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Babbo Natale: sono felice di incontrarvi ogni sera!

DA OLTRE QUARANT’ANNI, A DICEMBRE, GIRA PER LA CITTÀ E HA SCELTO DI RACCONTARE LA SUA STORIA AI PICCOLI E GRANDI LETTORI DI VOCE AMICA.

L’altra sera stavo rientrando a casa un po’ soprappensiero e all’incrocio non volevo credere ai miei occhi: ho incontrato Babbo Natale! Superata l’emozione, non ho resistito dal farle un po’ di domande.


Babbo Natale nel suo giro del 2012 a Cernusco

 

Babbo Natale, che sorpresa! Cosa fai da queste parti?

Mi hai scoperto: ero in missione segreta! Sai, tornerò a girare per le vie della città con il mio carro accompagnato dai ragazzi degli oratori, e stavo andando a vedere i quartieri nuovi, perché voglio arrivare anche lì!

Ma allora tu sei “il vero Babbo Natale di Cernusco”: raccontami quando è nata questa bella iniziativa.

Allora, fammi pensare - disse, guardandomi coi suoi occhi vispi che spuntavano sopra la barba bianca. Ho cominciato agli inizi degli anni ’70 quando all’Oratorio c’era ancora don Giuseppe Locatelli. Ogni anno nel mese di dicembre giravo per il paese per portare un sorriso ai bimbi buoni - ed anche a quelli un po’ birichini, perché io voglio bene a tutti i bimbi e alle bimbe. A dire il vero mi sono preso una pausa attorno a fine secolo, ma avevo troppa nostalgia di voi, e così da dieci anni a questa parte ho ripreso il mio tour.

Adesso i bambini e le bambine ti aspettano ancora?

Ma certo! Mi vedono in tv, sui giornali, in  internet, ma quando li incontro da vicino ci guardiamo negli occhi e vedo sui loro volti sempre tanto stupore e meraviglia. Rimangono a bocca aperta, e sussurrano “Ma allora Babbo Natale esiste davvero!!!” Mi portano le loro letterine, qualcuno viene vicino per una foto insieme. Insomma, sono troppo carini!

E i grandi?

Se ti dico che ogni sera incontro qualche mamma o papà con gli occhi che luccicano dalla commozione, mi credi? Uno scrittore diceva che tutti i grandi sono stati bambini, ma pochi se lo ricordano. I piccoli che ho incontrato nei primi anni oggi sono sposati, quelli più grandicelli di allora sono già nonni, e magari mi aspettano davanti a casa con un bimbo tra le braccia. Questa cosa mi rende felice, e mi emoziono un po’ anch’io!

Caro Babbo Natale, sei davvero fortunato! Ogni anno vieni a trovarci con una nuova sorpresa: seduto sul dondolo, oppure illuminato da una grande lanterna, addirittura a bordo di un sottomarino. Ma dove nascono tutte queste realizzazioni?

Sai – mi disse sorridendo – nella vostra città ci sono tanti papà e tanti giovani che mi vogliono bene. E anch’io voglio bene a loro. Ogni anno, appena inizia l’autunno questi uomini si trovano la sera, nelle “Officine Scivolo” della Sacer, e cominciano a prepararmi un nuovo allestimento. Lavorano in segreto, e non si può andare a curiosare. Così anche per me è sempre una novità: sono davvero bravi, e poi so che si divertono tanto!

Ma non hai freddo, lassù in cima?

Insomma: freddo no, o forse sì! Sotto la mia giacca rossa infilo sempre qualcosa di pesante, la giacca a vento o un pile di quelli che porti anche tu, e mi proteggo: non posso farteli vedere ma, credici, è proprio così. Ma tanti anni fa, quando anche tu eri bambina, per combattere il freddo e il vento facevo come i grandi ciclisti nelle discese del “Giro”: sotto la giacca, mettevo qualche pagina della Gazzetta dello Sport e via! Ti svelo un segreto: sono talmente contento di incontrarvi ogni sera, che talvolta del freddo mi dimentico proprio .

Sai, ti ho visto negli anni scorsi: eri bellissimo mentre salutavi tutti con un grande gesto delle braccia. Ma tu non parli mai quando giri per le vie? Perché?

Hai visto proprio bene. Non parlo perché i bimbi hanno sempre talmente tante cose da raccontare, o da chiedere, che preferisco ascoltare. La città è grande, io ho poco tempo a disposizione ma ho una buona memoria. Così ascolto e non mi dimentico: hai capito cosa intendo dire, vero?

Un’ultima domanda: cosa fai ogni sera, quando il giro finisce?

Ma sei proprio curiosa! Torno in Sacer insieme a quelli che mi hanno accompagnato: gli autisti del trattore e del camioncino, le ragazze e i ragazzi,  di ogni età, perché nel cuore si rimane sempre giovani: beviamo insieme qualcosa di caldo, un the, una cioccolata e…”

 

Avrei voluto sapere qualcosa di più: per esempio, dove andava a dormire, ma proprio sul più bello Babbo Natale è sparito nella nebbia, lasciandomi senza risposta. Non so cosa ne pensiate voi ma a me, in fondo non interessa. Io lo aspetterò, affacciata al balcone di casa mia, tendendo l’orecchio per sentire la musica che annuncia il suo arrivo. Con gli occhi che luccicano, come ogni anno.

                                                                                                                                   A cura di   m.r.r.

 

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