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FRANCESCO: “LA GENTE AL CENTRO, I BISOGNOSI AL CENTRO!”

“La Chiesa ha sempre riconosciuto, apprezzato e incoraggiato l’esperienza cooperativa”, ha detto il Papa  agli aderenti a Confcooperative. Presenti anche cooperatori cernuschesi.

 

“Il dio-profitto non è affatto una divinità, ma è solo una bussola e un metro di valutazione dell’attività imprenditoriale”. Lo ha detto il Papa, che incontrando, lo scorso sabato 28 febbraio, in Aula Paolo VI i membri della Confederazione italiana cooperative – Confcooperative -  ha citato la “Caritas in Veritate” di Benedetto VI, per ricordare come “il nostro mondo abbia bisogno di un’economia del dono, cioè di un’economia capace di dar vita a imprese ispirate al principio della solidarietà e capaci di creare socialità”. “Voi siete la memoria viva di un grande tesoro della Chiesa italiana”, ha esordito Francesco: “Sappiamo che all’origine del movimento cooperativistico italiano, molte cooperative agricole e di credito, già nell’Ottocento, furono saggiamente fondate e promosse da sacerdoti e da parroci. Tuttora, in diverse diocesi italiane, si ricorre ancora alla cooperazione come rimedio efficace al problema della disoccupazione e alle diverse forme di disagio sociale”. “La Chiesa ha sempre riconosciuto, apprezzato e incoraggiato l’esperienza cooperativa”, ha detto il Papa ricordando i documenti del magistero, dalla Rerum Novarum di Leone XIII fino al suo predecessore, passando per lo “straordinario magistero sociale del beato Paolo VI”. All’udienza hanno partecipano circa 7mila persone, in rappresentanza di 3 milioni di soci, 20mila imprese cooperative che danno lavoro a 543mila persone.

“Globalizzare la solidarietà, oggi, significa pensare all’aumento vertiginoso dei disoccupati, alle lacrime incessanti dei poveri, alla necessità di riprendere uno sviluppo che sia un vero progresso integrale della persona che ha bisogno certamente di reddito, ma non soltanto del reddito!”. È stato l’invito del Papa: “Pensiamo ai bisogni della salute, che i sistemi di welfare tradizionale non riescono più a soddisfare; alle esigenze pressanti della solidarietà, ponendo di nuovo, al centro dell’economia mondiale, la dignità della persona umana”. Esortando i presenti a pensare “alle nuove prospettive, alle nuove responsabilità, alle nuove forme di iniziativa delle imprese cooperative”, il Papa ha sollecitato a usare “fantasia creativa per trovare forme, metodi, atteggiamenti e strumenti, per combattere la ‘cultura dello scarto’ coltivata dai poteri che reggono le politiche economico-finanziarie del mondo globalizzato”. L’obiettivo, per il Santo Padre, deve essere fare “un balzo in avanti” per “portare la cooperazione sulle nuove frontiere del cambiamento, fino alle periferie esistenziali dove la speranza ha bisogno di emergere e dove, purtroppo, il sistema socio-politico attuale sembra invece fatalmente destinato a soffocare la speranza incrementando rischi e minacce”, partendo dalla consapevolezza che il metodo cooperativo è “prezioso”.

“Io sono un tifoso delle ‘empresas recuperadas’”, ha detto il Papa, ricordando che le cooperative “devono continuare ad essere il motore che solleva e sviluppa la parte più debole delle nostre comunità locali”. “Il pensiero - ha proseguito il Papa - corre innanzitutto ai giovani, perché sappiamo che la disoccupazione giovanile, drammaticamente elevata, distrugge in loro la speranza. Ma pensiamo anche alle tante donne che hanno bisogno e volontà di inserirsi nel mondo del lavoro. Non trascuriamo gli adulti che spesso rimangono prematuramente senza lavoro”. Oltre alle nuove imprese, Papa Francesco ha esortato i presenti a guardare “anche alle aziende che sono in difficoltà, a quelle che ai vecchi padroni conviene lasciar morire e che invece possono rivivere con le iniziative che voi chiamate ‘Workers buy out’, ‘empresas recuperadas’, aziende salvate”.

“La gente al centro, i bisognosi al centro!”. Con queste parole il Papa ha sintetizzato il compito delle cooperative. “Come sarebbe bello se, partendo da Roma, tra le cooperative, alle parrocchie e agli ospedali, penso al ‘Bambin Gesù’ in particolare, potesse nascere una rete efficace di assistenza e di solidarietà”, ha esclamato. “Questa è la missione che ci proponiamo!”, l’invito ai presenti: “A voi sta il compito di inventare soluzioni pratiche, partendo dalla vostra storia, per coniugare l’essere impresa e, allo stesso tempo, non dimenticare che al centro di tutto c’è la persona”. Nel dettaglio, il Papa ha sollecitato le cooperative ad attivarsi “come protagonisti per realizzare nuove soluzioni di Welfare, in particolare nel campo della sanità, un campo delicato dove tanta gente povera non trova più risposte adeguate ai propri bisogni”. “Conosco che cosa fate da anni con cuore e con passione, nelle periferie delle città e della nostra società, per le famiglie, i bambini, gli anziani, i malati e le persone svantaggiate e in difficoltà per ragioni diverse, portando nelle case cuore e assistenza”, le parole del Papa, secondo il quale “la carità è un dono, non è un semplice gesto per tranquillizzare il cuore, un dono senza il quale non si può entrare nella casa di chi soffre”.

Cernusco sul Naviglio, 2 marzo 2015

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