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CINEMA AGORÀ: SI PASSA AL DIGITALE  

Nell’ambito delle manifestazioni della Fiera di San Giuseppe 2014 è in programma per martedì 18 marzo, al cinema Agorà (via Marcelline, 37), alle ore 21, l’inaugurazione del nuovo sistema di proiezione digitale; nel corso della serata ci sarà la possibilità di rivedere filmati storici della vecchia sala cinematografica di via Briantea.

 

L’attenzione della comunità cristiana all’arte cinematografica parte da lontano. Le cronache del passato ci dicono che fin dal 1908, per l’8 dicembre, nel  gran  salone dell’Oratorio (costruito nel 1902),  venne allestita “un’Accademia musico-letteraria in onore dell’Immacolata e di Pio X: ben preparata e ben eseguita dai giovani. L’entusiasmo dei protagonisti lascia nelle persone accorse ed in tutto il paese una grandissima impressione.” Poi un balzo al 1921 quando “il Prevosto Toselli accondiscende e generosamente aiuta per allestire perfettamente il gran salone dell’Oratorio per recite e spettacoli. C’è chi anticipa volenterosamente i mezzi per la provvista del macchinario cinematografico e degli strumenti musicali. I giovani, mentre si divertono, dimostrano anche spirito di disciplina e di sacrificio organizzandosi per i diversi servizi di assistenza durante gli spettacoli pubblici, pronti a passare le lunghe ore serali alla preparazione di un programma drammatico o musicale. E queste attività si innestano su un programma di cultura morale e religiosa.”

Teatro, cinema ma anche biblioteca circolante (nel 1903): tutte  queste iniziative, che la comunità cristiana mise in campo all’inizio del secolo scorso, fecero scrivere al cronista di allora che “così si sfata la favola, ormai troppo vecchia, del prete ignorante e che tiene nell’ignoranza il popolo.”  

Il cinema Agorà è rimasto l’unico della città, dopo la chiusura e l’abbattimento prima del cinema comunale e poi del cinema Gloria, nell’ultimo decennio del secolo scorso, e la breve parentesi di attività del cinema Mignon di via Verdi.  La sala cinematografia e teatrale di via Marcelline ha raccolto il testimone di un impegno che ha profonde radici e che, salvo una breve arco di tempo tra gli anni ’80  e ’90 del secolo scorso (quando la vecchia sala di via Briantea fu chiusa perché ormai inadeguata e poi abbattuta), è stato quasi ininterrotto.

Il passaggio dalla tradizionale pellicola al digitale prima previsto per la fine dello scorso anno è ora slittata al 30 giugno. Il ter­mine entro cui passare al digitale non è stato imposto con una data ammini­strativa, ma è un passaggio dettato e­sclusivamente dal mercato. Secondo le statistiche più recenti, rispetto a quanto è avvenuto nel Nord Europa con il 90 % delle sale già "convertite" al digitale, in Italia sono in attesa del passaggio ancora il 40%.

Importante avere un progetto culturale - «Quello che conta è che alla fine il digitale metterà nella condizione di crescere dal punto di vista progettuale – ha dichiarato recentemente il Segretario Generale dell'Acec, l'Associazione che riunisce tutti gli esercenti cattolici - perché le sale che hanno un progetto culturale alle spalle sono arrivate o arriveranno al digitale senza grossi problemi. Non si poteva più dilazionare questo appuntamento e molte parrocchie lo hanno capito: delle 1.000 sale della comunità, di cui 250 con attività sporadica e 750 con oltre 100 giorni di programmazione annuali, il 63% è già transitato'verso il digitale. Molte altre sono state addirittura riaperte proprio grazie all'innovazione tecnologica.». Il passaggio al digitale, a seconda delle necessità e delle soluzioni adottate può costare dai 50.000 euro in su. Tra sale della comunità e sale polivalenti sono più di 180 le realtà nella nostra diocesi e di queste più del 70% è passato al digitale. 

Una risorsa pastorale - «La sala della comunità – ha dichiarato ad Avvenire, sabato 15 marzo, don Davide Milani, responsabile dell'Ufficio comunicazioni sociali e dell'Acec (Associazione cattolica esercenti cinema) della diocesi di Milano - non è solo un contenitore, uno spazio fisico: è anzitutto un luogo ed una risorsa pastorale. Le sale sono luoghi per fare cinema, teatro, musica, cultura, socializzazione, attività pastorale, certamente: ma sono soprattutto luoghi ­nei quali vivere un'esperienza di comunità, incontrare una comunità, e per questa via permettere alle donne e agli uomini del nostro tempo di incontrare il Signore, accogliendo le loro domande, attese, speranze, nel vivo della cultura e della società d'oggi

Queste le sono ragioni vere che motivano la presenza della comunità cristiana nel campo della cultura e quindi anche del cinema-teatro Agorà.  

C.G.

 

Cernusco sul Naviglio, 17 marzo 2014

 

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