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HOME > La Comunità > 26 Ottobre 2014

IL PELLEGRINAGGIO A ROMA
NON LASCIA MAI INDIFFERENTI

Da sabato 18 a mercoledì 22 ottobre la Comunità pastorale Famiglia di Nazareth ha organizzato un pellegrinaggio a Roma in concomitanza con la beatificazione di Papa Paolo VI.

 

A Giovanni Battista Montini - già per lunghi anni arcivescovo della nostra diocesi, a partire dal 1 novembre 1954 - e poi eletto Papa, è dedicato l'oratorio della Parrocchia di San Giuseppe Lavoratore.

Un viaggio a Roma, sulle orme dei pellegrini di ogni epoca, è per noi credenti un'esperienza che non può lasciarci mai indifferenti. Il nostro pellegrinaggio, svoltosi nei giorni della beatificazione di Papa Paolo VI, resterà per sempre nel cuore di tutti noi; anche i momenti di convivialità, le nuove amicizie e il rinsaldarsi di relazioni esistenti,  non mancheranno di portare frutti alla nostra comunità. Non è facile sintetizzare tutte le emozioni vissute in questi giorni, provo perciò a ripercorrere con semplicità i momenti che più ci hanno scaldato il cuore, senza voler dimenticare, tra le altre, la visita ai bellissimi giardini vaticani, alle grandi Basiliche romane e alle innumerevoli bellezze della Roma storica.

Accompagnati da don Enrico Carulli siamo arrivati a Roma alle 10 dello scorso 18 ottobre, accolti da un caldo sole e un meraviglioso cielo azzurro. La prima tappa è stata la basilica di San  Paolo fuori le Mura per la Santa Messa celebrata da monsignor Scotti che, nella sua omelia ci ha ricordato la regola benedettina "prega e lavora" ma anche cammina, corri. Quella corsa di cui ci ha parlato anche San Paolo e che lo ha accompagnato fino alla fine. Anche a noi è stata consegnata questa parola: "pregate, lavorate secondo la volontà del Signore, camminate e correte affinché il vostro andare porti frutto.”

Catacombe e necropoli - Torniamo alle tappe del nostro pellegrinaggio. Tra i numerosi tratti del carattere di Paolo VI, quello che più mi colpisce è il coraggio, espresso nel guidare la Chiesa in anni difficili ma pieni del fermento che derivava dal Concilio Vaticano Secondo: così tra le innumerevoli testimonianze della storia di Roma che abbiamo ammirato in questi giorni, ho scelto di ricordare quelle che ci rimandano al coraggio, anche se ad un coraggio diverso, quello  dei primi cristiani, che non hanno esitato a sacrificarsi fino alla morte per testimoniare la loro fede. Emozionanti sono state le visite a due siti archeologici: le catacombe di San Sebastiano Fuori le Mura e la necropoli rinvenuta sotto la Basilica di San Pietro. Attraverso camminamenti angusti, umidi e appena illuminati, in un clima di grande suggestione, abbiamo osservato, quasi “toccato”, pagine di storia antica e testimonianze della nostra fede. In particolare, dobbiamo a Papa Pio XII i lavori di scavo sotto la Basilica di San Pietro e il rinvenimento di quello che è ritenuto il sepolcro di Pietro: un'umile fossa scavata sulle pendici meridionali del colle Vaticano, sulla quale, cent’anni dopo il martirio dell’Apostolo, fu costruita una piccola edicola funeraria che indicò ai primi cristiani il sepolcro di Pietro. La tomba fu da subito meta di pellegrinaggi, testimoniati dai numerosi graffiti latini tracciati su una parete e inneggianti a Cristo: sono questi graffiti, come ci ha spiegato la guida, a provare che proprio quella, tra le numerosissime altre presenti nella necropoli, è la tomba di Pietro.

La cappella papale "Redemptoris Mater" - Giunti in Vaticano, in particolare all'interno del Palazzo Apostolico, monsignor Scotti, dopo averci fatto ammirare le logge del Raffaello, ci ha introdotto in quel meraviglioso gioiello che è la cappella papale "Redemptoris Mater" preziosissimo dono al Santo Papa Giovanni Paolo II in occasione del 50° di sacerdozio. Sopraffatti dall'emozione abbiamo ascoltato per ben due ore la magistrale catechesi del monsignore, suggerita dai mosaici del maestro Rupnik, concludendo con la particolare benedizione a due coppie di sposi che festeggiavano l' anniversario di matrimonio, e a tutti noi.

Altro momento indimenticabile è stato, nella giornata di martedì, la celebrazione della Messa nella Cappella Paolina, sempre all'interno del Palazzo Apostolico, alla presenza di monsignor Marini, cerimoniere del Papa.

La beatificazione di Paolo VI - E' ora il momento di ricordare i due momenti comunitari per eccellenza, durante i quali i pellegrini giunto da tutto il mondo hanno vissuto e pregato per la beatificazione di Paolo VI e assistito all'udienza generale di Papa Francesco

Per poter raggiungere in tempo utile il settore della piazza a noi riservato e superare i dovuti controlli, domenica 19 ottobre, siamo partiti di buon ora. In un clima raccolto e partecipato, nonostante la presenza di oltre 120.000 fedeli, alla presenza di vescovi ed arcivescovi, dopo il commovente abbraccio fra Papa Francesco e il Papa emerito Benedetto XVI, sul sagrato ha avuto inizio la celebrazione. La formula di beatificazione è stata pronunciata dal Papa all'inizio della Messa, dopo che monsignor Monari, vescovo di Brescia, con il postulatore, ha domandato che si procedesse alla beatificazione. Sono state ricordate le tappe più importanti della vita di Paolo VI, la sua fede intelligente e libera, il suo lavoro di apostolato vicino alla gente comune, la sua sensibile attenzione rivolta al mondo del lavoro, la sua apertura alle nuove sfide che la modernità pone alla fede, la sua arte nel saper ascoltare e dialogare, la sua abile diplomazia, la sua attenzione verso i giovani, il suo saper dedicare interamente la sua vita a Dio, guidando poi al Chiesa, Timoniere del Concilio … Al termine della proclamazione è scoppiato un forte e prolungato applauso, segno di coinvolgimento e denso di commozione, mentre si è svelata l'immagine posta sopra l'altare: l'arazzo rappresentava un Paolo VI in piedi, sorridente, con le braccia aperte e accoglienti in un grande abbraccio che sembrava voler includere tutti e ciascuno.

L’udienza generale - Mercoledì 22, dopo la Santa Messa nella cappella della Tomba di Pietro, presieduta dal cardinale Angelo Comastri, tutti insieme abbiamo assistito all'udienza del Santo Padre. Queste alcune delle sue parole: «La Chiesa è "il Corpo di Cristo" e noi Sue membra. Anche nelle nostre comunità no a gelosie, a voler essere il più grande. La Chiesa sia "segno vivo dell'amore di Cristo". Ora eravamo pronti per andare, per camminare, per correre, per "fare o Dio, la Tua volontà".

L.G.

Cernusco sul Naviglio, 27 ottobre 2014

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