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IMPOSSIBILE DIMENTICARE DON PAOLO COMI!

 

La testimonianza viva del suo servizio pastorale, umile, fedele, generoso fino all'eroismo, sia in ospedale, sia in parrocchia, è nel cuore di tutti coloro che l’hanno conosciuto, stimato e amato”.

 

 

Venticinque anni fa, e precisamente il 19 settembre 1989, moriva inaspettatamente il concittadino don Paolo Comi (1915-1989). Da tutti i cernuschesi conosciuto come cappellano dell’ospedale Uboldo. Un nniversario che non possiamo far passare in silenzio, perché il suo ministero pastorale in mezzo a noi fu ricco di carità, come ben riassunto nelle parole di don Angelo Viganò (Sacer), citate nel sommario, e pubblicate nel necrologio su Avvenire.  

Quella domenica, come al solito - scrisse il prevosto Rossignoli su Voce Amica di ottobre 1989 – don Paolo «si è recato al Santuario in bicicletta, ha celebrato la Messa, ha tenuto la predica, mi hanno detto "molto bella". È ritornato an­cora in bici. Verso sera, secondo la sua abitudine, ha visitato i suoi malati; poi il sonno. Nel sonno la Madonna è venuta a prenderlo con le materne parole: 'Vieni, figlio buono e fedele... entra nel gaudio del tuo Signore". Era il giorno di apertura del Settenario di Santa Maria, aveva celebrato la Messa per Lei, di Lei aveva parlato, come tante altre volte nei suoi scritti».


don Paolo Comi

 

“La sua giornata come cappellano dell’ospedale Uboldo – sempre nei ricordi del prevosto Rossignoli - è stata lunga, quasi trent’anni di lavoro, senza soste. In questo cammino ebbe qualche breve interruzione: alcuni pellegrinaggi mariani; a Bolbeno qualche quindicina. Tolte queste brevi parentesi, tutto il tempo era per gli ammalati di giorno e di notte. Era solo in un ospedale che ha un servizio di pronto soccorso. Mi diceva la Superiora: ‘Quante volte veniva chiamato di notte’. Don Paolo era sempre disponibile. Caro Don Paolo sei stato veramente eroico! Solo, per trent’anni di completa disponibi­lità a bene degli ammalati.”

 

Cernusco deve a lui molto - “Lo ricordo - e qui il ricordo non può essere che vivo, quando con don Paolo si è vissuti nella stessa realtà fino al giorno prima - come uomo e prete schivo e umile, di grande fede e di profonda preghiera, che nella semplicità della sua vita ha veramente sostenuto ed animato spiri­tualmente l’intera realtà dell’Ospedale Ubol­do, dagli ammalati a tutto il personale. Cernusco deve a lui molto se tra i suoi cittadini è rimasto vivo ed anche nelle nuove generazioni nasce il gusto e l’inte­resse per la storia della propria città. Da buon cernuschese, profondo conosci­tore della propria città natale, ha affiancato al ministero sacerdotale lo studio appro­fondito della storia di Cernusco, ricerca che non ha mai avuto fine e che l’ha visto sempre interessato con vera passione nello scoprire ancora qualcosa di sconosciuto e puntualmente portato alla conoscenza di tutti, attraverso i suoi articoli sulla stampa locale e poi, in maniera più specifica attra­verso le sue pubblicazioni.” Questo il ricordo Luigi Spinelli, allora sindaco di Cernusco e dipendente dell’Ospedale Uboldo.

 

“Sono stato al suo fianco per ben vent’anni. Prima come chierichetto in ospedale Ubol­do – così lo ha ricordato Maurizio Maratea, ancora oggi presente, nei giorni festivi, al santuario di Santa Maria, come animatore liturgico della Messa - poi, sempre per suo volere, nel San­tuario di Santa Maria. È stato per me come un secondo padre. Un’ultima cosa bella che ha voluto che realizzassimo è stata la Rasse­gna dei presepi cernuschesi a Santa Maria. Era molto appassionato ai presepi ed alla Terra Santa ed era stato, proprio per questo suo entusiasmo, nominato presidente della locale Associazione Amici del Presepio. Lo voglio ricordare soltanto guardandomi intorno per vedere quanto bene ha seminato tra gli anziani e gli ammalati che tanto amava e serviva. Mi mancherà tanto come mancherà a tante persone e mi dovrò rassegnare a non ve­derlo più arrivare a Santa Maria alle 8,45 con la sua bicicletta sotto il sole, la pioggia, la neve o con il vento, pronto a celebrare l’Eucari­stia del Signore”.

 

Impossibile, dunque, dimenticarlo. Continui il nostro ricordo nella preghiera, nella certezza che il tanto bene compiuto da don Paolo non andrà disperso. Ora questo nostro concittadino riposa, nel nostro cimitero, nella cappella della Causa pia ospitaliera Uboldo.

 

Cernusco sul Naviglio, 13 ottobre 2014 

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