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GUIDARE UNA COMUNITÀ, SIGNIFICA SERVIRLA

Sabato 22 febbraio, il Papa ha creato 19 nuovi cardinali provenienti da tutti i continenti, e il giorno successivo ha celebrato con loro la Messa in San Pietro. Questa occasione ha dato lo spunto per ricordare cosa significa avere delle responsabilità nella Chiesa ad ogni livello, partendo dalle parole del Vangelo e della Scrittura.

 

La creazione di nuovi cardinali è uno dei momenti più importanti e solenni di ogni pontificato, “un atto gradito e grave del nostro ministero” recita la formula rituale di creazione dei nuovi cardinali. Ma lo è anche per chi riceve questa nuova dignità, che li impegna ad essere ancor più “intrepidi testimoni di Cristo e del suo Vangelo”, come proclama ancora il rituale. E significativo è il fatto che questo rito avvenga nel giorno della festa liturgica della Cattedra di San Pietro, alla quale i nuovi cardinali “sono uniti con più stretto vincolo”. Ma questa occasione di Grazia, corre spesso il rischio di trasformarsi in una cerimonia “mondana”, soprattutto a dar voce alle numerose interpretazioni giornalistiche che si moltiplicano ad ogni nuova nomina. Ecco che il Santo Padre, con le sue incisive omelie nel concistoro e nella Messa del giorno seguente, efficacemente sintetizzate nell’Angelus domenicale, aiuta tutta la Chiesa a vivere lo spirito autentico di questo evento.

“Gesù camminava davanti a loro” – Commentando il Vangelo di Marco proclamato nel rito del concistoro, il Papa ha ricordato come spesso nel Vangelo si incontra Gesù camminare davanti ai discepoli perché “Gesù non è venuto ad insegnare una filosofia, un’ideologia… ma una ‘via’, una strada da percorrere con Lui, e la strada si impara facendola, camminando.” Ma è una strada difficile da percorrere per noi “perché la strada che Gesù sceglie è la via della croce.” E cosa succede quando noi uomini abbandoniamo questa via e ragioniamo in modo mondano? “Se prevale la mentalità del mondo, subentrano le rivalità, le invidie, le fazioni…”

“Nessuno ponga il suo vanto negli uomini” – Si tratta delle stesse rivalità, invidie e fazioni che si trovano nella comunità di Corinto citata da San Paolo nella seconda lettura della Domenica successiva. “San Paolo spiega che questo modo di pensare è sbagliato, perché la comunità non appartiene agli apostoli, ma sono loro - gli apostoli - ad appartenere alla comunità; però la comunità, tutta intera, appartiene a Cristo!” Nell’Angelus il Papa, ha esteso questa sua esortazione precedentemente rivolta ai nuovi cardinali, a tutte le comunità ecclesiali. “Da questa appartenenza deriva che nelle comunità cristiane – diocesi, parrocchie, associazioni, movimenti – le differenze non possono contraddire il fatto che tutti, per il Battesimo, abbiamo la stessa dignità: tutti, in Gesù Cristo, siamo figli di Dio. Coloro che hanno ricevuto un ministero di guida, di predicazione, di amministrare i Sacramenti, non devono ritenersi proprietari di poteri speciali, padroni, ma porsi al servizio della comunità, aiutandola a percorrere con gioia il cammino della santità.”

 

Punto di vista – Anche quest’anno, ho avuto la possibilità di partecipare in San Pietro al rito del concistoro per la creazione dei nuovi cardinali, alle visite di cortesia seguenti e alla Messa domenicale presieduta dal Santo Padre. La prima volta che partecipai ad un concistoro, fu soprattutto per curiosità e per poter ammirare le meraviglie del palazzo apostolico, accessibile a tutti per le visite di cortesia ai nuovi cardinali, anche nelle stanze normalmente inaccessibili ai non addetti ai lavori. Ma presto mi accorsi che lo stupore per le bellezze artistiche fu di gran lunga superato dalla meraviglia per la bellezza della Chiesa. Nei due giorni del concistoro si ha la possibilità di conoscere personalmente realtà della Chiesa geograficamente, culturalmente e socialmente distanti e completamente diverse. Nel giro di pochi metri si può discutere di teologia con un cardinale prefetto della curia romana e della fatica della sopravvivenza quotidiana con un vescovo di una diocesi poverissima nel cuore dell’Africa; si può ascoltare il dramma di una Chiesa locale perseguitata e la gioia di un’altra in grande crescita e fermento. Per non parlare poi della varietà e diversità delle comunità di tutto il mondo che accompagnano i nuovi cardinali, tutte accomunate da un sincero entusiasmo. Tutti quanti però, portando la diversità della loro testimonianza sono lì riuniti nell’unità attorno a Pietro. Tornando a casa quel che resta è sempre un senso di ottimismo nella Chiesa universale e di gratitudine al buon Dio di averci chiamato a farne parte.

D.O.

 

Cernusco sul Naviglio, 3 marzo 2014

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