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HOME > La Comunità > 19 Maggio 2014

PADRE EMILIO:
“CI VUOLE CORAGGIO PER DIVENTARE CRISTIANI”

Chi si è riunito per recitare il rosario in via Monza ha avuto anche modo di ascoltare la testimonianza di padre Emilio, da poco tornato dal Bangladesh.

 

“In maggio anche noi facciamo il mese mariano. Ogni sera – ha raccontato padre Emilio - in una casa diversa. Ci si prepara per bene: ponendo al centro della casa una statuetta e dei fiori, in un ambiente ben pulito. Si prega sotto il cielo, seduti per terra.”
Il nostro concittadino missionario poi ha spiegato che “per fare la casa, ci vuole una donna. Se non c’è una donna la casa non viene su. Con i mariti, con gli uomini, con noi, la casa, c’è poco da fare, non è ordinata e pulita.” Infatti, “nei primi sei mesi nella mia attuale missione ero da solo, senza una suora, e tutto era un po’ disordinato in casa: con la zappa c’erano i vestiti per la Messa. Arrivate le suore è cambiato tutto.”
Padre Emilio ha quindi spiegato il salto che la sua gente ha dovuto fare per diventare cristiani, abbandonando credenze vecchie, e poi ha aggiunto: “in questo cammino di conversione, la Madonna è colei che aiuta la mia gente a portare luce nella loro esistenza, a sostenerli nella loro scelta di abbandonare tutto quello che è superstizione, incantesimi, formule magiche, paure.”

 “Noi siamo cristiani e predichiamo la speranza e l’amore. Altri invece – ha raccontato ancora padre Emilio - predicano di fare i furbi, di imbrogliare. È una crescita difficile per i cristiani in Bangladesh, ma con l’aiuto della Madonna possiamo affrontare questo cammino. Diventare cristiani per la mia gente è un atto di coraggio. A volte vengono perseguitati e discriminati per questo. Chiediamo quindi alla Madonna di avere la sua bontà nel guardare gli altri.”
E un bel segno di speranza è stato il battesimo conferito, dopo venticinque anni, in un villaggio della missione di padre Emilio, in occasione della recente Pasqua.  

La “zia dei missionari” - Prima di parlare della sua attuale missione, padre Emilio ha ricordato la “zia dei missionari”, “una cernuschese con la passione per gli ammalati e per i missionari”. “Una donna concreta, che abitava proprio in via Monza, e che ci ha aiutato con il suo grande cuore. Parlava poco ma il suo cuore era grande. In Bangladesh c’è una chiesetta che la ricorda. Ci accompagnava nel nostro impegno missionario ed è importante per un missionario sentirsi accompagnati.”

 

Chi vuole aiutare padre Emilio può aderire al progetto “sostegno a distanza” (un tempo chiamato “adozione a distanza”), che rientra nei progetti Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere), l’Istituto  a cui appartiene padre Spinelli. Le modalità di versamento (che consente la detrazione/deduzione fiscale) e di trasparenza che la Fondazione PIME Onlus ha adottato per meglio gestire le offerte e le donazioni si possono consultare sul sito www.pimemilano.org

Con il programma "segui il tuo euro", che fa parte della policy di gestione trasparente della Fondazione PIME Onlus – è poi possibile a ogni donatore seguire da casa le modalità di utilizzo del contributo versato.

Il progetto di “sostegno a distanza” di padre Emilio Spinelli – consultabile sempre sul sito web del Pime – è contrassegnato dalla sigla “P 4053” ed è denominato “Una speranza per i bambini di Buthahara e Chandpukur”

Cernusco sul naviglio, 19 maggio 2014

 

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