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TETTAMANZI: “SIATE GIOIOSI E APERTI AGLI ALTRI”

Una vita gioiosa e una vita aperta agli altri: è questo il duplice invito che il cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano, ha rivolto ai tantissimi pellegrini che lo scorso 9 maggio hanno riempito la basilica del Santuario di Caravaggio, in occasione dell’annuale pellegrinaggio decanale.

 

Dopo la recita del santo rosario, lungo i viali interni del santuario mariano, i fedeli provenienti dalle parrocchie del nostro decanato hanno riempito la bella e grande basilica - nella quale sono tornati a risplendere, dopo i lavori di restauro, gli affreschi della volta e delle pareti - per la solenne concelebrazione eucaristica con tutti i preti presenti, quasi una ventina, presieduta dal cardinale Tettamanzi.

“Fame di gioia” - L’arcivescovo emerito, nell’omelia, ha invitato i presenti, innanzitutto, a essere portatori di gioia. “Noi – ha detto Tettamanzi - abbiamo fame e sete di tante cose, ma soprattutto di gioia. ‘Rallegrati,  esulta figlia di Sion’ queste parole della prima lettura (Zc 2,14), questa sera Gesù le pronuncia per tutti noi e per ciascuno di noi. Questo invito alla gioia trova il suo compimento quando a rivolgerlo non è un profeta, Zaccaria, ma un angelo, l’angelo Gabriele, che salutando Maria pronuncia esattamente questa parola: ‘Rallegrati’.” Il Cardinale ha poi aggiunto che il motivo per il quale ci dobbiamo rallegrare è indicato, ancora una volta, dal profeta Zaccaria, “che dice ‘Ecco io vengo ad abitare in mezzo a te’. C’è gioia – ha spiegato Tettamanzi - quando uno sa che il suo cuore non è vuoto o pieno di cose vane ma riempito di amore, pieno di Gesù. Dio sta dappertutto, ma Dio sta in particolare nel cuore di ciascuno di noi, delle nostre famiglie, delle nostre comunità, della Chiesa, dell’umanità intera.” È seguito un monito dell’arcivescovo emerito, accompagnato da una certezza: “Non dobbiamo mai dimenticare questa presenza nella nostra vita, anche nei momenti difficili e di dolore. Perché anche in questi momenti siamo sicuri, sicurissimi, che lui è presente. Non ci abbandona, non ci abbandonerà.”

“Alzarsi e andare” - Tettamanzi ha quindi rivolto un secondo invito ai pellegrini presenti: “Non dobbiamo limitarci al nostro cuore, al dialogo con Gesù, alla contemplazione, perché la Madonna, ci dice l’evangelista Luca, che si ‘alzò’ e ‘andò’. Questi due verbi sono importanti. Non dobbiamo restare seduti, stare comodi, impigriti, contenti di noi stessi e del nostro egoismo. La Chiesa è sempre alzata, perché il Signore Gesù l’attrae a sé e la invia per una missione: le chiede di uscire da se stessa, di entrare in tutti gli ambienti di questo mondo, soprattutto là dove c’è prova, dolore, lontananza da Dio.” L’esortazione del Cardinale è stata ad “andare dove urge la nostra presenza, il nostro amore”, consapevoli che non dobbiamo solo “donare il nostro amore ai fratelli e sorelle che ne hanno bisogno, ma qualcosa di più grande ancora, l’amore di Cristo. Un amore grande, un amore sconfinato.”

La missione dei cristiani -   Raccogliendo l’invito dell’arcivescovo emerito, la preghiera comunitaria e personale dei pellegrini si è fatta invocazione alla Vergine Maria per ottenere una duplice grazia “quella di non dimenticarci mai che il nostro cuore è dimora di Dio e che come cristiani abbiamo una missione: quella di alzarci e di andare là dove qualcuno aspetta il nostro amore e trovando il nostro amore in qualche modo si incammina a fare un’esperienza di un amore unico, che è quello dell’amore del Signore.”

 

Cernusco sul Naviglio, 12 maggio 2014

 

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