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HOME > Le Interviste > 9 Marzo 2015

Città Metropolitana: Cosa cambierà per le istituzioni e per i cittadini?

In questa intervista il sindaco Eugenio Comincini ci racconta il suo impegno nella costituenda città metropolitana e ne anticipa le competenze, a cominciare dal trasporto pubblico.

 

Come spiegherebbe sinteticamente ai lettori di Voce Amica la Città Metropolitana?
Direi
innanzitutto che Città Metropolitana non è la Provincia con il nome cambiato: si tratta di una nuova istituzione che nelle intenzioni del legislatore risulta indispensabile per attuare una rete di governo delle aree territoriali a forte concentrazione urbana  e a specifica vocazione innovativa, un ambito in cui il nostro Paese è in forte ritardo a livello europeo e mondiale. Le competenze specifiche di Città Metropolitana definite dalla Legge 56/2014 (la cosiddetta “Legge Delrio”) riguardano la pianificazione territoriale generale, i servizi pubblici di interesse generale di ambito metropolitano, la mobilità e la viabilità, la promozione e il coordinamento dello sviluppo economico e sociale, la promozione e coordinamento dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione in ambito metropolitano. La Città metropolitana deve inoltre adottare un piano strategico triennale, da aggiornare annualmente


Eugenio Comincini

In che modo si concilieranno le competenze dei Comuni con il nuovo Ente?
Le competenze dei Comuni non vengono toccate dall’introduzione del nuovo Ente, se non in relazione alle attività specifiche attribuite dalla Legge a Città Metropolitana; quando tutto sarà a regime è chiaro che sul trasporto pubblico o sulla pianificazione territoriale o sulla gestione dei rifiuti – per fare esempi concreti – i singoli Comuni troveranno un’utile partner per vedere meglio affrontate queste sfide, ad una scala più appropriata rispetto alla programmazione, alla gestione, ai costi, alla qualità del servizio reso. Città Metropolitana potrà favorire il coordinamento di determinate competenze ad un livello sovra comunale, attraverso le Zone Omogenee.
Il nuovo Ente potrà accompagnare i Comuni nella definizione di quali servizi o settori potranno essere gestiti in maniera condivisa nell’ambito delle Zone Omogenee stesse, che Città Metropolitana deve istituire.

Dal punto di vista organizzativo cosa cambierà per le istituzioni e per i cittadini?
Al momento nulla. Il processo di avvio della nuova istituzione non sarà veloce, sia per ragioni contingenti legate ad una drammatica mancanza di risorse – per la quale tutte le Città Me
tropolitane stanno spingendo affinché il Governo modifichi alcune scelte che soffocano pesantemente le possibilità di azione dei nuovi Enti – sia per ragioni strutturali, che impongono tempi lunghi per adeguare le norme, le organizzazioni, le prassi amministrative.
Studiando le principali esperienze di città metropolitane nate in Europa negli ultimi decenni, appare evidente che tali realtà hanno impiegato alcuni anni – anche un decennio – perché potessero cominciare a svolgere pienamente il proprio ruolo e a portare risultati e benefici per i cittadini. So bene che molte persone si attendono cambiamenti veloci: ma bisogna avere pazienza, perché le cose sono più complicate di quello che appaiono e la storia di chi in Europa è arrivato prima di noi a fare questi passaggi dimostra che occorre non avere fretta.
 

Un esempio pratico: ci viene in mente il sistema dei trasporti pubblici…
Certamente, quando la Città Metropolitana sarà pienamente funzionante, il tema dei trasporti pubblici sarà una competenza fondamentale e dovrà rappresentare un fiore all’occhiello. Oggi in tanti si aspettano la rapida introduzione del biglietto unico metropolitano, ma non è così semplice arrivarci… Intanto ad oggi mancano le risorse per poter finanziare uno strumento del genere (che resta comunque un obiettivo da raggiungere) e poi va ricordato che al di là della competenza sui trasporti attribuita dalla legge al nuovo Ente, oggi – per restare a Milano – la Città metropolitana milanese non possiede nemmeno un’azione di ATM e quindi non può determinare le scelte strategiche del principale operatore che si occupa di trasporto pubblico metropolitano. Sono necessari diversi passaggi per raggiungere questo obiettivo, che a mio avviso è quello più atteso dai cittadini: se non si giungesse all’introduzione di un biglietto unico per il trasporto pubblico, con una tariffa più equa e commisurata ai km percorsi, i cittadini si chiederebbero perché mai è stata creata questa nuova istituzione se poi non cambia nulla…

Quale è la principale fatica in questa esperienza?
Di fatiche ce ne sono molte, oltre a quella fisica. La fatica più rilevante è però quella di tentare di far capire a Governo e Parlamento che con le norme che ci sono state date e soprattutto con le pochissime risorse economiche a disposizione si rischia il dissesto finanziario già in questo anno. Al momento le previsioni di bilancio 2015 mettono in luce un deficit di ben 115 milioni di euro. Fare fatica non è un problema se si vede la possibilità di raggiungere l’obiettivo, anzi: la fatica contribuisce a creare maggiore soddisfazione quando poi l’obiettivo viene conquistato; in questa esperienza, al momento, stiamo facendo molta fatica senza potere sinora vedere come uscire dalle difficoltà finanziarie nelle quali lo Stato ci ha messo. Per ora perseveriamo nell’operare perché vengano cambiate alcune norme al fine di consentire di agire senza rischiare il dissesto finanziario.

