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HOME > La Comunità > 2 Marzo 2015

DON VINCENZO PEREGO: RICORDO DI UN PRETE MITE

 

Il 7 marzo del 1990 - venticinque anni fa - concludeva la sua esistenza terrena il concittadino don Vincenzo Perego: “un uomo che restò sempre entusiasta del proprio sacerdozio”

 

 

Don Vincenzo Perego era nato nella nostra città e dopo aver svolto il suo ministero sacerdotale nella diocesi di Pavia vi fece ritorno per trascorrervi gli ultimi anni della sua vita. Collaborò con i sacerdoti della Parrocchia Santa Maria Assunta dal 1979 sino al suo ricovero, per alcuni anni, al Soggiorno Biraghi, dove poi morì il 7 marzo 1990. La Messa funebre fu celebrata nella nostra chiesa prepositurale il 9 marzo 1990.

 

 

don Vincenzo Perego

 

«Don Vincenzo Perego è nato qui a Cernusco il 28 marzo 1913 – disse il vescovo di Pavia nell’omelia della Messa funebre - qui a Cernusco, dopo essere stato vicario cooperatore in diverse parrocchie e a Campo Ri­naldo, di cui sono presenti gli attuali parroci ed anche alcuni fedeli, passò gli ultimi anni del suo servizio pa­storale, dal 1979 ad oggi. E qui a Cernusco siamo venuti per dargli il nostro ultimo saluto, per pre­gare Dio affinché lo accolga nella Sua gioia come servo fedele e per ringraziare il Signore per tutto ciò che la sua grazia ha compiuto in lui e per mezzo di lui ha compiuto in molte anime, che ha accostato nel suo vario peregrinare sacerdotale e in questo ultimo tempo nel suo paese natale.»

 

«Don Vincenzo Perego fu un uomo mite – prosegui il vescovo di Pavia - e da questo punto di vista potremmo dire un vaso di creta — come direbbe il Manzoni — costretto tante volte a viaggiare con vasi di ferro, un mite però che ebbe dei momenti di accensione, specialmente quando erano in gioco i diritti della Chiesa. Un uomo che restò sempre entusiasta del proprio sacerdozio, sia nelle giornate della salute, della giovinezza, sia in quelle della malattia e degli anni ma­uri. Questa fu la sua gioia dominante, questo fu il suo impegno assiduo: fare prete, esercitare il ministero del sacerdote, accogliendo, pregando, consigliando, confessando, sempre in piena disponibilità e gioia interiore. Diversi lo ricordano ancora là dove è stato, anche se egli non era una persona vistosa per molti aspetti. Quando venni a trovarlo qui a Cernusco due uni fa per invitarlo a celebrare con noi il cinquantesimo del suo sacerdo­zio, mi accolse con grande gioia, e mi mostrò, in questa chiesa, il suo confessio­nale dove continuava l’esercizio del suo ministero sacerdotale. (…) Un bisogno costante in lui, uomo semplice e mite, fu quello di autentici rapporti umani, di accoglienza, come egli a sua volta era disponibile ed accogliente.»

 

Lo ricordiamo con affetto e lo accompagniamo con la preghiera, riconoscenti per quanto don Vincenzo ha fatto per la nostra comunità, e con le parole che nel giorno del suo funerale pronunciò il suo vescovo: «che nella sua preghiera, perma­nente oltre la morte presso Dio, egli si ricordi di noi, come noi oggi ricordia­mo lui davanti allo stesso Signore, e con noi implori da Dio la grazia di nuove vocazioni al sacerdozio, al ser­vizio della grande missione di annun­ciare la Parola di speranza, di celebrare i Misteri della salvezza, di essere testi­mone nel mondo di oggi, così spesso distratto, ma che pure sempre attende, dell’amore di Dio e della sua miseri­cordia.»

 

 

Cernusco sul Naviglio, 9 marzo 2015

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