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SAN GIUSEPPE LAVORATORE:
UNA FESTA NATA SOTTO UNA BUONA STELLA
 

La Parrocchia di San Giuseppe Lavoratore ha festeggiato il santo patrono con diverse iniziative e celebrazioni. Domenica 4 maggio la giornata più intensa. A sera, don Enrico confida: “Sono proprio contento” e a lui fa eco una signora, non più giovane e purtroppo molto triste: “Che bella giornata è stata quella di oggi!”

 

La serata di venerdì 2 maggio ha dato il via alla Festa patronale di San Giuseppe Lavoratore che, avendo come suo fulcro la figura di san Giuseppe, ha trovato in Papa Giovanni Paolo II, da poche settimane proclamato santo, un estimatore profondo, tanto da dedicargli, nel 1989, l’Esortazione Apostolica Redemptoris custos. Quindi “con lui “ abbiamo avuto la gioia di sfogliare un album di famiglia, fermandoci a riflettere su alcuni fondamentali insegnamenti del nostro grande Papa e del nostro grande santo protettore. Toccanti le immagini, le parole e soprattutto le musiche: l’ascolto del Magnificat, musicato da mons. Frisina e cantato da Mina, ha rapito la nostra mente e il nostro cuore trasportandoci a pensare ai tanti momenti, personali e comunitari, vissuti all’ombra di questi due meravigliosi santi.

Al sabato pomeriggio, accelerando nei preparativi già ben in corso nei giorni precedenti, abbiamo vissuto due  tappe, la prima di preghiera con un impegnativo e realistico confronto tra la figura di san Giuseppe in rapporto alla vita e al lavoro (allora e tutt’oggi) e l’altra ludica in una piazza Ghezzi colorata dai palloncini e dalle bandiere bianco-giallo e dedicata alla presentazione dei gruppi operanti in Parrocchia e al “Pozzo dei desideri” per i più piccini.

Ma la buona stella è brillata in modo sfolgorante domenica. Già dal primo mattino, il cielo azzurrissimo e il sole splendente, ci hanno dato il buongiorno. La piazza con gli organizzatori, laboriosi e sorridenti, le bandiere sventolanti, le bacheche ben preparate, i tavoli “gialli” colmi di fragranti pagnotte del nostro tradizionale pane di san Giuseppe (andato a ruba … neppure uno avanzato!) e del nostro spumeggiante vino di san Rocco (anch’esso tutto esaurito). I banchetti della Caritas, della Biblioteca Paolo VI e del Movimento Terza Età, con gli “infiltrati” scout, venditori di torte,  hanno fatto da corona alla nostra chiesa adornata a festa, che con gioia, intensa preghiera e solenni celebrazioni ha accolto i numerosi fedeli, pronti a condividere i momenti a loro proposti. Un’accoglienza entusiasta e calorosa l’hanno ricevuta gli Sbandieratori di Fenegrò che hanno allietato diverse ore della giornata, regalandoci delle esibizioni di notevole bravura ed abilità e portando al di fuori della piazza e dell’oratorio la presenza della “chiesa” (proprio come dice Papa Francesco). A fine giornata, ad un insolito orario, la tradizionale processione con la statua di san Giuseppe e la presenza, gradita ed indispensabile, della nostra Banda de Cernusc ha concluso questa piacevole e “viva” giornata di vita comunitaria, arricchita da un pranzo coi fiocchi!

Sulla festa, lo sguardo sorridente del nostro don Giuseppe -  Su tutta la nostra festa patronale, siamo certi, è sceso benevolo,  felice e compiaciuto lo sguardo sorridente del nostro don Giuseppe che tanto “teneva” a questa tradizione (forse l’unica per la nostra Parrocchia). Lo abbiamo ricordato “ufficialmente” nei momenti celebrativi e lo abbiamo sentito vicino “sempre”, lungo, soprattutto, la giornata di domenica: nell’alzare gli occhi verso la grande croce d’acciaio che brilla sopra la vela della nostra chiesa e verso il possente crocefisso di cirmolo che trionfa all’interno; nella benedizione del pane e del vino e nello spezzare quel Pane di vita, fonte di salvezza; nel canto, appassionato di “Uomo giusto” che ha ritmato la nostra festa e che la Banda ha voluto accompagnare, ricordando quando, proprio in occasione del  50° anniversario di sacerdozio di don Giuseppe, il maestro Nando ne stese le partiture per gli strumenti e nella preghiera solenne davanti alla statua del nostro san Giuseppe che tanto gli piaceva, perché come Maria, diceva il nostro don, ha il volto giovane dai lineamenti delicati.

A  sera, don Enrico confida: “Sono proprio contento” e a lui fa eco una signora, non più giovane e purtroppo molto triste: “Che bella giornata è stata quella di oggi!”… Sì, propria una gran bella giornata!

MA

Cernusco sul Naviglio, 5 maggio 2014

 

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