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HOME > Le Interviste > 17 Novembre 2014

MAGISTRELLI: “NUOVA FILANDA, LA SCOMMESSA DELLA CO-PROGETTAZIONE HA PORTATO I RISULTATI ATTESI”

Per il capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale “la strada che porterà all’ampliamento o meno del Centro commerciale Carosello è solo all’inizio”.

 

Abbiamo intervistato Maurizio Magistrelli, che dopo l’esperienza come assessore all’educazione, sport e politiche sociali nella precedente giunta guidata da Eugenio Comincini (2007/2012), siede ora sui banchi del consiglio comunale come capogruppo del Partito Democratico. È da sempre impegnato nella cooperazione sociale e particolarmente attento alla formazione dei volontari, alle politiche giovanili e al servizio civile. 

 

Conciliare famiglia, lavoro e politica quanto è difficile?
Nella mia esperienza incontro molte persone che si dedicano ad attività sportive, sociali, di volontariato oltre ai consueti impegni lavorativi e familiari.  Occuparsi di politica non è poi tanto differente.   Cambia forse un  po’ la


Maurizio Magistrelli

 prospettiva che richiede una visione un po’ più globale, non tanto concentrata su un singolo aspetto o contesto ma su tutto. Occuparsi di amministrazione, politica, ma anche di volontariato, o di sport di cultura non è cosa da supereroi; credo che sarebbe un grave errore interpretare in modo totalizzante una sola delle dimensioni che caratterizzano la propria esperienza umana, familiare, professionale, sociale o politica. Per qual che riguarda il mio vissuto, se devo riconoscere una difficoltà, la riscontro nell’impossibilità di avere il dono dell’obiquità soprattutto in quelle occasioni nelle quali gli appuntamenti di carattere politico si sovrappongono ad impegni di tipo professionale… non siamo più in una società produttiva nella quale alle cinque del pomeriggio si timbrava il cartellino lasciandosi alle spalle colleghi, impegni e priorità lavorative… e credo che questa cosa non valga solo per me.
 

Il passaggio dai banchi della giunta a quelli del consiglio comunale come l’ha vissuto?
È un notevole cambio di prospettiva al quale ho dovuto abituarmi facendo “pratica”.
L’assessore ha un ruolo certamente più operativo che richiede un’attenzione al “dettaglio” e al particolare legato alla sua delega specifica ed un’organizzazione del lavoro continua, che spesso ha a che fare con decisioni immediate ed emergenze cui far fronte. Al consigliere comunale è richiesta una visione più di insieme e un impegno più distribuito nel tempo, con alcuni “picchi di attività” concentrati in prossimità delle convocazioni consiliari. Per quel che mi riguarda il passaggio di ruolo ha richiesto un periodo di ri-adattamento che però ha avuto il grande vantaggio di essere condiviso con il gruppo consiliare, consistente per numero di componenti e soprattutto per le qualità espresse.

Dopo la sua esperienza come assessore all’educazione, c’è qualcosa che suggerirebbe al suo successore?
A due anni e mezzo dal rinnovo delle cariche mi sembra che il cammino sia ben avviato; anche come gruppo consiliare abbiamo molto apprezzato il Piano di interventi Diritto allo studio recentemente approvato dal consiglio comunale sia per la sua impostazione generale che per le proposte in esso contenute. Se posso permettermi uno stimolo all’Amministrazione nel suo complesso è quello di poter vedere con un po’ più di frequenza iniziative e proposte pensate e realizzate in una logica interassessorile nella quale sia evidente la collaborazione già esistente o comunque da ricercare per rendere più efficaci – ed in alcune occasioni anche efficienti – le scelte quotidiane che di prospettiva medio –lunga.

La scelta di avviare un confronto con la proprietà per  l’eventuale ampliamento del Centro commerciale Carosello ha trovato tutti d’accordo nel PD?
Tutte le scelte strategiche hanno per loro stessa natura la necessità di confronto interno ed esterno con tutti coloro che sono disponibili a prendere parola ed assumersi la propria parte di responsabilità nelle scelte che si vanno ad intraprendere; questo vale tanto per la cittadinanza quanto per le forze politiche di maggioranza e di opposizione e vale anche per il Partito Democratico.
La democrazia non è unanimismo ma possibilità di valorizzare le differenze, consapevoli dei ruoli e delle diverse responsabilità in ordine alle decisioni finali.
In un percorso complicato come quello che riguarda un’ipotesi di sviluppo mi sembra quanto mai opportuna la scelta da parte del consiglio comunale di approvare delle linee di indirizzo che “aprono” alla discussione e non arrivare soltanto alla fine con una decisione preconfezionata  sullo stile “prendere o lasciare” come troppo sovente è successo nel passato anche nella nostra città.
La strada che porterà all’ampliamento o meno del Centro commerciale Carosello è solo all’inizio e chi vuol far credere che tutto sia già stato scritto o che agita ipotesi “complottiste” interpreta un proprio modo di fare politica che non appartiene a questa amministrazione e non appartiene alla mia personale esperienza politica.

Quale futuro immagina per il nostro ospedale?
Preferisco rispondere con una contro-domanda… Quale futuro immaginiamo per il sistema socio sanitario della Martesana? L’Ospedale Uboldo, per la sua  collocazione urbanistica non è assolutamente in grado di svilupparsi oltre al suo attuale perimetro e quindi deve necessariamente essere inserito in un contesto di programmazione di più ampio respiro e visione strategica di lungo termine. Leggo essere sempre più remota la possibilità di vedere la nascita di un nuovo “Ospedale unico della Martesana” e, se prendiamo per buona questa ipotesi, va da sé che sarà necessario riorganizzare i presidi ospedalieri ad oggi presenti nel territorio; credo che per strutture, bacino d’utenza e specialità presenti il presidio cernuschese possa ancora assolvere una funzione di qualità nel panorama socio-sanitario della Martesana. Non nascondiamoci però dietro l’illusione che tutto possa rimanere immobile allo stato attuale (e non mi riferisco necessariamente alla querelle attuale rispetto alle sorti del punto nascita…); gli attori in gioco – Regione Lombardia, Azienda Ospedaliera di Melegnano, Azienda Sanitaria Locale e i Comuni di questo territorio – hanno il dovere di elaborare e, soprattutto, condividere scelte strategiche improntate all’offerta del miglior servizio possibile alla cittadinanza.

