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HOME > La Nota della Settimana > N° 6/2015

IL PRESIDENTE E LA SPERANZA DEL PAESE

Sergio Mattarella pare l’uomo giusto al momento giusto. Abbiamo ascoltato e riletto il discorso di insediamento del nuovo Capo dello Stato. La parola-chiave del discorso del neo-presidente ci è sembrata “speranza”, termine che ricorre dieci volte nel testo, oltre alle parole “futuro”, “attese” e “fiducia”. Mattarella ci ha detto che l’impegno per l’unità della nazione si traduce in impegno per realizzare le attese dei cittadini e per dare al Paese un orizzonte di speranza; che la speranza non può restare parola astratta ma deve invece essere concretizzata ricostruendo legami che tengano insieme la società. Ha rilevato che la presenza di molti giovani parlamentari porta in quelle aule le speranze e le attese dei coetanei. Ha ricordato anche come, purtroppo, le mafie (e le varie forme di corruzione) sono un cancro pervasivo che distrugge speranze. Il sentimento della speranza è pure quello che ha caratterizzato la storia recente dell’Europa come speranza di libertà e di ripresa nel dopoguerra e come speranza di affermazione di valori di democrazia con la caduta del muro di Berlino dopo il 1989. Ed ora l’Unione Europea - ancor più nella prospettiva di una vera Unione politica - rappresenta un’autentica “frontiera di speranza” per i suoi cittadini come pure per i profughi che vi cercano futuro. Ed ha concluso, infine, con un auspicio: «per la nostra gente, il volto della Repubblica è quello che si presenta nella vita di tutti i giorni: l’ospedale, il municipio, la scuola, il tribunale, il museo. Mi auguro che negli uffici pubblici e nelle istituzioni possano riflettersi, con fiducia, i volti degli italiani … (volti) di un popolo che vogliamo sempre più libero, sicuro e solidale. Un popolo che si senta davvero comunità e che cammini con una nuova speranza verso un futuro di serenità e di pace.»

In un tempo in cui sembra prevalere il pessimismo e si percepisce l’angoscia per il domani, ci piace sentire risuonare la speranza, non solo come parola ma soprattutto come orizzonte in cui costruire futuro. Speranze da non distruggere, ma da custodire e far progredire fino a renderle realtà.

Il falso dilemma “cattolico o laico” - «Nei giorni precedenti l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica – scrive Vincenzo Rini, direttore del settimanale “La vita cattolica” di Cremona - si è discusso, negli ambienti partitici, il tema dell’alternanza tra cattolici e laici alla più alta carica dello Stato. Tematica inutile e falsata ideologicamente, perché fondata sull’idea che “cattolico” e “laico” siano aggettivi che non possono stare insieme. Cattolico è colui che crede in Gesù Cristo, secondo l’insegnamento della Chiesa cattolica. Laico è colui che vive la propria appartenenza alla società civile secondo i valori che la nostra storia occidentale ci ha insegnato e che la Costituzione italiana garantisce. Caratteristiche dunque non in contrapposizione, ma complementari. La risposta al falso dilemma “cattolico o laico” è arrivata con l’elezione di Sergio Mattarella a Capo dello Stato: veramente cattolico e pienamente laico. E tale si è presentato fin dalla notizia della sua elezione, con il pensiero rivolto alle difficoltà e alle speranze di tutti gli italiani e poi manifestato in pienezza nel discorso di insediamento alla sua carica. Cosa c’è di più cattolico e, allo stesso tempo, di più laico del pensare a chi è in difficoltà, del riflettere sulla necessità di una convivenza fondata sulla libertà di coscienza e sul rispetto di ogni religione? Sergio Mattarella è l’uomo adatto al ruolo a cui il Parlamento l’ha chiamato, perché, fin dal suo insediamento si è presentato come Presidente di tutti, non uomo di parte, ma tutore integerrimo della Costituzione. Uomo tutto di un pezzo, non disposto a compromessi con la coscienza, come testimoniato dalle sue dimissioni da ministro nel 1990.»

Il nostro Paese ha davvero bisogno di una svolta, ma non di breve periodo. Abbiamo necessità, tutti quanti, di pensare in grande, di sognare, di scrutare l’orizzonte con fiducia e speranza. Con la presidenza Mattarella si apre una fase nuova. Tutta da scrivere e ci auguriamo ricca di nuove e buone sorprese.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 9 febbraio 2015

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