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LA MADONNA SCEGLIE SEMPRE PERSONE UMILI

La Comunità “ Famiglia di Nazareth”  ha ricordato, lo scorso 22 e 23 febbraio, un fatto che ancora oggi è di viva attualità per tutti. La memoria, divenuta patrimonio culturale e sociale,  non si è persa nella storia come un fatto accaduto nel passato, ma, per la sua pregnanza, si è voluto celebrare con solenne culto, rivivendolo in spirito e verità.

 

Il motore dell’avvenimento accaduto è la Madonna che si è resa visibile, quel 22 febbraio 1924, ad una suora Marcellina giovanissima e tuttavia  in fini di vita,  per malattia.

Sabato 22 febbraio, nella chiesa parrocchiale della Madonna del Divin Pianto, è stata celebrata la Messa solenne, presieduta da monsignor Ennio Apeciti, postulatore per le cause dei santi della nostra diocesi, insieme ad altri quindici sacerdoti che hanno fatto esperienza ministeriale a Cernusco, in tempi diversi,  ed altri sacerdoti ancora felicemente tra noi.

Nell’omelia, monsignor Apeciti, ha toccato alcuni punti del fatto miracoloso avvenuto, oggi diremmo nella cappellina del collegio delle suore Marcelline.  La prima sottolineatura è quella che la Madonna sceglie sempre persone umili, come suor Elisabetta, che proveniva da una famiglia semplice e neppure suor Elisabetta aveva un curriculum studi di grande spessore. In questo contesto si nota la benevolenza di Dio verso coloro che sono i più poveri, gli ammalati, i più semplici.  Questa condizione di benevolenza diventa predilezione per la presenza del divino in mezzo a noi, una presenza viva, composta di messaggi per regolare la nostra felicità, per scoprire il senso della vita, giacché Lui è la vita e l’amore. Quei lacrimoni non furono causa di un capriccio di bambino, né la formulazione di pretese assurde e neppure un pianto di sfiducia negli uomini o disperazione per la loro incapacità di convertirsi  alla bellezza della vita; quel pianto fu un pianto d’amore non corrisposto. Non riusciamo a comprendere come la  vita che portiamo dentro di noi porti il brevetto di una creazione divina, che per sua natura esige di essere corrisposta per la nostra gioia.  E’ sola insipienza umana non credere alla gioia di Dio, ai suoi doni, alla Sua inevitabile appartenenza,  mentre l’esigenza dell’Amore è cercare, amare e desiderare.

Oggi facciamo memoria di questa impronta,  nella nostra quotidiana umanità, un sigillo che si rivela  a noi come unico valore a definizione di chi sono io. L’amore per sua natura non viene mai meno, anzi sa sempre riprendere un filo interrotto solo dal nostro peccato, perché la fiamma dell’amare, cercare e desiderare  sia sempre viva.

Come la memoria di un computer permette di usare programmi di scrittura, di posta e tanto altro e senza la quale il computer  non esiste, così la memoria della nostra vita spirituale è ciò che di più costitutivo esista in ogni persona e si esprime in quell’amare, cercare e desiderare  che invita,   ciascuno di noi,  a custodire la perla di quel miracolo come segno della presenza indissolubile con il divino che portiamo dentro di noi.

Mons. Apeciti si è poi rivolto ai bambini chiedendo loro di essere portatori della memoria di questo avvenimento, dentro il quale pulsa la voce di chi sa amare, cercare e desiderare perché il futuro non si privi  della vita, mentre Lui l’ha spesa perché lo potessimo trovare in ogni istante del giorno e della notte. Certo che questi bambini ancora  non sono in grado di raccogliere questa eredità, ma la loro presenza può essere colpita, come suor Elisabetta, da un tocco particolare, diverso per ciascuno, affinché ciascuno in questo pianeta si trovi a casa tra i suoi.

Il rosario - Nel pomeriggio di sabato 22 febbraio, i bambini e gli adulti, separatamente, sia al Divin Pianto che presso il collegio delle Suore Marcelline, hanno recitato un rosario commentato. Don Gennaro Lione ha trascorso i grani della corona abbinando ogni mistero ad una causa sociale come quella della famiglia, per la quale ha speso la sua preoccupazione per le sue radici, per il problema del lavoro, della salute e di altre esigenze. Al termine del rosario, ha ricordato le sue radici educative e religiose sotto il manto della Madonna del Divin Pianto augurando a tutti di coltivare e restituire il messaggio odierno per non dimenticare il bene prezioso, che questa terra cernuschese ha avuto ancora una volta. Infine, la sua benedizione  ci ha congedato lasciando nel cuore affetto e nostalgia di questo saper stare insieme come fratelli.

Paolo Fiorani

 

Cernusco sul Naviglio, 24 febbraio 2014

 

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