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VIA CRUCIS: “PRENDERE CORAGGIO ED ESEMPIO DAI RAGAZZI”

 

La quarta e ultima Via Crucis quaresimale, proposta dalla nostra Comunità pastorale, ha preso avvio dal parcheggio del centro sportivo di via Buonarroti per poi giungere a Santa Maria.

 

Un percorso insolito e suggestivo ha concluso l’itinerario quaresimale lungo le strade della nostra città. Sopratutto la partecipazione delle ragazze e dei ragazzi di seconda e terza media, con i loro genitori, ha contraddistinto la Via Crucis di venerdì scorso, 27 marzo. I testi preparati dai ragazzi, i canti, le preghiere, le invocazioni, il silenzio hanno segnato questo cammino. Il resto l’ha fatto … il percorso sull’alzaia del Naviglio.  

 

Il vicario della pastorale giovanile, don David, ha ricordato, all’inizio della Via Crucis, il significato del cammino che si stava per iniziare. «Solo insieme... possiamo seguire la croce di Gesù! È quello che ci invitano a fare i ragazzi di 2^ e 3^ media- ha detto don David - che hanno impiegato testa e braccia per preparare questa Via Crucis. I ragaz­zi di terza media sentono ormai i profumi di Roma (dopo Pasqua, i quattordicenni della Professione di fede andranno a Roma, anche per incontrare Papa Francesco, ndr), che nella sua bellezza ci ricorda l'imponente forza dell'amore di Gesù cui Pietro non ha saputo dire di no, dando la vita per Lui; e noi andremo a conoscere Pietro, celebreremo la Messa proprio lì dove sono cu­stodite le sue ossa. I ragazzi di seconda media si preparano a vedere quel drappo tanto enigmatico quanto affascinante: la Sindone. Questo telo - così antico - ci racconta sofferenze così grandi che solo l'amore folle di un Dio poteva lasciarsi imprimere nella car­ne. Sono allora i ragazzi questa sera a guidare la nostra preghiera dietro alla croce di Gesù. Quando guardiamo a questo amore, all'abbandonarsi di Dio nelle nostre mani, restiamo atterriti e ci domandiamo: come potrò io amare così? Per noi è proprio "l'insieme" a fare la differenza. L'amore rende molti un unico cor­po, fa di noi un potere d'amore che nessuno potrà mai frenare.»

 

Al termine del percorso delle quattordici stazioni della Via Crucis, il Santuario di Santa Maria non è bastato ad accogliere tutti i presenti. Nella riflessione finale è stata ancora don David a ricordare, a noi adulti, che dobbiamo prendere coraggio ed esempio dai ragazzi perché «sono stati loro stasera ad aprirci la strada. Ultimamente lo dico spesso: ogni tanto ci viene da pensare, perché ce l’hanno detto tante volte, che la fede è una cosa da adulti. Bisogna diventare grandi per avere la fede, perché bisogna capire chissà che cosa. Ma forse ci vien da dire che la fede è innanzitutto qualcosa che ha a che fare con il nostro cuore. Quando il nostro cuore si lascia amare da Gesù a sua volta diventa capace di amare come Lui.»

 

«Forse i nostri piccoli – ha proseguito don David - davvero ci bagnano il naso. Hanno fatto una bella fatica stasera! Stare zitti non gli viene così naturale. È difficile! Ma l’hanno fatta e questo, per noi, è uno spettacolo di gioia immensa. Ringraziamo il Signore che ci dà questo spettacolo.”

 

Non cedere facilmente ai profeti di sventura -  Il responsabile dei nostri oratori cittadini ha poi invitato a non cedere «così facilmente ai profeti di sventura. La prossima volta che ne sentiremo uno glielo diremo. Noi questa sera siamo stati guidati in una Via Crucis con tanta gente, tantissima gente, come un popolo unito dall’amore di Cristo, e ci hanno aperto la strada i ragazzi delle medie. Che bella cosa!»

 

La croce di Gesù sia sorgente di speranza -  Avviandosi alla conclusione della sua riflessione, il vicario della pastorale giovanile ha invitato i presenti a lasciare «allora che la croce di Gesù - simbolo di dolore, di sofferenza, di cadute, di fatica, tutte parole che sono rientrate nelle meditazioni dei ragazzi - sia sorgente di speranza. Speranza di essere uniti, di essere comunità, di dire ciò che ci unisce. Ciò che ci unisce è Gesù. Questo è più forte di qualsiasi difficoltà. L’amore di Gesù è umanamente più grande. È un tesoro che vale la pena»  cercare e custodire e per il quale «tutto il resto» è da «mettere da parte».

 

«A chi è come i ragazzi appartiene il Regno. Gesù lo dice chiaramente: “Lasciate che i bambini vengano a me. Non glielo impedite”. Lasciamoci dunque aprire la strada dai piccoli – è stato l’invito finale di don David - perché Gesù si apra la sua strada dentro i nostri cuori.»

 

 

Cernusco sul Naviglio, 30 marzo 2015

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