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HOME > La Nota della Settimana > N° 12/2015

DELLA TORRE: UN PRIMO MIRACOLO PER SUA INTERCESSIONE

Per chi, in mezzo alla baraonda della Fiera di San Giuseppe di quest’anno, ha deciso di ritagliarsi  comunque una pausa di riflessione, ha avuto la gioia di  condividere, con un gruppo di thailandesi, due belle notizie. La prima: la Congregazione delle Cause dei Santi ha fissato per il prossimo 15 aprile l’esame della documentazione trasmessa dalla diocesi di Bangkok, in Thailandia, per riconoscere le virtù eroiche di don Carlo Della Torre, nostro concittadino, che così potrebbe essere proclamato venerabile. La seconda: con la prudenza propria della Chiesa, è in corso di verifica una guarigione miracolosa che potrebbe essere avvenuta per intercessione del servo di Dio don Carlo Della Torre. Se questo fatto miracoloso fosse accertato, si aprirebbe la strada alla sua beatificazione.     

 

A portare queste belle notizie è stato don Giuseppe (don Joseph Banchong Santisukniran), che ha presieduto la Santa Messa di domenica 22 marzo, alle ore 17.30, in chiesa prepositurale. Presenti i numerosi parenti di don Carlo che vivono nella nostra città.  “Don Giuseppe – ha detto il prevosto della città e responsabile della comunità pastorale, don Ettore Colombo, che ha concelebrato con lui - viene dalla Thailandia ed è il vice-postulatore della causa di beatificazione di don Carlo Della Torre, nativo di Cernusco e che è stato per tanti anni in missione in quel Paese, dando la sua vita per il Vangelo. La sua causa sta progredendo: è già stato proclamato Servo di Dio. Anche noi ci uniamo alla preghiera dei thailandesi perché presto possa essere riconosciuto dalla Chiesa come beato. Diventa un onore e un impegno per noi, che siamo suoi compaesani, a vivere della stessa santità.”

 

“Grazie per aver inviato un vostro figlio in Thailandia” - Il vice-postulatore all’omelia ha innanzitutto spiegato i motivi della sua presenza in mezzo a noi, unitamente a quella di alcune suore della congregazione fondata da don Carlo. “Vogliamo dirvi subito che siamo venuti qui per due motivi. Il primo è per dirvi, a nome di tutti i thailandesi, un grazie forte per aver mandato uno di voi come missionario in Thailandia per annunciare con decisione il Vangelo.” Ha poi aggiunto che “Papa Francesco ci ripete continuamente che dobbiamo evangelizzare, spiegandoci che evangelizzare non è solo annunciare il Vangelo ma essere innanzitutto uomini nuovi che testimoniano con la vita il Vangelo. Questo ha fatto don Carlo Della Torre. Lui parlava poco ma faceva tanto bene con la sua vita e con le sue azioni. Quando è arrivato in Thailandia, come missionario salesiano, non ha annunciato che Dio ci amava non è andato in giro a dire che Dio ci ama, ma ha dimostrato come Dio ci ama, con la sua vita, la sua bontà, il suo sorriso e il suo sacrificio.” Quindi, don Giuseppe ha sottolineato che “ancora oggi si parla di don Carlo, a oltre trenta’anni dalla sua morte: un uomo grande, un uomo umile. La sua vita non finisce mai di tramandare l’amore di Dio verso tutti.”

Una vocazione nata a Santa Maria - Il celebrante ha poi ripercorso la vita di don Carlo, a partire dalla decisione, appena terminato il servizio militare, di diventare missionario. Una scelta maturata davanti alla Madonna Addolorata nel nostro Santuario di Santa Maria e condivisa con la mamma, con la quale ha stretto un patto. Don Carlo disse alla mamma: “la Madonna ti sarà sempre vicina, mentre io devo andare a fare la volontà di Dio”. La mamma, invece, affidò al figlio, in partenza per la missione, questa consegna: “Carlo vai dove Dio ti chiama e resta lì. Non tornare mai più! Anche quando io morirò resta dove sei, non tornare: mandami solo delle preghiere”. E così don Carlo fece.

