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“Credere nella centralità della persona”

NICO ACAMPORA. COORDINATORE DEL CAG “LABIRINTO” PONE L’ACCOGLIENZA, L’ASCOLTO, IL CONFRONTO AL CENTRO DEI CAMMINI DI VITA QUOTIDIANA.

 

A completamento delle pagine pagine dedicate ai 20 anni del C.A.G., abbiamo scambiato “quattro chiacchiere” con Nico Acampora, non solo coordinatore del centro, ma manche figura di riferimento educativo per tanti anni e per tanti giovani.

Al di là del grande successo della manifestazione “Sconcerto”, qual è l’elemento di maggior soddisfazione emerso durante queste tre giornate di festa?
Tante le cose belle vissute in questi giorni, ma se ne devo scegliere una, dico la “squadra dei ragazzi di 16 anni” che per tre giorni ha lavorato in cucina, preparando da mangiare per circa 4000 persone. Hanno rinunciato ad assistere al concerto di Elio e hanno offerto un servizio prezioso e instancabile. Hanno faticato ma si sono divertiti e insieme agli altri 80-100 volontari sono stati gli artefici di questo successo. Vederli lavorare così, insieme, è stato commovente.

Il C.A.G., in questi 20 anni, ha prodotto tanti progetti, tante attività: quale è stato, secondo te, il più importante, il più significativo?
Difficile a dirsi. Sono centinaia le attività, alcune davvero importanti come quelle sulla “Memoria”, ma a ognuna è legata la storia, l’esperienza di un gruppo di ragazzi e nessuno è più importante degli altri; ognuno di questi percorsi è unico. Il “momento” più importante, alla fine, è l’incontro quotidiano, quel camminare insieme, passo dopo passo, che fa crescere nell’ascolto, nella relazione, nell’accoglienza dell’altro.
Questo sì, è un grande risultato che cambia la vita dei ragazzi e anche la nostra.

Oltre alle tante attività già in essere, quali sono le tematiche che intendete affrontare in futuro? Sicuramente il tema del lavoro. E’ questo un problema che colpisce, in modo indiscriminato e trasversale, tanti giovani che incontriamo qui al Centro, di età diverse e con gradi di istruzione differenti. Proveremo ad accedere a Garanzia Giovani, il Piano Europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile che prevede finanziamenti per l’orientamento,la formazione e l’inserimento al lavoro, a sostegno dei giovani che non sono impegnati in un'attività lavorativa, né inseriti in un percorso scolastico o formativo. Non vogliamo infatti creare nulla di nuovo ma fungere da”ponte” tra i ragazzi e le agenzie di formazione.

 

E se ti chiedessimo: qual è il tuo “sogno”?
Che il Centro possa crescere ancora e continuare, ampliare le proprie attività per i ragazzi e con i ragazzi, essendo sempre più punto di riferimento, di accoglienza per chiunque ne senta la necessità.
Mi piacerebbe che Cernusco sentisse sempre più il Centro come proprio, come parte integrante di quella “rete educativa” che deve promuovere Politiche Giovanili adeguate alle esigenze dei nostri ragazzi.

Il nostro Vescovo, nella Nota appena pubblicata, pone con enfasi l’accento sulla “comunità educante”, espressione di una Chiesa-comunione, che dovrebbe rappresentare la vocazione unica e unificante di tutte le diverse realtà che nella comunità cristiana si spendono nell’ affiancare, guidare la crescita dei nostri ragazzi. Quali sono i “valori” su cui la Chiesa locale e le agenzie educative laiche si possono incontrare? Quali gli spazi per concretizzare percorsi unitari, oggi, a Cernusco?

Ciò che sicuramente ci unisce è credere nella centralità della persona, del ragazzo e nell’importanza della dimensione educativa. Noi al Centro puntiamo tutto su questo: accoglienza, ascolto, confronto, cammini di vita quotidiana.

Abbiamo molti punti su cui incontrarci e lavorare insieme. Un progetto che potrebbe concretizzare, già a breve, uno “spazio condiviso” per affrontare unitamente queste tematiche è quello che l’Amministrazione comunale ha intenzione di promuovere con la nascita dell’Osservatorio delle Politiche Giovanili (dove si dovrebbero incontrare tutte le realtà che si occupano e che hanno a che fare con i giovani, sotto ogni aspetto: Comune, Oratori, Scuole, Consulte, Associazioni giovanili, ASL, Ospedale, Forze dell’Ordine).

Non dovrà essere un “nuovo gruppo” bensì un punto di osservazione privilegiato dove mettere in comune tutta la propria esperienza nel “contatto” con l’universo giovanile, per confrontarsi sulla condizione dei giovani a Cernusco e capire come interagire, sempre in ottica di rete, per elaborare delle politiche giovanili sempre più utili e mirate.

In quel contesto mi piacerebbe poter entrare in un maggior contatto anche con gli Oratori e con i CAG che in essi operano.

 

                                                                                                                                             Intervista a cura di Guido Brovelli

 

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