Oltre alle consulte avrebbe dovuto vedere la luce anche il “Forum giovani”, al quale lei aveva iniziato a lavorare. Perché non si è ancora fatto nulla? Magistrelli ci fa presente che il Forum giovani è già attivo da alcuni anni - ne prendiamo atto - e quindi ci spiega cosa sta facendo.
Momo Forum Giovani Cernusco
è una realtà concretamente attiva e operante nella nostra città: abbiamo avuto modo di vederlo anche in questi ultimi giorni quando alcuni fatti di cronaca hanno visto i suoi componenti attivi e partecipi alle vicende cittadine (ci riferiamo nello specifico a quanto è capitato alla casetta nel parco nell’ultima settimana).
La preparazione a questa intervista mi ha permesso tornare – pur se brevemente – in contatto con il Forum (ho rivisto dopo qualche tempo anche il profilo Facebook, con gli oltre 700 contatti e puntualmente aggiornato); ho riscontato con piacere come l’attività non si sia mai fermata, dopo lo stimolo all’avvio che mi aveva visto protagonista in prima persona. Con due semplici messaggi ci siamo aggiornati scoprendo nuove iniziative in fase di programmazione oltre che la riapertura serale della saletta studio presso la Biblioteca Civica.
Credo che anche Cernuscoinsieme potrebbe dedicare uno spazio di approfondimento a Momo Forum Giovani di Cernusco nel prossimo futuro
 

Il Progetto “Nuova Filanda”, che lo ha visto impegnato come consigliere delegato, ha superato la fase di rodaggio? È soddisfatto di quanto è stato fatto sinora?
Devo dire che la “Nuova Filanda” ha rappresentato per me un impegno molto importante e significativo; dapprima con la delega assessorile di impostazione generale e quindi quella consiliare per concludere gli ultimi atti della rinascita di questo luogo. L’obiettivo era quello di restituire alla città un luogo importante, che potesse rappresentare un nuovo centro culturale, sociale ed aggregativo… cosa che mi sembra si stia egregiamente realizzando. A distanza di oltre due anni dall’avvio mi sembra che sia sotto gli occhi di tutti che la scommessa della co-progettazione abbia portato i risultati attesi; certamente il periodo di affidamento ai soggetti gestori  è ancora lungo e quindi ci si può immaginare ulteriori assestamenti ma soprattutto il fiorire di nuove proposte che ancor più avvicinino la cittadinanza.

Solo all’inizio di questa lunga crisi il nostro Comune è intervenuto con un apposito fondo a sostegno dei soggetti più duramente colpiti: non dovrebbe fare di più? Va in questo senso la recente approvazione di un protocollo d’intesa per lo sviluppo, l’innovazione e l’occupazione?
Certamente il protocollo recentemente approvato rappresenta uno strumento potenzialmente importante di azione concreta da parte del nostro e di altri comuni intorno al lavoro; una delle fonti di maggiore preoccupazione delle famiglie in questo momento storico di crisi. I comuni – e il nostro con gli altri – hanno però un campo d’azione limitato rispetto alla promozione di nuova o migliore occupazione; credo che sia una questione che possa e debba essere posta con attenzione tra gli obiettivi strategici della costituenda Città Metropolitana.

La vivacità iniziale del gruppo consiliare del PD, profondamente rinnovato e ringiovanito, ci sembra sia andata man mano affievolendosi, perché?
All’inizio di questo mandato amministrativo mi è stato chiesto di svolgere la funzione di “capogruppo”, un ruolo che sto cercando di interpretare nella logica del facilitatore dell’espressione delle caratteristiche, degli interessi e delle competenze personali e professionali dei consiglieri del PD. Il percorso che ho intrapreso con il gruppo consiliare è stato quello di responsabilizzare ciascun consigliere rispetto alle materie che ognuno sente come più vicine alle proprie sensibilità, cercando di coordinare e “sincronizzare” funzioni, decisioni e anche interventi concreti. In tutti i processi organizzativi il periodo iniziale è quella dell’”entusiasmo”; il gruppo consiliare ha superato questa  fase ed è entrato in fase più matura di assunzione di responsabilità e di elaborazione, forse un po’ meno visibile ma certamente più proficua in termini amministrativi. Ho già avuto occasione di esprimere la mia personale soddisfazione oltre che un vero ringraziamento alle persone che stanno condividendo con me questa esperienza… sono certo che non mancheranno occasioni in cui il cosiddetto entusiasmo iniziale avrà modo di rendersi visibile ed  evidente con ancor più slancio.

C’è qualcosa che la Comunità pastorale potrebbe fare per la città e che sinora non ha fatto?
Non sono personalmente inserito in contesti “decisionali” della Comunità pastorale cernuschese, condivido alcuni servizi di carattere molto operativo, ciononostante credo fermamente che lo stimolo alla costruzione di una Comunità educante debba essere di riferimento non solo per le proposte pastorali ma possa travalicare i confini delle parrocchie, degli oratori e dei contesti ecclesiali nel loro agire quotidiano.

Cernusco sul Naviglio, 17 novembre 2014

 

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