Quali saranno le priorità di intervento, in quali settori?
Tenuto conto che questo primo mandato avrà vita breve (scadrà infatti con lo scadere del mandato del Sindaco di Milano Giuliano Pisapia – che è anche Sindaco della Città Metropolitana milanese – che avverrà nella primavera del 2016) oggi le priorità sono quelle di dare attuazione alle norme della Legge Delrio e della Legge di Stabilità, anche rispetto alla prevista riduzione degli organici: si tratta di creare le fondamenta della nuova istituzione, per consentirle di essere pienamente operativa. Fondamentale, in questo anno che abbiamo a disposizione, sarà la definizione e approvazione del piano strategico triennale, che conterrà gli obiettivi fondamentali da perseguire.
Personalmente ritengo che le priorità di intervento, non appena l’Ente sarà strutturato, dovranno essere sul settore del trasporto pubblico con l’obiettivo di giungere al biglietto unico metropolitano, sulla digitalizzazione del territorio con la creazione di una vasta rete di fibra ottica che connetta tutte le città e raggiunga tutti gli edifici pubblici, sulla gestione dell’acqua attraverso la creazione di un unico gestore unendo CAP Holding ed MM che oggi servono rispettivamente i comuni dell’area metropolitana e il comune capoluogo, sulla definizione di una strategia unificata per la gestione dei rifiuti.

Si dice che questo nuovo incarico sia un trampolino di lancio verso Roma.
Ho già avuto modo di dire in altre occasioni, e lo ripeto anche in questa, che al momento non ho progetti per il futuro: deciderò alla fine del mio mandato da Sindaco – nella primavera del 2017 – se proseguire nell’impegno politico o tornare a lavorare in banca. Roma è una gran bella città, ma si lavora e vive meglio dalle nostre parti…

Come riesce a far quadrare le ore della giornata dividendole tra Comune e Città Metropolitana?
Oltre a Comune e Città Mtropolitana c’è anche la famiglia e a volte è proprio complicato tenere tutto insieme. Vedo che però sono in buona compagnia nel fare questa fatica, perché sia il Sindaco Pisapia, sia altri colleghi Consiglieri metropolitani, hanno da gestire gli impegni con le attività nelle loro città dove sono sindaci e con le rispettive famiglie.
Ho deciso di dedicare due giorni alla settimana alla Città Metropolitana (il lunedì e il giovedì) e i restanti al Comune. Ho rosicchiato un po’ di tempo alla mattina presto e alla sera tardi per quadrare i conti con ciò che serve per affrontare i molti impegni e le tante incombenze. Mi sono dimesso da alcune cariche che avevo per concentrarmi su questi due importanti impegni. Rispetto alle esigenze della famiglia mia moglie mi è certo d’aiuto e di supporto. E credo anche che mi sopporti amorevolemente…

Il prossimo impegno locale del la Fiera di San Giuseppe richiama all’imminente EXPO milanese, che ricaduta pratica potremmo avere anche nei prossimi mesi?
L’imminente Esposizione Universale sarà una straordinaria occasione per i territori milanesi. La Fiera di San Giuseppe quest’anno vuole collegarsi con Expo sia per la straordinaria occasione di questo evento, sia perché storicamente la Fiera nasce su tematiche oggi al centro dell’Esposizione Universale (“Nutrire il pianeta, energia per la vita”): avremo quindi spazi per i produttori agricoli, per i florovivaisti e anche per gli animali che hanno caratterizzato i primi decenni della nostra Fiera. Nel corso dei sei mesi dell’Esposizione avremo alcuni eventi inseriti nel palinsesto di “Expo in Città”. In particolare, con la Fiera di San Giuseppe, avvieremo un progetto intimamente legato alle tematiche di Expo e che ha scavato nella storia locale, scoprendo qualcosa di bello e di buono… Nel corso dei sei mesi di Expo ritorneremo su questo progetto con altre iniziative. Non voglio svelare altro: invito tutti a venire in Fiera – e in particolare a Villa Greppi – per scoprire di cosa si tratta.

Intervista a cura della Redazione di Voce Amica

 

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