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TRE PRIORITÀ PER LA “PASTORALE DEL LAVORO”

La veglia per il lavoro, annuale appuntamento pensato dalla diocesi di Milano, in vista della Festa del lavoro, quest’anno si è tenuta a Lecco, lo scorso 28 aprile.

 

La veglia per il lavoro 2015 si è tenuta presso gli stabilimenti dell’Icam, azienda produttrice di cioccolato di alta qualità, ed è stata presieduta dal cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano. La veglia, che è un’occasione per riflettere su una tematica sociale sempre più scottante, si è tenuta a ridosso dell’inizio di Expo, ha intrecciato i grandi temi dell’Esposizione mondiale con alcune questioni inerenti il mondo del lavoro. Nella prima parte della veglia al centro è stata la questione della disoccupazione e dell’emergenza alimentare (e non solo) generata dall’assenza di reddito. Nella seconda si è posto attenzione a come le risorse che ci sono possono diventare il volano da cui ripartire per rendere più umana la vita.

“Nulla dell’umano è estraneo al cristiano». Così è «in forza dell'incarnazione». Che «permane nell’Eucaristia». E per­mette a Gesù di «attraversare tutto l'u­mano». Dalla veglia, condi­visa con seicento lavoratori, dalle te­stimonianze ascoltate, «impariamo a capire che ogni giorno deve affiorare la domanda “cosa c’entra Gesù”. Così sa­remo capaci di condividere il bisogno di tutti. Dobbiamo fare grandi passi an­che come Chiesa di Milano per capire il mondo del lavoro che cambia». E’ un passo della riflessione offerta dal car­dinale Angelo Scola.

Nel corso della Veglia è stata anche presentata una «proposta diocesana» in mate­ria di lavoro «perché nulla vada per­duto».

 

Tre priorità – La “proposta diocesana”, elaborata dalla Pastorale del lavoro, indica tre priorità. Primo: «mantenere un’attenzione costante a tutti coloro che sono senzalavoro e senza reddito o che hanno un’occupazione precaria». Se­condo: «avvicinare i giovani alla cultura del lavoro». Terzo: «avviare luoghi di ri­flessione sul tema del lavoro». Una proposta che nasce dall’esperienza di questi «anni di crisi» che «hanno pesan­temente messo in discussione molte si­curezze e, talvolta, ridotto ai minimi ter­mini la speranza». La Pastorale del lavo­ro ha cercato di farsene carico, dentro uno scenario drammatico ma che ora la­scia «intravedere all'orizzonte un cam­biamento, una spinta positiva sia sul pia­no economico sia su quello della fiducia e delle aspettative dei cittadini».

 

Prossimità concreta, sfida educativa, luoghi di approfondimento - Ecco, allora, le tre «priorità» della «pro­posta diocesana». La prima chiama a «vi­vere una prossimità concreta, basata sul sostegno nelle difficoltà e sulla necessa­ria riflessione perché il lavoro, nel suo va­lore più profondo, non sia un obiettivo ir­raggiungibile, ma diventi "disponibile" per tutti, a partire dai giovani» partico­larmente provati dalla crisi. La seconda priorità indica una sfida educativa. Per i giovani, «molto spesso, il tema del lavo­ro entra in gioco al termine degli studi o quando si sta cercando, per la prima vol­ta, un’occupazione». A volte è tardi. Si tratta invece di «includere, nei percorsi educativi, fin dalle scuole superiori, il te­ma del lavoro in tutti i suoi risvolti». La Pa­storale del lavoro «può mettere a dispo­sizione le sue competenze nel più ampio progetto formativo messo in atto dalla cura degli oratori, delle associazioni, dei movimenti». Con la terza priorità si pro­pone di non disperdere la riflessione sul lavoro rilanciata negli anni della crisi. Per­ciò servono «luoghi di approfondimen­to» dove «tener vivo il significato del la­voro, la sua dignità profonda, la sua ca­pacità di costruire valori, solidarietà, im­pegno sociale, le condizioni lavorative... Non luoghi alternativi ad altri già esi­stenti, ma spazi concreti di confronto e di crescita cristiana» sia per i lavoratori sia per quanti di lavoro si occupano.

 

 

Cernusco sul Naviglio, 4 maggio 2015

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