Dalla Cina alla Thailandia - Don Giuseppe ha poi parlato della prima destinazione di don Carlo, la Cina. Da dove, poco dopo fu mandato in Thailandia perché il Papa desiderava che un gruppo di missionari iniziasse a lavorare in quel Paese. Quindi ha accennato ai primi anni di missione e alla decisione di uscire dalla congregazione salesiana per fondare, con il permesso del vescovo di locale, una nuova congregazione religiosa femminile. 

“Don Carlo è ancora vivo” - “Il secondo motivo della mia presenza – ha poi spiegato don Giuseppe - è per dirvi che don Carlo nonostante sia morto è ancora vivo. Perché la sua fama di santità si sta diffondendo e non si può limitare solo alle istituzioni da lui fondate in Thailandia ma deve essere annunciata a tutta la Chiesa.”

L’interesse attorno alla vita di don Carlo ha portato “quindici anni fa la diocesi di Bangkok a  studiare la sua vita e io sono stato nominato vice-postulatore. Da quindici anni ormai leggo tutto quanto riguarda la vita di don Carlo. Nello scorso dicembre abbiamo chiuso la fase diocesana e abbiamo mandato tutta la documentazione alla Congregazione delle Cause dei Santi in Vaticano. Due settimane fa la Congregazione ci ha inviato un decreto in cui annuncia che il prossimo 15 aprile verrà esaminata ufficialmente la nostra richiesta. Dopo saranno nominate due commissioni che dovranno esaminare tutti i documenti inviati. La prima commissione sarà composta da teologi, mentre la seconda da vescovi e cardinali nominati appositamente. Se dall’esame non emergeranno rilievi e tutti saranno d’accordo, allora don Carlo diventerà venerabile. Poi se ci sarà anche un miracolo sarà proclamato beato.”

Il sacerdote thailandese ha poi raccontato la guarigione miracolosa in via di accertamento: “Due settimane fa siamo stati in un luogo montagnoso della Thailandia dove è accaduto un fatto miracoloso. Un uomo di 94 anni, cattolico, ma che non ha mai conosciuto don Carlo, era gravemente ammalato. Solo la figlia aveva incontrato don Carlo, ne aveva un’immagine, e ogni volta che desiderava una grazia iniziava a pregare e ne invocava l’intercessione. L’anziano genitore doveva essere operato e i medici dissero alla figlia che aveva il cinquanta per cento di possibilità di sopravvivere perché si trattava di una malattia molto grave. Dopo l’operazione, mentre soffriva ancora, il padre ha raccontato alla figlia di aver visto una persona vestita di nero che gli si è avvicinata e gli ha messo la mano sulla testa dicendogli che fra tre giorni sarebbe guarito e che avrebbe potuto camminare benissimo. La figlia mostrò l’immagine di don Carlo al padre, che riconobbe come colui che gli aveva parlato, preannunciandogli la sua completa guarigione. Dopo tre giorni dall’intervento, l’anziano genitore guarì completamente. Adesso stiamo raccogliendo tutta la documentazione di questo fatto per inviarla alla Congregazione delle Cause dei Santi.”“Vi invito a pregare – così ha concluso la sua omelia don Giuseppe - affinché sia fatta la volontà di Dio e se don Carlo sarà beato noi e voi saremo fieri di lui.” Raccogliamo senz’altroquesto invito, come ci ha inviato a fare anche il nostro prevosto, facendo crescere in noi pure il desiderio di meglio conoscere la vita di questo nostro concittadino che, “uomo umile e grande”, ha speso tutta la sua vita per il Vangelo. 

Buona settimana!

Carlo & Ambrogio

Cernusco sul Naviglio, 23 marzo 2015

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