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IL PREVOSTO: “LA GRAZIA DI DIO
È DISPONIBILE PER TUTTI GLI UOMINI”

Nella solenne veglia pasquale, a conclusione dei riti della settimana santa, è stato amministrato il Battesimo a due infanti, un ragazzo e due adulti. Il responsabile della nostra Comunità pastorale, don Ettore Colombo, ha accompagnato l’annuncio gioioso della risurrezione di Cristo con l’invito “a passare dal rito alla vita. Perché non basta compiere un gesto esteriore se la nostra vita non viene totalmente rinnovata dall’incontro con Cristo”  

 

La veglia pasquale - nella chiesa prepositurale di Santa Maria Assunta, presieduta dal responsabile della nostra Comunità pastorale “Famiglia di Nazaret” e Prevosto della città, don Ettore Colombo, e concelebrata con don David Riboldi, vicario parrocchiale per la pastorale giovanile - è iniziata con la benedizione del fuco, a cui ha fatto seguito il solenne canto del preconio e la lettura di sei testi tratti dall’Antico Testamento. Dopo il prolungato ascolto della parola di Dio, è risuonato il gioioso e triplice annuncio della risurrezione, accompagnato, come sempre, dal suono delle campane e dei campanelli, dalle vibranti note dell’organo e dagli applausi dei fedeli presenti.  Poi la celebrazione è proseguita poi con la liturgia della Parola, il conferimento del Battesimo e della Cresima, e la liturgia eucaristica. 

“La risurrezione di Gesù – ha esordito don Ettore Colombo nell’omelia - il fatto che Egli sia qui vivo, ora, in mezzo a noi, è qualcosa che cambia radicalmente la vita e la storia degli uomini. Gesù è la luce, che rischia il nostra cammino nelle tenebra. È la parola, che fa ardere il nostro cuore di gioia. È l’acqua della vita, che disseta la nostra esistenza. È il pane disceso dal cielo, che nutre tutti coloro che si accostano a Lui.”

“La grazia di Dio è disponibile per tutti gli uomini” -  Dopo aver presentato i due infanti, il ragazzo e due adulti che hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana nella solenne Veglia pasquale, il Prevosto ha ricordato che “la grazia di Dio è disponibile per tutti gli uomini, di ogni età, e che ciascuno di noi è amato da Lui singolarmente, con una cura e una passione che riusciamo appena a comprendere, guardando proprio alla Pasqua di Gesù. Talmente grande è questa passione e questa cura che il Signore ha per noi, che non riusciamo a comprenderla del tutto, a tenerla nella nostra mente e nel nostro cuore.”

“Passare dal rito alla vita” - Il prevosto ha poi commentato brevemente il brano del profeta Isaia (1,16-19), letto poco prima, nel quale ricorrono ben nove imperativi: lavatevi, purificatevi, allontanate il male, cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la vedova. Imperativi - ha sottolineato don Ettore - che sono un’esortazione a “passare dal rito alla vita. Perché non basta compiere un gesto esteriore se la nostra vita non viene totalmente rinnovata dall’incontro con Cristo e non si lascia toccare dalla sua viva presenza in mezzo a noi.” Poi, ha continuato Prevosto, il profeta Isaia aggiunge un invito rivolto da Dio al suo popolo ma rivolto questa sera anche a ciascuno di noi: “Venite, discutiamo - perché possiamo confidare in Dio, nella sua capacità di perdono e di rinnovamento - anche se i vostri peccati fossero rosso scarlatto, diventeranno bianchi come neve. E così possiamo, fidandoci di questo Dio, accostarci a Lui con gioia. Se sarete docili e ascolterete mangerete i frutti della terra.”.

Don Ettore ha quindi evidenziato che “questo è il cambiamento che tutti noi abbiamo fatto diventando cristiani e che oggi possiamo rivivere grazie alla celebrazione dell’Eucaristia e degli altri sacramenti, la penitenza sopratutto, che è davvero un secondo Battesimo, la possibilità di ritornare nella Grazia originaria.” Ma – ha aggiunto – “quanto è oggi poco apprezzata questa possibilità!”

“Cristo è risorto e ci precede ogni giorno in Galilea” - Il Prevosto ha, infine, invitato i fedeli presenti a lasciarsi “coinvolgere dal mistero pasquale, all’incontro con Cristo, il Vivente, il Signore della vita. Perché la gioia sia piena e lo sia anche la nostra, dopo aver ricevuto l’annuncio dell’Angelo che Cristo è risorto e ci precede ogni giorno in Galilea, cioè nella nostra vita quotidiana, rendendoci uomini nuovi secondo lo Spirito.”

 

 

Cernusco sul Naviglio, 21 aprile 2014

 

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