammonito: “La piccola politica e la grande politica. Ma, nella Chiesa ci sono tanti cattolici che hanno fatto una politica non sporca, buona; anche, che hanno aiutato alla pace nei Paesi. Ma pensate ai cattolici qui, in Italia, del dopoguerra - alcuni: pensate a De Gasperi; pensate alla Francia: Schumann, che ha la causa di beatificazione”. “Si può diventare santo facendo politica”, ha assicurato Francesco, secondo il quale il politico deve portare con sé l’ideale “di costruire il bene comune” e “portare la croce di tanti fallimenti, e anche portare la croce di tanti peccati. Perché, nel mondo è difficile fare il bene in mezzo alla società senza sporcarsi un poco le mani o il cuore: ma per questo vai a chiedere perdono, chiedi perdono e continua a farlo”. “Lottare per una società più giusta e solidale”: questo il mandato assegnato da Francesco ai politici.

“Qual è la soluzione che oggi ci offre, questo mondo globalizzato, per la politica?”. Se lo è chiesto il Papa, che ha risposto: “Semplice: al centro, il denaro. Non l’uomo e la donna: no. Il denaro. Il dio denaro. Questo al centro. Poi, tutti al servizio del dio denaro. Ma per questo, quello che non serve al dio denaro si scarta”. “Quello che ci offre oggi il mondo globalizzato è la cultura dello scarto”, ha ribadito Francesco: “Si scartano i bambini perché non si fanno bambini o perché si uccidono i bambini prima di nascere; si scartano gli anziani, perché non servono: ma adesso che manca il lavoro vanno a trovare i nonni perché la pensione ci aiuti … Ma si scartano, si abbandonano gli anziani. E adesso, il lavoro si deve diminuire perché il dio denaro non può fare tutto, e si scartano i giovani”. “Qui, in Italia, giovani dai 25 anni in giù - la denuncia del Pontefice - il 40-41% è senza lavoro. Si scarta …”. “Ma questo è il cammino della distruzione”, le parole del Papa.

“Io cattolico guardo dal balcone? Non si può guardare dal balcone! Immischiati lì! Dà il meglio: se il Signore ti chiama a quella vocazione, va lì, fai politica: ti farà soffrire, forse ti farà peccare, ma il Signore è con te. Chiedi perdono e vai avanti. Ma non lasciamo che questa cultura dello scarto ci scarti tutti!”.

 

Cernusco sul Naviglio, 4 maggio 2015

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