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HOME > La Nota della Settimana > N° 1/2015

NEL 2015, UNO SCATTO DI RESPONSABILITÀ

«Imparare a benedire l’altro e riconoscerlo come un bene che il Signore ci dona» è stato l’invito rivolto dal nostro Arcivescovo, cardinale Angelo Scola, a tutti gli ambrosiani nell’omelia dell’ultimo giorno del 2014, prima del solenne canto di ringraziamento del Te Deum. Un invito che ha tratto spunto dalla benedizione di Aronne: «Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia la grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace» (Libro dei Numeri 6,24-26). Questa benedizione, per  Scola, possiede «all’inizio dell’anno, una potente forza educativa per tutti».

In vista di Expo 2015 - «La vita della nostra società civile – ha sottolineato Scola - ha un gran bisogno di questa dinamica di reciproca benedizione. È un auspicio che assume particolare peso per Milano e le terre ambrosiane in vista dell’anno che si apre. Tutti ci auguriamo che l’Expo diventi catalizzatore di una comune azione da parte di soggetti personali e sociali perché Milano incrementi quell’amicizia civica che è nel suo DNA, ma che ha bisogno di trovare, nella sua storia attuale, nuove concrete forme espressive.»

Bene comune e capacità di ascolto – Per l’Arcivescovo sono necessarie due condizioni affinché possa incrementarsi l’amicizia civica: «Una rinnovata coscienza di un principio classico, oggi troppo sottovalutato: il bene comune è sempre, simultaneamente ed inseparabilmente bene della persona e bene della società. In secondo luogo le istituzioni e le forze politiche che di volta in volta le governano, sono chiamate a prendere atto, a promuovere e a favorire tutti gli elementi di vita buona che caratterizzano la società. Alla politica è chiesta l’umiltà di riconoscere sempre la precedenza del bene comune personale e sociale per regolare su di esso la propria azione. Per queste ragioni, in una società plurale è necessario ricorrere continuamente ad un autentico ascolto, capace di lasciarsi fecondare dall’altro in vista del massimo riconoscimento possibile.»

Rinvigorire una solida cultura del lavoro - Con riferimento al perdurare della grave crisi economica che continua a mordere il nostro Paese, Scola ha osservato che: «Sette anni di crisi hanno lasciato pesanti tracce materiali nella vita quotidiana del nostro popolo. La stagnazione dell’economia si è accompagnata ad una divaricazione nell’andamento dei redditi e della ricchezza, portando più forti disuguaglianze. Ma ha lasciato anche tracce non materiali, che si riassumono in un sentimento diffuso di impotenza e di perdita di speranza. Se da comuni cittadini guardiamo al mondo più complesso, quello della finanza, ci sembra di poter dire che da un lato, taluni passi son stati fatti – nella giusta direzione – per regolare i mercati e rafforzare la sicurezza delle istituzioni finanziarie. Tuttavia, la finanza sembra, anche ai non tecnici, non aver ripreso la sua capacità di sostegno alla prudente attività di investimento e di produzione. Rischia di perpetuare uno stile ‘disconnesso’ dal mondo del lavoro, ancora troppo simile a quello che aveva condotto alla crisi. Per una finanza ‘buona’, che davvero serva il lavoro, le regole sono dunque necessarie, ma non bastano. Occorre rinvigorire una solida cultura del lavoro, capace di cura per il futuro sia nella sobrietà del consumo, sia nel coraggio prudente dell’investimento.»

Una strada percorribile da tutti - La riflessione finale di Scola riguarda tutti, credenti e non credenti: «Se l’altro è riconosciuto come un bene, sarà allora più semplice per i cristiani avere “gli stessi sentimenti di Cristo Gesù” (Lettera ai Filippesi 2,5) e, in questo modo, lasciarsi prendere a servizio. Benedizione e servizio reciproci sono però strade percorribili da tutti per la rigenerazione della nostra vita comune.». Questo è anche il nostro augurio, che ci scambiamo all’inizio di questo nuovo anno.

Buona settimana e buon anno!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 5 gennaio 2015

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