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HOME > La Nota della Settimana > N° 15/2015

CUSTODIRE IL TERRITORIO

“Custodire il territorio. Lotta alla corruzione, tutela dell’ambiente, rilancio della partecipazione” è stato il tema del convegno annuale organizzato nelle scorse settimane dall’Azione Cattolica Italiana per i suoi iscritti che hanno scelto di impegnarsi nell’amministrazione degli enti locali. Un tema che evidenzia “tre nodi problematici - ha precisato il presidente nazionale dell’associazione, Matteo Truffelli - fortissimamente correlati tra loro e che trovano sintesi” in quel compito di custodia “proprio dell’amministratore locale”. Perché, rifuggendo l’interpretazione comune di una politica intesa come commistione con il malaffare, essa è strettamente connessa con l’edificazione del bene comune ed è “urgente - ha chiarito il presidente nazionale - fare qualcosa di concreto per sostenere e continuare a formare persone che si spendano a servizio delle nostre città”.

Tra i credenti, troppi sono rinchiusi nelle sacrestie - In preparazione al convegno, ha portato la sua testimonianza il sindaco di Todi, Carlo Rossini, che ha messo innanzitutto in evidenza come, tra i credenti, “in molti, troppi, sembrano essersi rinchiusi nelle sagrestie e nelle canoniche, lontani dalla realtà. Una scelta di fede intimistica e individualistica, che porta a prendere le distanze da un mondo al quale, invece, aderire. Un profondo disinteresse per la cosa pubblica, spesso anticipato e giustificato da pesanti giudizi su politica e politici. Un atteggiamento errato, a volte persino ostentato.» Ha quindi invitato a superare questo disinteresse perché «non si può pretendere di rimanere terzi, occorre entrare tra le parti, farsi prossimi, portando non solo qualità, ma anche popolo.»

 

«Amministrare è custodire. In questa specificità – ha scritto Gilberto Zoffoli, consigliere comunale di Cesena, nel suo contributo al citato convegno  - si può trovare tutto il senso di un impegno politico che si radica dentro un preciso territorio. Un custodire che si esprime in quel rendere ciò che si amministra un bene per tutti, innanzitutto perché è di tutti. Amministrare è custodire la città, perché sia la città di ognuno dei suoi abitanti; perché custodire è governare la città per tutti e con tutti. Il custode è consapevole che la sua azione è rivolta a una “cosa pubblica” per la quale si deve rendere conto. Chi amministra non può essere preoccupato e occupato a soddisfare, a perseguire gli interessi di qualcuno, di una parte, di un partito ma deve essere costantemente rivolto alla realizzazione di un bene che è comune.»

 

Come si amministra? – Proseguendo nella sua testimonianza, Zoffoli sottolinea come, nell’impegno a servizio del bene comune, «non è secondario il come si esercita il compito affidato ad amministratori che per un determinato tempo si occupano di un preciso territorio. È fondamentale il recupero etico di un impegno che trova espressione nei comportamenti e nel rispetto delle regole. Già nei modi di fare e di stare si possono caratterizzare fortemente le relazioni e i luoghi in cui ogni azione amministrativa si esercita. La politica è fatta anche di comportamenti, oltre che nel ritenere le norme e i regolamenti i modi con i quali compiere scelte e sviluppare decisioni.»

 

Cosa si amministra? «È la qualità della vita delle persone – continua Zoffoli - che deve stare a cuore a ogni amministratore. Una qualità della vita che si esprime in un benessere che è “stare bene” come persona, come famiglia, come relazioni, come salute, come lavoro, come scuola, come casa, come impresa, come commercio. In questo orizzonte oggi è essenziale dedicare intelligenza, energie e risorse alla cura dell’ambiente in cui si vive. Le fragilità sempre più evidenti del nostro territorio chiedono di fondare le scelte amministrative in ambito ambientale attraverso nuove connessioni fra la cultura della prevenzione e la gestione del rischio, che in termini di pericolo e di emergenza è una realtà già presente.»

 

Chi si amministra? – Un altro aspetto richiamato da Zoffoli e «che interpella fortemente è chi si amministra. I cittadini, con il loro protagonismo, la loro partecipazione costituiscono per un amministratore locale il tesoro prezioso di cui essere custodi. Avere costantemente a cuore il coinvolgimento, il contributo, l’ascolto è ciò che rende vitale l’anima e l’energia di una città, che sono i propri cittadini. In questa direzione occorre rendere centrale un rinnovato rapporto fra pubblico e privato che sia animato da quel principio di sussidiarietà che tiene insieme la corresponsabilità e il rispetto dell’autonomia. Una sussidiarietà che si oppone nettamente alla centralizzazione dell’autorità pubblica e stabilisce l’ordine delle competenze all’interno di una società. Occorre rivedere il modello di governo del territorio nella direzione di una sussidiarietà circolare e orizzontale. Enti pubblici, imprese di tutti i tipi, società civile organizzata devono coinvolgersi in modo sinergico per la promozione del bene comune. Serve definire tra questi, in condizioni di parità le regole perché si arrivi a una programmazione degli interventi. Progettare insieme per cogliere in modo efficace i bisogni emergenti nel territorio. Il tema è quello di rendere effettiva una partecipazione senza ridurla all’acquisizione di un semplice parere che spesso è inutile rispetto a scelte già definite. Le istituzioni pubbliche devono rivedere e bilanciare i propri strumenti di programmazione sul versante dell’ascolto. Il sistema delle imprese è chiamato a rivisitare il significato della responsabilità sociale. La società civile o il cosiddetto terzo settore deve recuperare la sua funzione, accantonando il ruolo di supplenza nei confronti delle carenze dell’ente pubblico. Custodire è davvero amministrare con il cuore e con la passione di chi ama con libertà e gratuità la propria terra e la propria gente.»

 

Dalle testimonianze citate emergono alcuni interessanti spunti di riflessione, criteri di orientamento e di impegno concreto utili anche per ciascuno di noi e per la nostra Cernusco, dove, oggi più che in passato, sono evidenti i segni e le conseguenze di un diffuso disinteresse per la vita pubblica.

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 13 aprile 2015

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